ARTICOLI E NOTIZIE RIGUARDO L'APOSTASIA CHE STA ENTRANDO IN TUTTE LE CHIESE CRISTIANE

martedì 21 aprile 2009

L'APOSTASIA DEI FALSI PROFETI E FALSI MAESTRI

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

L'APOSTASIA DEI FALSI PROFETI E FALSI MAESTRI




SECONDA LETTERA DI S.PIETRO: 2, 1-3

2-1Un tempo, in mezzo al popolo di Dio ci furono anche falsi profeti. Allo stesso modo verranno anche tra voi falsi maestri. Essi cercheranno di diffondere eresie disastrose e si metteranno perfino contro il Signore che li ha salvati; ma andranno presto in rovina. 2Molti li ascolteranno e vivranno, come loro, una vita immorale. Per colpa loro, la fede cristiana sarà disprezzata. 3Per il desiderio di ricchezza, vi imbroglieranno con ragionamenti sbagliati. Ma la condanna di questi falsi maestri è già pronta; la loro rovina non si farà aspettare.

ATTI: 20, 29-32

20-29 Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; 30 perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. 31 Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi. 32 Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l`eredità con tutti i santificati.




SECONDA LETTERA DI S.TIMOTEO: 4, 1-5
41Davanti a Dio e davanti a Cristo Gesù che si manifesterà come re, quando verrà a giudicare i vivi e i morti, voglio farti una raccomandazione: 2predica la parola di Dio, insisti in ogni occasione, rimprovera, raccomanda e incoraggia, usando tutta la tua pazienza e la tua capacità d'insegnare. 3Perché ci sarà un tempo nel quale gli uomini non vorranno più ascoltare la sana dottrina, ma seguiranno le loro voglie: si procureranno molti nuovi maestri, i quali insegneranno le cose che essi avranno voglia di ascoltare. 4Non daranno più ascolto alla verità e andranno dietro alle favole.
5Tu però sta' sempre in guardia, sopporta le sofferenze, continua il tuo lavoro di predicatore del Vangelo, porta a termine il tuo impegno a servizio di Dio.


Citazioni Bibbia Cei

http://www.bibbiaedu.it/bibbia/home.html



http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

KENNETH HAGIN E LA «CONFESSIONE POSITIVA»

KENNETH HAGIN E LA «CONFESSIONE POSITIVA»



di Marco Soranno



Ho avuto modo di leggere alcuni scritti di Kenneth Hagin (1917-2003), pastore evangelico tra i fondatori del «Movimento della Fede». Quest’ultimo è una realtà evangelico carismaticista che proclama come dogma la guarigione per fede, la prosperità materiale e l’autorità del cristiano su ogni aspetto della vita e d’ogni forza spirituale della vita, e la possessione diabolica per i credenti. Kenneth Hagin è noto per aver raccontato la sua esperienza da morente e il fatto di aver visto in visione la gloria di Dio in Paradiso. [N.d.R.: Rimandiamo ad altra analisi un giudizio sulle sue esperienze trascendentali. Esse sono state analizzate e commentate, insieme ad altre simili, da Nicola Martella nell’articolo «Visioni dell’aldilà», presente nel suo libro Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 313-328 (cfr. qui anche «Esperienze vicine alla morte», pp. 329-332).]

Sono rimasto colpito da ciò Hagin che afferma sulla cosiddetta «confessione positiva», che è diventata una delle caratteristiche di questo movimento: «Quello che confesso, possiedo». Il testo principale preso al riguardo in esame è Romani 10,9-10: «Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati». Credo che i predicatori del «Movimento della Fede» fraintendano il senso di brano perché la confessione di fede menzionata dall’apostolo non fa riferimento a benessere materiale. Gesù ci ha detto d’essere prudenti nel parlare perché non abbiamo il potere di far diventare bianco o nero un nostro capello (Matteo 5,36) e nella nostra bocca non c’è un miracolo… se non quando rimane chiusa per evitare di dire cose spiacevoli o poco edificanti.

Il «Movimento della Fede» sostiene che la bocca del credente consente d’ottenere qualsiasi cosa desideriamo e il non riceverla è mancanza di fede; ma penso sia giusto ricordarci ciò che ha detto l’apostolo Giacomo: «Domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri» (4,3).

Io credo che dobbiamo confessare la Signoria di Cristo, la volontà sovrana del Padre e non un ricco conto in banca. Dire: «Dio non ci vuole poveri» contraddice ciò che disse Paolo di sé e degli Apostoli (e che di riflesso s’applica a ogni discepolo): «Sconosciuti, eppure ben conosciuti; moribondi, eppure eccoci viventi; castigati, eppure non messi a morte; contristati, eppure sempre allegri; poveri, eppure arricchenti molti; non avendo nulla, eppure possedenti ogni cosa!». (2 Corinzi 6,8-9).

Ma allora ciò che diciamo non influisce per nulla nella nostra vita spirituale? Affatto. Gesù ha detto: «Or io vi dico che d’ogni parola oziosa che avranno detto, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato» (Matteo 12,36-38); il termine greco che traduciamo con «ozioso» è argos che significa «inattivo, infruttuoso, pigro». Il contesto qui è la critica dei Farisei all’autorità del Cristo, si parla della bestemmia contro lo Spirito Santo, quindi ciò che diciamo ha un peso spirituale agli occhi di Dio perché dall’abbondanza del cuore la bocca parla (Matteo 12,34; Luca 6,45).

Gesù ha detto ai suoi discepoli che essi otterranno qualsiasi cosa chiederanno con fede (Matteo 21,22), ma la fede secondo me è confidare nel piano di Dio per me e non nei miei desideri e criteri di bisogno; inoltre i discepoli non hanno mai goduto d’una vita agiata e ricca, ma hanno vissuto del sostegno della fratellanza e/o del loro stesso lavoro.

La cosiddetta «confessione positiva» è frutto d’una religiosità nord americana che cozza parecchio con la cultura dei tempi di Gesù, e ricorda di più la New Age.

Credo che il linguaggio del cristiano debba essere sano e irreprensibile (Tito 2,8; ma non credo che dobbiamo vivere con la paura che ci sia un angelo che annoti ciò che diciamo in virtù d’un giudizio investigativo, come insegna la Chiesa Avventista); e ciò che dobbiamo confessare deve essere la fede e l’amore di Dio nella nostra vita, poiché solo quando cerchiamo il suo regno e lo riceviamo nella nostra quotidianità, tutte le cose ci vengono date (Matteo 6, 33) — senza che le confessiamo a mo’ di formula magica.

Avere fede che Dio provvederà e rimettersi alla sua volontà sovrana: questa è la vera confessione positiva!



► Kenneth Hagin e confessione positiva? Parliamone {Nicola Martella} (T)




http://puntoacroce.altervista.org/Artk/2-K-Hagin_confessio-positiva_MeG.htm


L’articolo «Kenneth Hagin e la “confessione positiva”» ha indotto alcuni lettori a prendere posizione in merito. Per evitare confusioni e false concezioni, facciamo presente quanto segue: Con questa espressione fuorviante non si intende semplicemente la professione di fiducia verso le promesse di Dio, ma «l'esercizio di potenza» nel senso che la cosa che si dichiara, deve pure accadere a causa di una presunta «potenza della fede», di cui il credente sarebbe detentore. Tale ». Si tratta di una subdola costruzione dottrinale, con cui i nuovi «superapostoli» carismaticisti, che dominano varie chiese, possono arricchirsi e vivere nel benessere. Un confronto fra il loro spirito materialista e la condizione e l’insegnamento di Gesù Cristo mostrano le grandi contraddizioni di tali moderni «santoni» che vivono nel lusso più sfrenato. I dodici apostoli del Signore e quelli delle chiese, tra cui Paolo e Barnaba, vissero con grande spirito di sacrificio per amore di Cristo e della testimonianza. Essi predicavano soltanto «Cristo crocifisso». I moderni «sommi apostoli», che l’apostolo Paolo chiamò «falsi apostoli, operai fraudolenti» (2 Cor 11,13), non solo hanno fatto di Mammona una dottrina accettabile, derubando le chiese, ma predicano oramai un «altro Gesù»: «Se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno Spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un Vangelo diverso da quello che avete accettato, voi ben lo sopportate!» (2 Cor 11,4). La chiesa di Corinto, dominata da superapostoli gnostici di stampo giudaico, sembra essere una delle tante chiese carismaticiste odierne. Confusione dottrinale, coercizione psichica e contaminazione spirituale sono all’ordine del giorno.



http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-K-Hagin_confessio+parla_Mds.htm

Alessandro Esposito nega la Trinità

Alessandro Esposito, pastore della

Chiesa valdese di Trapani e Marsala

nega la Trinità e la Divinità di Gesù

Cristo





In un intervento dal titolo ‘Ma Gesù è Dio?’ postato sul forum della Chiesa Valdese di Trapani, il pastore Alessandro Esposito, nel rispondere ad un certo Enzo in merito alla divinità di Gesù Cristo, dice quanto segue (ho evidenziato in giallo le parti fondamentali):

Carissimo Enzo,

le domande che poni sono interessantissime. Con pieno diritto, chiedi: “Ma se Gesù è Dio, allora Dio è ebreo?”. Aggiungi poi: “Ma nei vangeli non sta scritto che Gesù (e quindi, mantenendo il presupposto che egli sia Dio, Dio stesso) ha fondato la chiesa”? Cercherò di fornire qualche spunto di riflessione a partire da questi due interrogativi, partendo dal secondo di essi, rispetto al quale abbiamo già discusso in più circostanze.

