ARTICOLI E NOTIZIE RIGUARDO L'APOSTASIA CHE STA ENTRANDO IN TUTTE LE CHIESE CRISTIANE

venerdì 23 aprile 2010

VESCOVO DI BRUGES AMMETTE: ABUSI DI UN GIOVANE

VESCOVO DI BRUGES AMMETTE: ABUSI DI UN GIOVANE

(AGI) - Bruxelles, 23 apr. - Il vescovo di Bruges, il settantaquattrenne Roger Vangheluwe, si e' dimesso per "fatti gravi" relativi a una vicenda di abusi sessuali. La comunicazione delle dimissioni e' stata data, senza fare il nome del vescovo, dai responsabili della Chiesa cattolica in Belgio. Il nome di Vangheuwe, sul seggio episcopale di Bruges da oltre 25 anni, e' stato confermato da una persona del suo entourage. Solo due giorni fa, mercoledi', a Bruxelles era stata confermata la condanna del sacerdote Robert Borremans per violenze e attentati al pudore. Il prete condannato era in funzione sotto l'autorita' dell'ex vescovo ausiliario di Bruxelles, Joseph De Kesel, e le prime accuse contro di lui risalgono al 1994.

Benedetto XVI ha accettato questa mattina le dimissioni del vescovo di Bruges, mons. Roger Vangheluwe, che ha ammesso di aver abusato sessualmente di un giovane e di averlo fatto per di piu' dopo la sua nomina a vescovo avvenuta nel 1984. La Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso la notizia dell'accettazione delle dimissioni insieme al testo di una dichiarazione del vescovo.

"Quando ero ancora un semplice sacerdote e per un certo tempo all'inizio del mio episcopato - ha confessato il presule - ho abusato sessualmente di un giovane dell'ambiente a me vicino. La vittima ne e' ancora segnata. Nel corso degli ultimi decenni, ho piu' volte riconosciuto la mia colpa nei suoi confronti, come nei confronti della sua famiglia, e ho domandato perdono. Ma questo non lo ha pacificato. E neppure io lo sono". Il presule stupratore ha aggiunto nella sua dichiarazione che "la tempesta mediatica di queste ultime settimane ha rafforzato il trauma. Non e' piu' possibile continuare in questa situazione". "Sono profondamente dispiaciuto - ha concluso - per cio' che ho fatto e presento le mie scuse piu' sincere alla vittima, alla sua famiglia, a tutta la comunita' cattolica e alla societa' in genere. Ho presentato le mie dimissioni come vescovo di Bruges al Papa Benedetto XVI. Sono state accettate. Percio' mi ritiro".



http://www.agi.it/estero/notizie/201004231321-est-rt10128-pedofilia_vescovo_si_dimette_in_belgio_per_fatti_gravi

Una gay e' stata nominata vescovo ausiliario dalla diocesi episcopale di Los Angeles.

San Francisco, 06-12-2009

Una gay e' stata nominata vescovo ausiliario dalla diocesi episcopale di Los Angeles. La decisione, che deve essere ratificata dalla chiesa nazionale, rischia di scatenare nuove polemiche nella comunita' anglicana sulla questione esplosiva del clero omosessuale.

Mary Glasspool, 55 anni, di Baltimora, e' la prima omosessuale dichiarata a diventare vescovo episcopale dal 2003, quando la nomina di Gene Robinson del New Hampshire spacco' gli episcopali e favori' lo scisma di alcune congregazioni e 100mila fedeli confluiti in una nuova chiesa nordamericana.

A luglio la Chiesa episcopale, che conta due milioni di fedeli, aveva revocato la moratoria sulla nomina di vescovi gay, con un gesto conciliatorio verso l'ala progressista.

"Sono molto eccitata per il futuro di tutta la Chiesa episcopale e vedo per la diocesi di Los Angeles un ruolo guida verso il futuro", ha dichiarato la Glasspool. Figlia di un prete episcopale, indossa l'abito talare da 27 anni.Una gay e' stata nominata vescovo ausiliario dalla diocesi episcopale di Los Angeles. La decisione, che deve essere ratificata dalla chiesa nazionale, rischia di scatenare nuove polemiche nella comunita' anglicana sulla questione esplosiva del clero omosessuale.

Mary Glasspool, 55 anni, di Baltimora, e' la prima omosessuale dichiarata a diventare vescovo episcopale dal 2003, quando la nomina di Gene Robinson del New Hampshire spacco' gli episcopali e favori' lo scisma di alcune congregazioni e 100mila fedeli confluiti in una nuova chiesa nordamericana.

A luglio la Chiesa episcopale, che conta due milioni di fedeli, aveva revocato la moratoria sulla nomina di vescovi gay, con un gesto conciliatorio verso l'ala progressista.
"Sono molto eccitata per il futuro di tutta la Chiesa episcopale e vedo per la diocesi di Los Angeles un ruolo guida verso il futuro", ha dichiarato la Glasspool. Figlia di un prete episcopale, indossa l'abito talare da 27 anni.



http://www.rainews24.rai.it/it//news.php?newsid=134850

PASTORE OMOSESSUALE IN CASA UCEBI

PASTORE OMOSESSUALE IN CASA UCEBI



di Nicola Martella





1. ENTRIAMO IN TEMA: Che in Italia sia stato consacrato un omosessuale a pastore battista appartenente all’UCEBI (Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia), non ne avremmo saputo nulla per via ufficiale, se sul sito della chiesa battista di Cagliari non fosse comparsa una lettera del «Consiglio di Chiesa di Cagliari al Comitato Esecutivo dell’UCEBI», rimproverando l’intervento della Federazione Battista Europea contro tale decisione, incoraggiando il Comitato Esecutivo dell’UCEBI ad andare avanti in tale via intrapresa ed esprimendo solidarietà a tale pastore omosessuale battista (6 marzo 2009).

Prima di proseguire, premettiamo che non abbiamo dubbi che nelle chiese battiste dell’UCEBI si trovino tanti veri credenti rigenerati dallo Spirito Santo, timorati di Dio, sottomessi alla sua Parola e desiderosi di onorare il nome di Gesù Cristo nella loro propria vita con parole e fatti.

Abbiamo cercato in rete una dichiarazione della Federazione Battista Europea (EBF) o dell’UCEBI, ma non abbiamo trovato nulla in merito. Se la chiesa battista di Cagliari non ne avesse parlato, non ne sapremmo nulla. È probabile che ci sia la volontà che tutto ciò non si