1.Dunque: nei vangeli sta scritto che Gesù ha fondato la chiesa? No, non sta scritto. È un dato assodato, ormai, quello secondo cui il cristianesimo delle origini prese a distinguersi soltanto progressivamente dall'ebraismo, del quale costituisce una interpretazione divergente rispetto a quella proposta dall'ortodossia giudaica contemporanea, legata al tempio di Gerusalemme ed al suo sacerdozio. Gesù riprende tradizioni ebraiche, in particolare quella profetica e, ancor più specificamente, la tradizione di Isaia, il profeta le cui parole compaiono più volte sulla sua bocca all'interno dei vangeli sinottici (Marco, Matteo e Luca). Gesù, potremmo dire, “non inventa nulla”: di certo, però, reinterpreta la tradizione in un modo originale e, per molti versi, “eversivo” (così come era eversivo per antonomasia l'annuncio profetico). Gesù, allo stesso modo dei profeti, annuncia la vicinanza di Dio ai diseredati e si oppone ai poteri costituiti (politici e religiosi, profondamente collusi). La sua condanna alla morte di croce (questo deve essere chiaro) è il frutto della sua polemica con l'establishment sacerdotale di Gerusalemme, NON CON IL POPOLO EBRAICO: anche soltanto per il semplice fatto che non soltanto Gesù, ma persino tutte le sue prime discepole e i suoi primi discepoli erano ebrei (sia pure ebrei di Galilea, quindi ebrei non legati al giudaismo sacerdotale del tempio diffuso a Gerusalemme e nella Giudea). Gesù è, come bene lo definisce il grande esegeta cattolico Meier, “un ebreo marginale”; dunque “eterodosso”, “non allineato”. Ma pur sempre, comunque, ebreo. La chiesa cristiana nacque più tardi: originariamente, con ogni probabilità, il MOVIMENTO (perché di questo si trattava, non di un'istituzione) cristiano delle origini si autointerpretò, potremmo dire, come una “riforma dell'ebraismo”. E qui sorge il problema: per il cristianesimo storico, intendo, non certo per Gesù, né per il movimento cristiano dei primi tre secoli.

2.Ed il problema, caro Enzo, è proprio quello che sollevi tu: “Ma Gesù è Dio”? Secondo la maggior parte delle chiese cristiane (inclusa quella valdese) sì. Vi sono, effettivamente, dei passi del Nuovo Testamento che possono far propendere per questa risposta. Il problema, però, è un altro. Vi sono infatti (e sono molti di più) altri passi neotestamentari attraverso i quali si comprende chiaramente che Gesù non è presentato né predicato come Dio. È un dato di fatto, non un'ipotesi di lavoro. Procediamo, allora, ad alcuni chiarimenti, che mi paiono quanto mai opportuni.

Le testimonianze del Secondo Testamento non sono affatto univoche circa la nostra domanda: e questo per un motivo assai semplice: i testi che vengono a comporre il canone neotestamentario sorgono in luoghi e periodi tra loro assai distinti e distanti. La teologia sottesa dal vangelo secondo Marco, non è la stessa che si può ricavare dalla lettura attenta del vangelo secondo Giovanni o dallo studio dell'epistolario paolino. In estrema sintesi, si può riscontrare che NON VI E' ALCUNA TESTIMONIANZA RICONDUCIBILE AI SINOTTICI (Marco, Matteo, Luca) ATTRAVERSO CUI SI POSSA RICONOSCERE CHE GESU' E' DIO. TUTTE LE AFFERMAZIONI CHE AVALLANO TALE INTERPRETAZIONE SONO RISCONTRABILI ESCLUSIVAMENTE IN GIOVANNI E NELL'APOSTOLO PAOLO. Questo, lo ripeto, per il semplice fatto che non si può parlare di una “teologia” del Secondo Testamento ma, soltanto, di “teologie”, al plurale, le quali restituiscono riflessioni, sensibilità, percorsi comunitari tra loro diversi (non incompatibili: diversi).

La confessione dei primi cristiani dell'area palestinese (quella in cui Gesù visse e predicò) è quella secondo cui Gesù è “il messia” (christòs, traduzione greca dell'ebraico mashiah) mandato da Dio ad Israele (prima) e (attraverso Israele, poi) a tutti i popoli; e, in secondo luogo, quella che attesta che Gesù è il figlio di Dio (e non, come divenne in seguito, il “Dio figlio”: sono due cose profondamente diverse). Nessuna identità (che del resto escluderebbe una relazione) tra Padre e figlio: del resto (e anche questo è un fatto, vangeli alla mano) GESU' NON PREDICO' MAI SE STESSO, bensì l'evangelo del Regno secondo la volontà del Padre (a cui ogni suo insegnamento rinvia).

La cosiddetta “confessione di fede trinitaria” non è biblica, ma ecclesiastica: la stabilirono i concili del cristianesimo tardo-antico, in particolare quello di Nicea (nel 325) e, in maniera (per così dire) definitiva il concilio di Calcedonia (nel 451). Come si può notare, siamo in date assai distanti dalla predicazione di Gesù e dalla nascita del movimento cristiano delle origini. Ma, ancora una volta, il problema è un altro: quello di ordine cronologico, infatti, è secondario rispetto a quello di natura POLITICA. Le decisioni assunte dai primi concili ecumenici, di fatto, godettero dell'appoggio dei poteri costituiti e rivestirono la chiara funzione di strumenti di controllo sociale. Ciò che venne deciso in ambito conciliare, pertanto, non si afferma a causa della sua verità (argomento sempre discutibile e tanto spesso abusato), ma a causa della sua convenienza: l'eresia, del resto, è sempre definita tale dalla posizione che storicamente si afferma e che si autoproclama, in tal modo, “ortodossa”.

Il cristianesimo storico ha una pessima abitudine: dimentica con eccessiva facilità il fatto che, in realtà, esso discende da un eretico e non da un ortodosso: anzi, l'ortodossia del tempo condannò Gesù. Ironia della sorte (amara ironia, in verità): il cristianesimo è divenuto, da movimento di perseguitati, istituzione di persecutori.

Il primo tradimento del cristianesimo (come annuncio evangelico) fu la chiesa come istituzione e le decisioni che essa assunse come “normative”.

Per questo, e concludo, la questione cosiddetta dell'antitrinitarismo risorge sempre in seno al cristianesimo, ed è destinata a non estinguersi mai del tutto. Le ragioni fondamentali di questo destino ineluttabile sono due: in primo luogo, la tesi antitrinitaria ha un fondamento biblico; in secondo luogo l'ortodossia ha sempre cercato di estirpare tale tesi non mediante gli argomenti, ma con la violenza. La quale, si sa, si utilizza in mancanza di argomenti. Per questo la violenza non ha mai convinto nessuno, ma soltanto costretto molti: o alla ritrattazione, o alla persecuzione.

Pertanto, caro Enzo, credo che si possa essere cristiani anche senza essere trinitari: e questo prendendo a fondamento le Scritture. Attenzione: non dico che si debba esserlo, che chi è trinitario sia “in errore” (finirei per commettere la medesima violenza che denuncio). Intendo soltanto dire che un cristianesimo non trinitario dovrebbe avere diritto di cittadinanza nelle chiese, perché attestato dalle Scritture: è difficile non ammettere, infatti, che molti dei cristiani del primo secolo (almeno) erano quasi sicuramente monoteisti e proclamavano la loro fede in Gesù “messia e figlio di Dio” (vangelo secondo Marco, capitolo 1, versetto 1).

Dio, pertanto, caro Enzo, non è “ebreo”: però, sì, è il Dio del popolo ebraico e (poi) anche Dio nostro. Siamo debitori della nostra fede e dei suoi fondamenti al popolo ebraico, in tutto e per tutto: e il Dio biblico, il Dio che confessiamo, è il Dio che si è rivelato ad Israele, accompagnandone le sofferte vicende di cui spesso anche noi chiese cristiane ci siamo rese responsabili.

Un saluto affettuoso

Il pastore della chiesa valdese di Trapani e Marsala

Alessandro Esposito

Tratto da: http://www.chiesavaldesetrapani.com/forum-pubblico/forum-chiesa-valdese/382-ma-gesu-e-dio.html#382



----------------- Confutazione ------------------

Ora, le affermazioni di questo pastore, che in maniera inequivocabile negano la Trinità e la divinità del nostro Signore Gesù Cristo, sono eretiche, e quindi vanno rigettate. Il concetto di un Dio Uno e Trino, quindi di una Divinità Unica ma composta dalla persona del Padre, da quella del Figlio e da quella dello Spirito Santo, che sono tutte e tre Divinità, è ampliamente dimostrato nelle Scritture. Qui di seguito vi trascrivo il mio insegnamento sulla Trinità, affinché possiate rendervi conto da voi stessi di quello che dico, e affinché possiate guardarvi da tutti quei cosiddetti Evangelici che al pari di questo pastore dicono queste menzogne e nello stesso tempo turargli la bocca.


Sulla Trinità

La Divinità è composta da Dio Padre, dal suo Figliuolo Gesù Cristo, e dallo Spirito Santo. Questa dottrina viene comunemente denominata la dottrina della Trinità ed è una dottrina molto importante che nel passato fu attaccata ed è tuttora attaccata da molte sètte, e possiamo dire è alla base della nostra fede. Prima di passare a dimostrare la Trinità con le Scritture voglio dire qualche parola su questo termine non presente nelle sacre Scritture. Il termine Trinità deriva dal latino Trinitas che significa ‘la riunione di tre’, una parola coniata da Tertulliano di Cartagine (uno dei cosiddetti padri della Chiesa), alla fine del secondo secolo dopo Cristo, per illustrare il concetto che la Divinità è composta da Tre persone divine, ossia il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo. Il fatto dunque che la parola Trinità non sia presente nelle Scritture è relativo, perché come abbiamo già visto e come vedremo meglio fra poco il concetto di un Dio trino è abbondantemente presente nelle Scritture. Per fare un paragone con il nome di un’altra dottrina biblica non presente (il nome) nella Bibbia è come dire che nella Bibbia quantunque non sia presente l’espressione ‘l’immortalità dell’anima’ vi è chiaramente presente il concetto dell’immortalità dell’anima. E così nella Bibbia quantunque non ci sia la parola Trinità c’è il concetto della Trinità.

Passi della Scrittura attestanti il concetto della Trinità

Ÿ "Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per esser da lui battezzato. Ma questi vi si opponeva dicendo: Son io che ho bisogno d’esser battezzato da te, e tu vieni a me? Ma Gesù gli rispose: Lascia fare per ora; poiché conviene che noi adempiamo così ogni giustizia. Allora Giovanni lo lasciò fare. E Gesù, tosto che fu battezzato, salì fuor dell’acqua; ed ecco i cieli s’apersero, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venir sopra lui. Ed ecco una voce dai cieli che disse: Questo é il mio diletto Figliuolo nel quale mi son compiaciuto" (Matt. 3:13-17). In questo evento che si verificò al Giordano vediamo il Padre che parlò dal cielo, il Figliuolo che era sulla terra che fu battezzato da Giovanni, e lo Spirito Santo che discese su lui in forma corporea a guisa di colomba.

Ÿ Gesù disse ai suoi discepoli: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti. E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi in perpetuo, lo Spirito della verità..." (Giov. 14:16-17). Gesù, mentre era ancora sulla terra con i suoi discepoli, era il Consolatore che Dio aveva mandato per consolare quelli che facevano cordoglio, ma siccome Egli doveva tornare al Padre che lo aveva mandato, pregò il Padre di dare ai suoi discepoli un altro Consolatore, appunto lo Spirito Santo il quale sarebbe rimasto con loro per sempre. Il Padre quindi, supplicato dal suo Figliuolo, ha mandato lo Spirito della verità per supplire alle necessità che si vennero a creare con la dipartenza del suo Figliuolo. Il concetto della trinità è evidente nelle parole di Gesù.

Ÿ Gesù, prima di essere assunto in cielo, disse ai suoi discepoli: "Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo...." (Matt. 28:19). Il battesimo in acqua, che ricordiamo non purifica dai peccati perché è la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio, deve essere ministrato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Il Signore non avrebbe mai comandato una simile cosa se Lui, il Padre e lo Spirito Santo non fossero stati uno.

Ÿ Paolo dice ai Romani: "E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" (Rom. 8:11). In queste parole troviamo Dio Padre che ha risuscitato Gesù; il Figliuolo che é stato da Lui risuscitato; e lo Spirito Santo che Egli ha mandato nei nostri cuori. Anche qui il concetto della trinità é espresso in maniera chiara.

Ÿ Paolo, al termine di una delle sue epistole ai Corinzi, scrisse: "La grazia del Signor Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi" (2 Cor. 13:13). Anche qui le tre persone sono nominate distintamente, ma benché ciò sono una stessa cosa.

Ÿ Paolo agli Efesini dice: "V’è... un unico Spirito...V’è un solo Signore... un Dio unico e Padre di tutti, che é sopra tutti, fra tutti ed in tutti" (Ef. 4:4,5,6). Anche da queste parole comprendiamo come le tre persone divine di cui é composta la Divinità, sono distinte tra loro ma unite tra loro in perfetta unità.

Ÿ Paolo disse ai Corinzi: "Or vi é diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito. E vi é diversità di ministerî, ma non v’è che un medesimo Signore. E vi é varietà di operazioni, ma non v’è che un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in tutti" (1 Cor. 12:4-6). Notate come Paolo menziona prima lo Spirito, poi il Signore Gesù Cristo e poi Dio. Anche queste sue parole fanno capire come queste tre persone divine, benché distinte l’una dall’altra, sono uno stesso Dio.

Ÿ La Scrittura condanna le tre bestemmie indirizzate a tutte e tre le persone della Divinità. Chi bestemmia il nome di Dio si rende colpevole di un peccato perché é scritto: "Non bestemmierai contro Dio" (Es. 22:28); anche chi bestemmia contro il Figliuol dell’uomo e contro lo Spirito Santo si rende colpevole di un peccato. Ma il fatto é che mentre coloro che bestemmiano contro Dio e contro il Figliuol dell’uomo possono essere perdonati, chi bestemmia contro lo Spirito Santo non può ottenere la remissione del suo peccato, perché Gesù disse: "Ai figliuoli degli uomini saranno rimessi tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha remissione in eterno, ma é reo d’un peccato eterno" (Mar. 3:28-29). Queste parole del Signore ci fanno capire come lo Spirito Santo sia una persona divina distinta dal Figliuolo di Dio e dal Padre; per questo noi quando parliamo del Figliuolo non parliamo dello Spirito Santo e viceversa; e perché quando parliamo del Padre non parliamo né del Figliuolo e né dello Spirito Santo, appunto perché i tre sono differenti. Per farvi capire questo concetto vi parlo in questa maniera: noi non possiamo dire che il Padre del nostro Signore Gesù Cristo é morto sulla croce per i nostri peccati, perché questo non corrisponde al vero, infatti la Scrittura dice che Cristo, il Figlio di Dio, morì sulla croce, e non il Padre. Noi non possiamo dire neppure che lo Spirito Santo sia morto per i nostri peccati perché anche questo non é vero. Noi non possiamo dire neppure che lo Spirito Santo battezza con lo Spirito Santo perché la Scrittura attesta che è Cristo che battezza con lo Spirito Santo e con il fuoco. Però, benché dobbiamo nominare separatamente il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo, e le loro caratteristiche, pure sappiamo che i tre sono una stessa cosa. Fratelli, ci troviamo davanti ad un mistero, per questo le nostre parole non riescono a spiegarlo.

Ed a proposito di misteri, a riguardo della Trinità che non è comprensibile alla mente umana, alcuni dicono che Dio non può essere onorato da un concetto che ‘nessuno capisce’ e che i cristiani devono conoscere l’Iddio che adorano per cui non c’è spazio per i misteri! Questi sono vani ragionamenti che son fatti da persone che dimenticano che Tsofar di Naama disse: "Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere appieno l’Onnipotente? Si tratta di cose più alte del cielo... e tu che faresti? di cose più profonde del soggiorno de’ morti... come le conosceresti?" (Giob. 11:7-8); parole queste che si possono benissimo applicare anche al concetto di Dio trino. No, non è vero che non c’è spazio per i misteri; perché lo spazio dedicato ai misteri attorno a Dio, alla sua natura e al suo modo di agire c’è ed è vasto. Ma quantunque ci siano dei misteri divini a noi non rivelati pure noi siamo pienamente consci di avere conosciuto Dio perché Giovanni dice: "Figliuoletti, v’ho scritto perché avete conosciuto il Padre" (1 Giov. 2:14); ed anche: "Chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio" (1 Giov. 4:7). E’ evidente però che questo non significa che per noi tutto è chiaro e non rimangano più dei misteri che riguardano Dio perché è altresì scritto: "Noi conosciamo in parte" (1 Cor. 13:9) ed anche che "ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro" (1 Cor. 13:12). Ma viene il giorno in cui conosceremo appieno come anche siamo stati appieno conosciuti. A Dio sia la gloria in eterno. Amen.

La perfetta unità esistente tra il Figlio ed il Padre

Gesù nei giorni della sua carne fece menzione della perfetta unità che vi era tra di lui e il Padre in diverse maniere. Egli disse: "Io ed il Padre siamo uno" (Giov. 10:30); "Nella vostra legge é scritto che la testimonianza di due uomini é verace. Or son io a testimoniar di me stesso, e il Padre che mi ha mandato testimonia pur di me" (Giov. 8:17-18); "Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre é in me" (Giov. 14:11); "Le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa similmente. Poiché il Padre ama il Figliuolo, e gli mostra tutto quello che Egli fa; e gli mostrerà delle opere maggiori di queste, affinché ne restiate maravigliati. Difatti, come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così anche il Figliuolo vivifica chi vuole. Oltre a ciò, il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudicio al Figliuolo, affinché tutti onorino il Figliuolo come onorano il Padre" (Giov. 5:19-23); "Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figliuolo d’aver vita in se stesso; e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figliuol dell’uomo" (Giov. 5:26-27); "Chi crede in me, crede non in me, ma in Colui che mi ha mandato; e chi vede me, vede Colui che mi ha mandato" (Giov. 12:44-45); "Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre" (Giov. 14:7); "Niuno conosce appieno il Figliuolo, se non il Padre; e niuno conosce appieno il Padre, se non il Figliuolo" (Matt. 11:27); "Tutte le cose che ha il Padre, son mie" (Giov. 16:15); "E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro, e tu in me" (Giov. 17:22-23). Per spiegare questa perfetta unione e collaborazione che esisteva ed esiste tuttora fra il Figliuolo ed il Padre metteremo ora a confronto fra loro alcuni passi della Scrittura.

Ÿ Gesù parlò ai Giudei della sua risurrezione in questa maniera: "Disfate questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere" (Giov. 2:19), facendo capire che lui stesso avrebbe risuscitato il suo corpo dopo che esso sarebbe stato ucciso; mentre Pietro disse ai Giudei: "Uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti" (Atti 3:15), facendo chiaramente capire che fu Dio a fare risorgere il corpo di Cristo Gesù.

Ÿ Gesù, quando promise ai suoi discepoli lo Spirito Santo, disse: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa" (Giov. 14:26), ed anche: "Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me" (Giov. 15:26), facendo capire chiaramente che lo Spirito Santo sarebbe stato mandato sia dal Padre che dal Figliuolo (rimane il fatto però che lo Spirito Santo procede dal Padre come disse lo stesso Gesù).

Ÿ Gesù disse, parlando delle sue pecore: "Io do loro la vita eterna" (Giov. 10:28), e nella preghiera che rivolse al Padre disse: "Padre, l’ora é venuta; glorifica il tuo Figliuolo, affinché il Figliuolo glorifichi te, poiché gli hai data potestà sopra ogni carne, onde egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dato" (Giov. 17:1-2), facendo chiaramente capire che chi dona la vita eterna é lui. Paolo invece dice ai Romani: "Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rom. 6:23), e Giovanni dice: "Iddio ci ha data la vita eterna" (1 Giov. 5:11), facendo ambedue capire chiaramente che è Dio a dare la vita eterna. Possiamo dunque dire che la vita eterna la dà sia il Padre che il Figliuolo.

Ÿ Gesù disse: "Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno" (Giov. 6:40). Notate che Gesù qui ha detto che sarà lui a risuscitare noi che abbiamo creduto in lui. Ma è altresì scritto che sarà Dio a risuscitarci infatti Paolo ai Corinzi disse: "E Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza" (1 Cor. 6:14).

Ÿ Paolo dice ai Romani: "... fra i quali Gentili siete voi pure, chiamati da Gesù Cristo.." (Rom. 1:6). Quindi colui che ci ha chiamati è Cristo. Ma sempre Paolo dice più avanti in questa epistola che quelli che Dio ha preconosciuti "li ha pure predestinati ad esser conformi all’immagine del suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati..." (Rom. 8:29-30). Quindi noi siamo stati chiamati da Dio e da Cristo Gesù.

Ÿ Paolo dice a Timoteo: "Io rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù, nostro Signore, dell’avermi egli reputato degno della sua fiducia, ponendo al ministerio me..." (1 Tim. 1:12). Questo significa che Paolo fu approvato da Cristo che lo stimò degno della sua fiducia affidandogli il ministerio della Parola. Lo stesso apostolo dice ai Tessalonicesi: "... siccome siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare l’Evangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori" (1 Tess. 2:4). Quindi lui era stato approvato da Dio e da Cristo Gesù.

Ÿ Paolo disse agli anziani di Efeso: "Ma io non fo alcun conto della vita, quasi mi fosse cara, pur di compiere il mio corso e il ministerio che ho ricevuto dal Signor Gesù..." (Atti 20:24). Quindi fu Cristo a stabilirlo ministro del Vangelo, e questo lo confermò anche a Timoteo quando gli disse che lui rendeva grazie a Cristo che lo aveva reputato degno della sua fiducia ponendo al ministerio lui che prima era stato un bestemmiatore, un persecutore e un oltraggiatore (cfr. 1 Tim. 1:12-13). Ma ai Colossesi Paolo dice che fu Dio a dargli il ministerio: ‘... io sono stato fatto ministro, secondo l’ufficio datomi da Dio per voi di annunziare nella sua pienezza la parola di Dio" (Col. 1:25).

I Tre operano di comune accordo

I seguenti esempi mostrano come il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo operano tutte le cose assieme e di comune accordo.

Ÿ L’uomo fu creato dal Padre, dal Figliuolo e dallo Spirito Santo.

Nel libro della Genesi, a riguardo della creazione dell’uomo, troviamo scritto: "Poi Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza..." (Gen. 1:26). Queste parole mostrano come Dio, quando parlò, usò il verbo al plurale e non al singolare infatti egli non disse: ‘Farò’, ma bensì: "Facciamo". Con chi parlò? Con gli angeli forse? Affatto, perché essi sono delle creature. Egli parlò con la Parola che era con Lui, e con lo Spirito eterno che era altresì con Lui.

Ÿ Dio, la Parola e lo Spirito Santo ci hanno formato nel seno di nostra madre.

Davide dice a Dio: "Poiché sei tu che hai formato le mie reni, che m’hai intessuto nel seno di mia madre...." (Sal. 139:13). Elihu disse a Giobbe: "Lo Spirito di Dio mi ha creato..." (Giob. 33:4). Giovanni dice che "ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei" (Giov. 1:3) riferendosi alla Parola di Dio; e quindi noi siamo stati formati dalla Parola di Dio nel seno di nostra madre.

Ÿ L’apostolo Paolo fu mandato a predicare da Dio Padre, dal Figliuolo e dallo Spirito Santo.

A Tito, l’apostolo Paolo dice: "Paolo, servitor di Dio e apostolo di Gesù Cristo per la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che é secondo pietà, nella speranza della vita eterna la quale Iddio, che non può mentire, promise avanti i secoli, manifestando poi nei suoi proprî tempi la sua parola mediante la predicazione che é stata a me affidata per mandato di Dio, nostro Salvatore..." (Tito 1:1-3), facendo intendere che egli fu mandato a predicare da Dio Padre. Ai Corinzi lo stesso apostolo dice: "Cristo non mi ha mandato a battezzare ma ad evangelizzare..." (1 Cor. 1:17), facendo capire che lui fu mandato a predicare ai Gentili dal Figliuolo di Dio. Se poi a questi passi si aggiunge quello che dice: "Essi [Barnaba e Saulo] dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia, e di là navigarono verso Cipro" (Atti 13:4) allora noteremo come furono tutti e tre, cioè il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo, che di comune accordo mandarono Paolo a predicare l’Evangelo ai Gentili.

Ÿ Per ciò che concerne la nostra salvezza dobbiamo dire che i tre, cioè il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo, hanno operato assieme in perfetta collaborazione.

Il Padre ha mandato lo Spirito Santo secondo che è scritto: ".. lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome..." (Giov. 14:26), il quale ci ha convinti quanto al peccato, alla giustizia ed al giudizio secondo che é scritto: "E quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia, e al giudizio" (Giov. 16:8); poi Egli ci ha attratti al Figliuolo secondo che disse Gesù: "Niuno può venire a me se non che il Padre, il quale mi ha mandato, lo attiri" (Giov. 6:44), ed anche: "Tutto quel che il Padre mi dà, verrà a me" (Giov. 6:37); ed il Figliuolo ci ha salvati dai nostri peccati secondo che é scritto: "Cristo ci ha affrancati perché fossimo liberi" (Gal. 5:1).

Ÿ Il processo di trasformazione all’immagine del Figliuolo di Dio che é cominciato in noi e che sta tuttora proseguendo è compiuto da tutte e tre le persone della Deità, nessuna esclusa.

Ecco i passi che lo confermano. Paolo ai Filippesi dice: "Dio è quel che opera in voi il volere e l’operare, per la sua benevolenza" (Fil. 2:13). Ai Corinzi egli dice: "Cristo che verso voi non é debole, ma é potente in voi" (2 Cor. 13:3), e sempre ai Corinzi dice: "E noi tutti, contemplando a faccia scoperta, come in uno specchio, la gloria del Signore, siam trasformati nella stessa immagine, di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore" (2 Cor. 3:18 Diod.).

Ÿ L’opera di santificazione è compiuta da Dio Padre, dal Figliuolo e dallo Spirito Santo.

Le seguenti Scritture lo confermano: Paolo dice ai Tessalonicesi: "Or l’Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente..." (1 Tess. 5:23). Lo scrittore agli Ebrei afferma: "Poiché e colui che santifica [Cristo] e quelli che son santificati, provengon tutti da uno..." (Ebr. 2:11). Pietro dice nella sua epistola che noi siamo stati "eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito..." (1 Piet. 1:2).

Ÿ Per ciò che concerne la guida dobbiamo dire che siamo guidati da Dio, dal suo Cristo e dallo Spirito Santo.

Le seguenti Scritture lo confermano. Nei Salmi è scritto di Dio : "Poiché questo Dio è il nostro Dio in sempiterno; egli sarà la nostra guida fino alla morte" (Sal. 48:14). In Matteo, Gesù dice: "E non vi fate chiamar guide, perché una sola è la vostra guida, il Cristo" (Matt. 23:10). In Giovanni é scritto: "Ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità" (Giov. 16:13).

Noi credenti riconosciamo di conoscere in parte, riconosciamo che la conoscenza di questo mistero è troppo alta per noi, tanto alta che noi non ci possiamo arrivare; a ciascuno di noi la Scrittura dice tuttora: "Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere appieno l’Onnipotente? Si tratta di cose più alte del cielo...e tu che faresti? di cose più profonde del soggiorno de’ morti...come le conosceresti? La lor misura è più lunga della terra, più larga del mare" (Giob. 11:7-9). Siamo in grado, per ora, solo di esaminare le Scritture che parlano del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, ma non siamo in grado di spiegare come i tre sono una stessa cosa. Noi non abbiamo tre dii, perché noi non siamo politeisti come lo sono tante popolazioni sulla terra; ma noi abbiamo un solo Dio, in Lui crediamo, Lui conosciamo, Lui amiamo, Lui serviamo, Egli é l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo; abbiamo pure un solo Signore, il Figlio di Dio; ed abbiamo pure un unico Spirito nei nostri cuori, quello eterno del nostro Dio per il quale gridiamo: Abba! Padre! Queste tre persone sono Dio ab eterno in eterno. Amen.

I Tre sono Uno e dimorano in noi

Ora vediamo delle Scritture dalle quali si comprende che in noi figliuoli di Dio dimorano sia il Padre che il Figliuolo che lo Spirito Santo.

Ÿ La Parola attesta che Dio il Padre dimora in noi con queste parole.

Gesù disse: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui" (Giov. 14:23).

Giovanni dice: "Chi confessa che Gesù é il Figliuol di Dio, Iddio dimora in lui, ed egli in Dio" (1 Giov. 4:15). Paolo dice: "Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro..." (2 Cor. 6:16).

Ÿ La Parola attesta che Gesù Cristo, il Figlio di Dio dimora in noi in queste maniere.

Gesù disse: "Dimorate in me, e io dimorerò in voi... Colui che dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto..." (Giov. 15:4,5). Paolo dice agli Efesini: "Io piego le ginocchia dinanzi al Padre,... perch’Egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, d’esser potentemente fortificati mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori..." (Ef. 3:14-17). Ai Colossesi, lo stesso apostolo dice: "Ai quali [ai santi] Iddio ha voluto far conoscere qual sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra i Gentili, che é Cristo in voi, speranza della gloria" (Col. 1:27). Ai Galati: "Sono stato crocifisso con Cristo, e non son più io che vivo, ma é Cristo che vive in me.." (Gal. 2:20). Ai Romani: "E se Cristo é in voi, ben é il corpo morto a cagion del peccato..." (Rom. 8:10). Ai Corinzi: "Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi medesimi che Gesù Cristo é in voi?" (2 Cor. 13:5).

Ÿ La Parola attesta nelle seguenti maniere che lo Spirito Santo dimora in noi (tenete presente che Esso é chiamato sia Spirito di Dio che Spirito del suo Figliuolo).

Gesù disse: "Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi" (Giov. 14:17). Paolo dice ai Romani: "Or voi non siete nella carne ma nello spirito, se pur lo Spirito di Dio abita in voi; ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non é di lui" (Rom. 8:9). Ai Corinzi egli dice: "Non sapete voi che il vostro corpo é il tempio dello Spirito Santo che é in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?" (1 Cor. 6:19). Ai Galati: "E perché siete figliuoli, Dio ha mandato lo Spirito del suo Figliuolo nei nostri cuori, che grida: Abba, Padre" (Gal. 4:6). A Timoteo: "Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi" (2 Tim. 1:14). Giacomo dice: "Ovvero pensate voi che la Scrittura dichiari invano che lo Spirito ch’Egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia?" (Giac. 4:5).

Come potete vedere fratelli, queste Scritture parlano in maniera chiara; in noi abita Dio, Cristo Gesù e lo Spirito Santo. Ma come possiamo comprendere tutto ciò? Non possiamo, possiamo solo accettarlo per fede per ora. O profondità della sapienza e della conoscenza di Dio, quanto imperscrutabili sono le sue opere!



A proposito della divinità di Cristo

Gesù Cristo era, è e sarà sempre Dio. Quando diciamo che Egli è Dio intendiamo che egli è divino come lo è il Padre, o detto in altri termini Uno, quanto alla sostanza, con il Padre e perciò senza un principio e senza una fine. Citerò adesso alcuni passi della sacra Scrittura tratti dal Nuovo Testamento che affermano con ogni franchezza che Gesù è Dio.

Ÿ Giovanni dice: "Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa é stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.... E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità" (Giov. 1:1-3;14). Dunque, siccome è detto chiaramente che la Parola era Dio e che la Parola è stata fatta carne, noi dichiariamo che Dio è stato manifestato in carne nella persona di Cristo Gesù. Le seguenti parole scritte nei Salmi: "I cieli furon fatti dalla parola dell’Eterno" (Sal. 33:6), confermano ciò che Giovanni ha detto cioè che "la Parola era Dio" (Giov. 1:1) perché noi sappiamo che i cieli sono stati fatti da Dio secondo che è scritto: "Nel principio Iddio creò i cieli e la terra" (Gen. 1:1); perciò se la Parola di Dio non fosse stata Dio essa non avrebbe potuto creare i cieli.

Ÿ Gesù disse: "Io ed il Padre siamo uno" (Giov. 10:30). Non è forse chiaro il significato di queste parole dette da Gesù? Lui ed il Padre benché siano due persone distinte sono Dio. Per spiegare questa unione tra il Figlio e il Padre (formanti un solo Dio pur rimanendo distinti) con alcuni esempi biblici, diciamo che è come quella tra l’uomo e la donna sposati secondo che è scritto: "..e saranno una stessa carne" (Gen. 2:24) ed anche: "non son più due, ma una sola carne" (Matt. 19:6). E’ chiaro che marito e moglie rimangono due persone distinte, ma davanti a Dio diventano una sola carne. Anche quando la Scrittura dice che "chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui" (1 Cor. 6:17) parla di un unione che non esclude però la separazione e la diversità di coloro di cui parla, infatti essa non ha inteso dire che l’uomo che si unisce a Cristo diventa lo Spirito di Dio o si fonde con Esso o diventa Cristo e perciò Dio perché in questo caso Essa avrebbe divinizzato l’uomo. L’uomo continua ad essere uomo, e il suo spirito continua a rimanere distinto dallo Spirito di Dio infatti Paolo ai Romani dice che "lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio" (Rom. 8:16). Quindi, sì unione tra l’uomo e la donna, sì unione tra il credente e il Signore; ma un unione nella diversità. Alcuni dicono invece che le parole di Gesù sulla sua unione con il Padre significano solo che il Figliuolo ed il Padre sono uno nell’accordo e nel proposito. Ma noi diciamo: ‘Se fosse solo questo il significato delle parole di Gesù perché i Giudei subito dopo che egli le pronunziò presero delle pietre per lapidarlo?’ Non è forse un’altra, e precisamente perché egli si faceva uguale a Dio, la ragione per cui essi presero delle pietre per lapidarlo? Sì, infatti è scritto che i Giudei gli dissero: "Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio" (Giov. 10:33). Il fatto di dichiararsi solo d’accordo con Dio non avrebbe scatenato l’ira di quei Giudei increduli.

Ÿ Gesù rispose a quell’uomo che lo aveva chiamato "Maestro buono" (Mar. 10:17): "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Iddio" (Mar. 10:18). Ora, qualcuno dirà: ‘Perché prendere questo passo per attestare che Gesù è Dio? Per questo motivo, perché Gesù non rifiutò di essere chiamato buono, ma chiese solo a quell’uomo perché lo chiamasse buono dato che solo Dio è buono. E quindi, dato che Dio solo è buono il Maestro è Dio, perché Egli è buono. Se Gesù non fosse stato buono certamente avrebbe detto a quell’uomo di chiamare buono solo Dio, e perciò implicitamente si sarebbe dichiarato solo un uomo. Ma proprio perché Egli era una stessa cosa con Dio Padre, Egli era buono. Quindi, noi facciamo bene a chiamarlo Maestro buono, perché Egli è Dio.

Ÿ Paolo disse di Gesù Cristo ai Colossesi che "in lui si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza" (Col. 1:19). Ed è proprio in virtù del fatto che in Cristo abitò tutta la pienezza della Divinità che noi abbiamo potuto ricevere da lui grazia sopra grazia infatti Giovanni dice: "E’ della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia" (Giov. 1:16). In altre parole noi non avremmo potuto ricevere da Cristo né la salvezza, né la vita, né la pace e nessun altra benedizione se in Lui non avesse dimorato la pienezza della Deità, ovvero se Egli non fosse stato Dio.

Ÿ L’apostolo Paolo disse ai Romani: "Dai quali [dagli Israeliti] è venuto, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen" (Rom. 9:5). Quindi Cristo Gesù, benché fu trovato nell’esteriore come un uomo, é l’Iddio che è benedetto per l’eternità.

Ÿ Paolo dice a Tito: "Aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù..." (Tito 2:13). Ora, il profeta Daniele chiamò Dio "il grande Iddio", infatti dopo che parlò al re Nebucadnetsar gli disse: "Il grande Iddio ha fatto conoscere al re ciò che deve avvenire d’ora innanzi" (Dan. 2:45); Geremia fece lo stesso infatti disse: "Tu sei l’Iddio grande" (Ger. 32:18); Davide riconobbe che solo Dio è grande quando disse: "Sì, io conosco che l’Eterno è grande" (Sal. 135:5); quindi se Paolo ha chiamato Gesù "il nostro grande Iddio" significa che lui credeva fermamente che Cristo è Dio. Se Gesù non fosse stato Dio, e perciò se egli non fosse stato uguale a Dio, Paolo non lo avrebbe giammai chiamato "il nostro grande Iddio", perché in tale modo avrebbe definito una creatura Dio, rendendosi colpevole di idolatria. Ricordatevi che Paolo era un Giudeo di nascita che sapeva molto bene che Dio aveva detto: "Non avere altri dii nel mio cospetto" (Es. 20:3), e perciò non si sarebbe mai permesso, se Gesù Cristo fosse stato solo un uomo, di chiamarlo "il nostro grande Iddio". Anche il fatto che Paolo abbia chiamato Gesù Cristo "il nostro Salvatore" mostra che egli credeva che Gesù era Dio. Egli sapeva che Dio aveva detto tramite Isaia: "Non v’é Salvatore fuori di me" (Is. 45:21), eppure egli non chiamò "nostro Salvatore" solo Dio Padre (in Tito dice: "La predicazione che è stata a me affidata per mandato di Dio, nostro Salvatore" [Tito 1:3], e a Timoteo dice: "Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comandamento di Dio nostro Salvatore" [1 Tim. 1:1], e: "Abbiamo posto la nostra speranza nell’Iddio vivente, che é il Salvatore di tutti gli uomini, principalmente dei credenti" [1 Tim. 4:10]) ma anche il suo Figliuolo Gesù Cristo secondo che è scritto in Tito: "Grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro Salvatore" (Tito 1:4).

Ÿ L’apostolo Pietro ha chiamato anche lui Gesù Cristo "il nostro Dio e Salvatore", infatti all’inizio della sua seconda epistola è scritto: "Simon Pietro, servitore e apostolo di Gesù Cristo, a quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo" (2 Piet. 1:1). Anche lui come Paolo sapeva che esiste solo un Dio ed un solo Salvatore ma chiamò il Cristo che lui aveva conosciuto anche nei giorni della sua carne "nostro Dio e Salvatore", perché Egli lo è.

Ÿ Nel libro degli Atti degli apostoli tra le parole che Paolo rivolse agli anziani della chiesa di Efeso vi sono queste: "Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue" (Atti 20:28). Ora, in queste parole è detto che Dio ha acquistato la sua chiesa con il suo sangue, il che a prima vista parrebbe incredibile perché sappiamo che non è Dio che è morto sulla croce ed ha versato il suo sangue per noi, ma il suo unigenito Figliuolo. Ma esaminando attentamente questo passo e confrontandolo con altri passi della Scrittura noteremo che qui Paolo si riferisce al Figliuolo di Dio e non a Dio il Padre il quale nei giorni della carne del suo Figliuolo continuava ad essere assiso sul suo trono nel cielo. Ricordatevi che quando Toma disse a Gesù: "Signor mio e Dio mio" (Giov. 20:28), ammise implicitamente che il suo Dio era morto sulla croce, che aveva sparso il suo sangue per comprarci con esso, e poi era risorto; ma badate che non è che con quelle parole ammise che Dio Padre era morto sulla croce; dico questo per farvi comprendere che c’è sempre da fare una chiara distinzione tra Dio Padre e Dio Figliuolo. Sono due persone unite e della medesima sostanza da ogni eternità, ma nello stesso tempo diverse tra loro e devono essere nominate separatamente al fine di non scambiare l’una per l’altra. In conclusione, Gesù Cristo è l’Iddio che, secondo le parole di Paolo, ha comprato la sua chiesa con il suo sangue.

Ÿ Nella epistola agli Ebrei é scritto: "Dice del Figliuolo: Il tuo trono, o Dio, é ne’ secoli dei secoli.." (Ebr. 1:8). Anche da queste parole tratte dal quarantacinquesimo salmo si comprende chiaramente che il Figliuolo é Dio.

Ÿ Sempre in questa lettera è scritto: "E quando di nuovo introduce il Primogenito nel mondo, dice: Tutti gli angeli di Dio l’adorino" (Ebr. 1:6). Ora, noi sappiamo che gli angeli adorano solo Dio secondo che è scritto: "L’esercito de’ cieli t’adora" (Neh. 9:6); quindi, siccome gli angeli sanno che si deve adorare solo Dio (l’angelo di Gesù che apparve a Giovanni sull’isola di Patmo, quando vide che Giovanni si prostrò davanti a lui per adorarlo gli disse: "Guàrdati dal farlo... Adora Iddio!"[Ap. 22:9]) essi sanno e riconoscono che Gesù Cristo è Dio. E poi se Dio Padre ha ordinato ai suoi angeli di adorare il suo Figliuolo vuole dire che Egli stesso riconosce in Cristo Gesù la seconda persona della Divinità. Se Gesù non fosse Dio, il Padre non avrebbe giammai ordinato ai suoi angeli di adorarlo.

Ÿ Matteo dice che i magi "entrati nella casa, videro il fanciullino con Maria sua madre; e prostratisi, lo adorarono..." (Matt. 2:11). Queste parole attestano che Gesù era Dio anche quando era in fasce, perché i magi venuti dall’Oriente gli rivolsero l’adorazione dovuta solo a Dio.

Ÿ Lo stesso apostolo dice alla fine del Vangelo da lui scritto che le donne accostatesi a Gesù risorto "gli strinsero i piedi e l’adorarono" (Matt. 28:9), e poi che i discepoli "andarono in Galilea sul monte che Gesù avea loro designato. E vedutolo, l’adorarono" (Matt. 28:16-17). Ora, siccome che è scritto nella legge: "Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto" (Matt. 4:10), di conseguenza Cristo era Dio. Se il Figliuolo non fosse stato Dio non solo Egli non sarebbe stato degno di essere adorato, ma anche avrebbe Egli stesso ripreso sia le donne che i suoi discepoli quando lo adorarono. Ricordatevi che Gesù non si tirò mai indietro dal riprendere i suoi quando questi lo meritarono; Egli sgridò Giacomo e Giovanni quando gli chiesero se voleva che dicessero di fare scendere il fuoco dal cielo per divorare quei Samaritani che non lo avevano ricevuto perché era diretto a Gerusalemme (cfr. Luca 9:51-56); e riprese Pietro perché questi non voleva che lui soffrisse e morisse (cfr. Matt. 16:22-23). Quindi se i suoi discepoli, adorandolo, si fossero resi colpevoli di idolatria Gesù li avrebbe sgridati e gli avrebbe detto: ‘Adorate Iddio!’; il fatto invece che Egli accettò la loro adorazione conferma che Gesù era Dio e non solo uomo.

Ÿ Paolo dice ai Filippesi: "Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù; il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l’essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini...." (Fil. 2:5-7). In questa maniera Paolo ha confermato sia che Cristo Gesù era uguale a Dio, e sia che Egli come Figliuolo di Dio era presso il Padre avanti la fondazione del mondo.

Ÿ Nella lettera agli Ebrei è scritto: "Ma voi siete venuti... a Dio, il Giudice di tutti" (Ebr. 12:22,23). Dio in questo caso è chiamato il Giudice di tutti; ma anche il Figliuolo è il Giudice di tutti perché Pietro ha detto di lui "ch’egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice dei vivi e dei morti" (Atti 10:42). Perciò dato che sappiamo che il giudicio appartiene all’Eterno, cioè al solo e vero Dio, e a nessun’altro, Gesù Cristo è Dio.

Ÿ Marco dice che Gesù disse a quell’uomo paralitico portato da quattro: "Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi" (Mar. 2:5). Al che alcuni degli scribi che erano lì presenti ragionarono in cuore loro dicendo: "Perché parla costui in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può rimettere i peccati, se non un solo, cioè Dio?" (Mar. 2:7). Ma Gesù conosciuti i loro pensieri disse loro: "Perché fate voi cotesti ragionamenti ne’ vostri cuori? Che è più agevole, dire al paralitico: I tuoi peccati ti sono rimessi, oppur dirgli: Lèvati, togli il tuo lettuccio e cammina? Ora, affinché sappiate che il Figliuol dell’uomo ha potestà in terra di rimettere i peccati: Io tel dico (disse al paralitico), lèvati, togli il tuo lettuccio, e vattene a casa tua" (Mar. 2:8-11). Come potete vedere Gesù Cristo aveva il potere di rimettere i peccati. Perciò Gesù non poteva non essere Dio oltre che uomo e questo perché nei Salmi Davide dice di Dio: "Egli è quel che ti perdona tutte le tue iniquità" (Sal. 103:3), ed anche: "Tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato" (Sal. 32:5). Se lui fosse stato solo un uomo allora sì che avrebbe bestemmiato, ma il fatto è che Egli era, oltre che vero uomo, anche vero Dio e perciò aveva e continua ad avere il potere di rimettere i peccati agli uomini. Noi infatti abbiamo creduto in Lui ottenendo da lui la remissione dei peccati. Gloria al suo santo e benedetto nome ora e in eterno. Amen.



Giacinto Butindaro


http://www.lanuovavia.org/confutazione-pastore-valdese.html#

L'ANTICRISTO

L'ANTICRISTO
Riflessione di Simone Oren esperto nelle Sacre Scritture

zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz§zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

Lettera I Giovanni

2-18Figli miei, è giunta l'ultima ora. Voi sapete che deve venire un anticristo. Ebbene, ora ci sono molti anticristi: questo vuol dire che siamo proprio all'ultima ora. 19Prima essi erano con noi, ma non erano veramente dei nostri: se lo fossero stati, sarebbero rimasti con noi. Si sono allontanati, perciò è chiaro che non tutti quelli che sono con noi sono veramente dei nostri.
20A voi però Dio ha dato lo Spirito Santo, quindi conoscete tutti la verità. 21Io non vi scrivo: "Voi non conoscete la verità". Anzi, vi dichiaro che la conoscete e sapete che nessuna menzogna può nascere dalla verità. 22Sapete chi è il bugiardo, l'anticristo: chiunque afferma che Gesù non è il Cristo. Chi dice così rifiuta non solo il Figlio, ma anche il Padre. 23Infatti chi rifiuta il Figlio è separato da Dio Padre. Chi riconosce il Figlio è unito al Padre.
24Voi dunque conservate nei vostri cuori la parola del Signore, che avete udito dal principio! Se essa rimane in voi, sarete uniti con il Figlio e con il Padre. 25E questa è la promessa che Cristo ci ha fatto: la vita eterna.
26Vi ho parlato di quelli che cercano di ingannarvi; 27ma lo Spirito Santo che avete ricevuto da Gesù Cristo rimane ben saldo in voi, perciò non avete bisogno di nessun maestro. Infatti è lo Spirito il vostro maestro in tutto: egli insegna la verità e non la menzogna. Voi dunque rimanete uniti a Gesù come vi è stato insegnato.





4-1Miei cari, se uno dice di avere lo Spirito, non credetegli subito: prima, esaminatelo bene, per vedere se davvero ha lo Spirito che viene da Dio; perché molti predicatori bugiardi sono andati a predicare nel mondo.
2La prova che uno ha lo Spirito di Dio è questa: se riconosce pubblicamente che Gesù è il Cristo fatto uomo, ha lo Spirito di Dio. 3Se non lo riconosce non ha lo Spirito che viene da Dio, ma quello dell'anticristo. Voi sapete che l'anticristo deve venire: ebbene, è già nel mondo.
4Ma voi, figli miei, appartenete a Dio e avete sconfitto i predicatori bugiardi: infatti lo spirito in voi è più grande dello spirito che è nel mondo.
5Essi appartengono al mondo;
perciò parlano secondo i criteri del mondo,
e il mondo li sta ad ascoltare.
6Noi invece apparteniamo a Dio;
chi conosce Dio ascolta la nostra testimonianza,
chi non appartiene a Dio non ci ascolta.
In questo modo possiamo riconoscere se uno ha lo spirito della verità o lo spirito della menzogna.


5-1Chiunque crede che Gesù è il Cristo è diventato figlio di Dio. Chi ama un padre, ama anche i suoi figli. 2Di conseguenza, se amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti, siamo certi di amare anche i figli di Dio.
3Amare Dio vuol dire osservare i suoi comandamenti. E i suoi comandamenti non sono pesanti, 4perché chi è diventato figlio di Dio vince il mondo. È la nostra fede che ci dà la vittoria sul mondo. 5Solo chi crede che Gesù è il Figlio di Dio può vincere il mondo.
6Il Figlio di Dio è quel Gesù che è stato battezzato in acqua, e ha versato il suo sangue sulla croce. Non è passato soltanto attraverso l'acqua, ma anche attraverso il sangue. E lo Spirito che dà testimonianza di questo, quello Spirito che è verità. 7Anzi, sono tre a rendere la testimonianza: 8lo Spirito, l'acqua e il sangue, e tutti e tre sono concordi. 9Se siamo disposti ad accettare come testimoni gli uomini, Dio è un testimone migliore: egli ha reso testimonianza al Figlio suo.
10Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in se stesso. Chi non crede a Dio lo fa passare per bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato al Figlio suo. 11La testimonianza è questa: che Dio ci ha dato la vita eterna, ce l'ha data mediante il Figlio suo, Gesù. 12Chi è unito al Figlio ha la vita; chi non è unito al Figlio di Dio non ha neppure la vita.
13Voi credete nel Figlio di Dio: perciò vi ho scritto queste cose, perché sappiate che avete la vita eterna.


Citazioni Bibbia Tilc
http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=1Giovanni&Capitolo=1


http://groups.google.com/group/ebrei-per-gesu?hl=it

Venerabilis, la chat dei sacerdoti gay


Funziona dal 2006. Quasi mai attacchi alla Chiesa, solo
una confraternita per la ricerca di conforto, dialogo e anche di possibilità d'incontro
Venerabilis, la chat dei sacerdoti gay
"Grazie per averci dato una voce"
Assoluto anonimato, molte domande da parte di giovani seminaristi
"Credevo di essere solo, ma ora capisco che posso essere uomo tra gli uomini"
di MARCO PASQUA



Si definisce "confraternita dei preti romano-cattolici omosessuali" e vuole essere un punto di riferimento nel web per i sacerdoti omosessuali. Il suo sito internet, intitolato "Venerabilis", ha una chat multilingue (in italiano, inglese, francese e spagnolo), anche se è nei commenti alle diverse notizie pubblicate, che ci si scambiano e-mail e impressioni. Molti suoi frequentatori si dichiarano preti. C'è chi vuole conoscere altri confratelli o seminaristi, chi ha bisogno di confrontarsi sul complesso tema dell'omosessualità e della fede. Spesso sono anche semplici cattolici, in cerca di un parere.

Il colore dello sfondo del sito si richiama a quello ufficiale del Vaticano. Non è però uno spazio contro la Chiesa cattolica e, anzi, si tiene a precisare che queste pagine web "non condividono la cultura gay, diffusa dai tanti gruppi omosessuali e dai mass media, per una società laica" ostile alla chiesa. I sacerdoti gay vengono definiti col termine di "omosensibili", e a tutti viene rivolto l'invito di fare molta attenzione nel fornire il proprio indirizzo l'e-mail. Il timore è che qualcuno possa volerli smascherare, incluso il gestore del sito, rigorosamente anonimo (il suo nickname è "venerabilis"). I moderatori si definiscono tutti "sacerdoti".

Tanti i messaggi di supporto, da quando il sito, che è registrato in Turchia, ha ufficialmente aperto i battenti, nel 2006. Rob scrive inglese e se la prende col Vaticano: "La cosa peggiore che possa fare, è costringere i gay a rinunciare ai voti. Chi prenderà il loro posto?". "Se solo il Vaticano capisse di aver bisogno anche dei preti che si ritrovano nella nostra confraternita, aprirebbe le porte della chiesa a molte più persone", aggiunge ancora Rob. Alcuni dichiarano di essere sacerdoti, e ringraziano il sito per la possibilità che offre loro: "Sono un prete di 48 anni e frequento da alcuni mesi il sito e la chat di Venerabilis. Vorrei dirti grazie di cuore per aver dato la possibilità di incontrarci in questa fraternità. Mi firmo anonimo perché ritengo che la privacy sia una conquista di civiltà quando vuole salvaguardare l'intimo e l'inviolabile delle persone. Il grazie è per aver dato voce a chi desidera incontrare con semplicità e serietà altri fratelli e pur essendo conscio che questo può prestarsi ad ambiguità penso che anche con questo sito si possa credere amare e sperare ma soprattutto imparare a condividere sentimenti e ideali che ci qualificano ogni giorno".


Anche "Giovanni" ha parole di elogio per Venerabilis: "Grazie a questo sito ho scoperto un nuovo mondo. Credevo d'essere solo, ma ora capisco che posso essere uomo fra uomini. Unico neo: temo di restare confinato in una dimensione virtuale. Vorrei fare quattro chiacchiere de visu con qualcuno per capire di più di me e non chiudermi in me stesso".

Dalla Germania arriva il messaggio di un altro sedicente prete: "Sono un prete tedesco e vorrei conoscere altri sacerdoti e anche coppie gay per conoscenza e scambio di idee". Ildefonso, "futuro teologo moralista", incoraggia tutti ad andare avanti: "Sento il dovere, come futuro teologo moralista, di esortarvi a non mollare. Anche io 10 anni fa volevo diventare prete. La vigilia dell'ammissione agli ordini fui invitato a seguire degli incontri con psicologi e psichiatri, alla fine mollai. Terapie riparative hanno offuscato ancor di più la mia identità sessuale, che, seppur omosessuale, era equilibrata. Un caro saluto a tutti, specialmente a quei sacerdoti gay che io conosco, miei carissimi amici e per me fratelli, che ogni giorno lottano per vivere nella serenità cristiana".

E poi c'è anche chi cerca incontri: "Finalmente un sito dove spero poter incontrare dei preti maturi per poter scambiare oltre a belle parole anche momenti di intimità sani, spirituali e amorevoli. Ho 40 anni e adoro preti anziani dolci e saggi", scrive un utente che si firma Pino e fornisce la sua e-mail. "Cerco un prelato discreto, affidabile, per confessarmi, conoscerci/conoscermi", è il testo pubblicato da un altro utente anonimo.

La confraternita ha uno spazio su Twitter (http://twitter. com/vnews), sul quale riporta gli aggiornamenti salienti del sito, e una web-radio (V Live Radio), che offre a tutti gli internauti la possibilità di intervenire, registrando un messaggio audio. C'è anche la chat "chiedi al sacerdote", dov'è possibile "consultare con assoluta tranquillità e riservatezza, oltre a sacerdoti, religiosi e alcuni laici ma anche personale qualificato (psicologi o medici)".

L'ultimo messaggio pubblicato, nell'homepage del sito, è un "Sos" da parte di un utente che vuole essere "aiutato a realizzare la vocazione al sacerdozio". Il moderatore gli suggerisce, come prima cosa, di "riconoscere qual è la sua vera identità affettiva e sessuale, di accertarla e stabilizzarla".

(2 dicembre 2008)



http://www.repubblica.it:80/2008/11/sezioni/esteri/benedetto-xvi-27/chat-preti-gay/chat-preti-gay.html

PASTORE OMOSESSUALE IN CASA UCEBI

PASTORE OMOSESSUALE IN CASA UCEBI



di Nicola Martella





1. ENTRIAMO IN TEMA: Che in Italia sia stato consacrato un omosessuale a pastore battista appartenente all’UCEBI (Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia), non ne avremmo saputo nulla per via ufficiale, se sul sito della chiesa battista di Cagliari non fosse comparsa una lettera del «Consiglio di Chiesa di Cagliari al Comitato Esecutivo dell’UCEBI», rimproverando l’intervento della Federazione Battista Europea contro tale decisione, incoraggiando il Comitato Esecutivo dell’UCEBI ad andare avanti in tale via intrapresa ed esprimendo solidarietà a tale pastore omosessuale battista (6 marzo 2009).

Prima di proseguire, premettiamo che non abbiamo dubbi che nelle chiese battiste dell’UCEBI si trovino tanti veri credenti rigenerati dallo Spirito Santo, timorati di Dio, sottomessi alla sua Parola e desiderosi di onorare il nome di Gesù Cristo nella loro propria vita con parole e fatti.

Abbiamo cercato in rete una dichiarazione della Federazione Battista Europea (EBF) o dell’UCEBI, ma non abbiamo trovato nulla in merito. Se la chiesa battista di Cagliari non ne avesse parlato, non ne sapremmo nulla. È probabile che ci sia la volontà che tutto ciò non si sappia.





2. I FATTI EVINTI: Dalla sunnominata lettera del Consiglio di Chiesa di Cagliari risulta quanto segue:

■ Il Comitato Esecutivo dell’UCEBI deve aver approvato un battista omosessuale al pastorato oppure confermato un pastore battista nel suo ufficio, anche dopo che egli ha ammesso di essere omosessuale. Il nome di tale pastore non viene fatto. Il tutto dev’essere accaduto già nel 2008.

■ La Federazione Battista Europea deve aver mandato uno scritto, in cui disapprova un tale passo del Comitato Esecutivo dell’UCEBI. Il tutto dev’essere accaduto già alla fine del 2008 o all’inizio del 2009. Purtroppo ci sfugge il suo contenuto.

■ Il Comitato Esecutivo dell’UCEBI ha elaborato un documento di difesa il 16 gennaio 2009 e l’ha inviato a tutti i membri dell’EBF. Purtroppo non sappiamo cosa c’è scritto in esso.

■ Segue tale lettera ad Anna Maffei da parte Consiglio di Chiesa di Cagliari. Le posizioni della presidente sulla famiglia tradizionale sono note da tempo (p.es. qui); non meravigliano quindi neppure quelle sull’omosessualità (p.es. qui).





3. CONVINZIONI BATTISTE A CAGLIARI: Nella lettera risulta evidente l’atteggiamento del Consiglio di Chiesa di Cagliari.

■ Esso desiderava «esprimere tutta la nostra solidarietà» al Comitato Esecutivo dell’UCEBI e al suo documento di difesa.

■ Esso esprimeva «la nostra vicinanza e il nostro sostegno al pastore», di cui si parlava.

■ Secondo i componenti di tale consiglio di chiesa, la vita privata e il ministero di tale conduttore sono stati così impropriamente invasi. «Con stupore e sconcerto siamo costretti a notare, ancora una volta, che questioni tanto sensibili, e che riguardano l’autonomia della persona, la sua autoconsapevolezza e responsabilità di fede, siano affrontate con atteggiamento di giudizio e con procedure sommariamente amministrative». Si fa capire che la pratica omosessuale di tale pastore sarebbe una faccenda privata che non deve interessare a nessuno, tanto meno alla Federazione Battista Europea.

■ Per loro la questione del «sentimento profondo e umano d’ascolto e solidarietà», che «chiede il rispetto di chiunque», è evidentemente la cosa principale.

■ Riguardo a tale pastore omosessuale, essi prendono posizione contro il «giudizio di riprovazione» o «giudizio d’esclusione» da parte della Federazione Battista Europea e contro «i passi biblici citati per sostenere» tutto ciò; si esprimono parimenti a favore dell’approvazione da parte dell’UCEBI. Contrariamente a tale ammonizione, essi considerano l’omosessualità non come depravazione dell’umanità, così come risulta dai brani biblici, ma come «condizione d’esistenza, d’affetto e di relazione». Quindi essi scusano e approvano l’omosessualità. Nonostante ciò parlano riguardo agli altri di «posizioni di censura» e fanno intendere che essi abbiano un «ascolto fedele» della Parola di Dio. Ricorre più volte il termine «fraintendimento» riguardo alla lettura della Bibbia, che fanno gli altri (ossia la FBE), che sarebbe «distante dallo spirito evangelico».





4. UNA MORALE UMANISTA BIBLICIZZATA: Le cose che mi hanno meravigliato in tale atteggiamento in tali asserzioni sono le seguenti.

■ Non viene lontanamente posta la questione della base biblica della moralità dei cristiani, quindi riguardo alla volontà di Dio e a ciò che «sta scritto» nella Parola di Dio.

■ Non viene neppure posta la questione riguardo al comportamento dei credenti verso i fornicatori (1 Cor 5,11) e a coloro che vivono in un disordine morale (2 Ts 3,6) e creano così scandali (Rm 16,17). Invece di turbarsi verso i fornicatori (1 Cor 5,1ss), ci si indigna verso coloro che pongono la questione: la Federazione Battista Europea!

■ Non viene neppure lontanamente posta la questione biblica secondo cui un credente dev’essere «irreprensibile» (gr. anepílēmptos «non esposto ad assalto, intangibile, integerrimo, perfetto») prima di essere approvato al ministero di conduttore (1 Tm 3,2; Tt 1,6s; cfr. 1 Tm 6,14). Secondo loro si può vivere secondo la condotta dei pagani, ottenebrati di mente (Rm 1,21; Ef 4,17ss), senza che ci sia un prima e un poi riguardo al mutamento della condotta di vita. È scritto invece: «Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; ad essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità» (Ef 4,22ss). Nel NT viene ribadito che non bisogna illudersi, visto che gli «ingiusti non erediteranno il regno di Dio» e tra di loro vengono menzionati per primi i fornicatori, poi anche gli adulteri, gli effeminati e i sodomiti (1 Cor 6,9s). Poi viene mostrato il necessario cambiamento fra prima e dopo la conversione: «E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo e mediante lo Spirito del Dio nostro» (v. 11).

■ Il cristianesimo viene ridotto a un sentimentalismo umanistico senza interesse per la verità biblica, a un atteggiamento psicologico senza chiedersi quale sia le cose che sono grate a Dio e quali quelle che Dio ha in abominio. «E quando un uomo si giace con un maschio come uno si giace con una donna, entrambi hanno commesso una cosa abominevole. Devono essere messi a morte. Il loro sangue ricadrà su di loro» (Lv 20,13).

■ Si suggerisce che il loro consenso etico contemporaneo, mutuato dalla morale corrente del mondo, sia lo «spirito evangelico». Non interessa quanto quest’ultimo sia distante dall’etica del nuovo patto come risulta da una lettura del NT, basata su un’esegesi contestuale e rigorosa. È il caso di dire riguardo a tale sedicente «spirito evangelico»: «Provate gli spiriti per vedere se provengono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo» (1 Gv 4,1).

■ Come si può concludere tale lettera così: «Orientiamoci tutti e tutte, innanzitutto ed essenzialmente, alla sequela di Gesù Cristo e alla fedeltà a Lui in povertà di spirito»? Seguire Gesù Cristo, significa accettare che le sue parole non passeranno (Mt 24,35). Egli si è espresso anche sulla contaminante fornicazione (Mt 15,19), di cui quella omosessuale è una specie. Il Concilio di Gerusalemme ingiunse di astenersi anche dalla fornicazione (At 15,20.29; 21,25). L’insegnamento degli apostoli era contro ogni specie di fornicazione, anche quella omosessuale. Come si può pretendere di essere fedeli a Cristo, agendo contrariamente all’insegnamento che Lui ha affidato ai suoi apostoli?





5. ASPETTI CONCLUSIVI: La cosa preoccupante è che ciò, che i rappresentanti della chiesa di Cagliari hanno espresso, stia diventando un consenso di non pochi battisti. Più di due decenni fa ci fu una scissione in tale chiesa proprio sul tema dell’omosessualità. Infatti la chiesa battista di Cagliari fu la prima a battezzare un omosessuale dichiarato, non pentito e praticante anche dopo. In seguito a questo vi fu appunto tale scissione. Tutto ciò è raccontato dal gruppo omosessuale militante «Gionata», che è operante fra le chiese della FCEI (federazione di battisti, metodisti e valdesi). Se tale lievito della fornicazione eterosessuale ed omosessuale viene tollerata nelle chiese e diventa consenso, è inevitabile che qui si instaurerà un nuovo modello morale e lì ciò creerà defezioni o spaccature.

Che questo possa portare a quella defezione della fede, chiamata «apostasia» e attesa per la fine dei tempi, mi sembra alquanto probabile. Paolo raccomandava a Timoteo quanto segue: «Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo. Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno insegnanti secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole» (2 Tm 4,2ss).

Sembra che tali battisti italiani, trovandosi già sull’orlo del precipizio, siano intenzionati a fare un ulteriore passo avanti…



Per gli approfondimenti degli aspetti etici dell'omosessualità rimandiamo alla seguente sezione: ► Etica: Omosessualità e particolarmente ai seguenti scritti:

► La fornicazione omosessuale {Veglio Jugovac} (A)

► Martin Luther King: un modello da imitare? {Nicola Martella} (A)

► Omosessualità è fornicazione? Parliamone {Nicola Martella} (T)

► Pastore omosessuale in casa UCEBI: Abominio in luogo sacro? {Nicola Martella} (T)



► URL di origine: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Pastore_omosex_ucebi_EnB.htm

20-04-2009; Aggiornamento:






http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Pastore_omosex_ucebi_EnB.htm

Fango sulla moralità del rabbino Gesù

FANGO SULLA MORALITÀ DI GESÙ?

a cura di Nicola Martella



L'articolo «Fango sulla moralità del rabbino Gesù: Smentiamo le falsità storiche» ha portato differenti reazioni nei lettori. Poteva Gesù di Nazaret essere mai accettato dalla gente come rabbino, se avesse avuto tendenze omosessuali, se fosse vissuto in lussuria e fornicazione o fosse convissuto in un rapporto adulterino? Perché i suoi avversari, cercando disperatamente dei motivi per diffamare Gesù dinanzi al popolo e per farlo fuori, arrivando addirittura a prezzolare dei falsi testimoni, non lo hanno mai accusato di deviazioni sessuali o di immoralità sessuali? Perché, sebbene Gesù avesse sfidato i suoi avversari a trovare in lui dei concreti peccati, di cui convincerlo, essi non ne trovarono? Di quale infamia si macchiano coloro che gettano fango sulla moralità del rabbino Gesù, pur di coprire le proprie trasgressioni? Quanto è tragico, quando lo fanno proprio coloro che si chiamano «cristiani»? Quale sarà la loro condanna da parte dell'Iddio santo?



http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Fango_Gesu_parla_S&A.htm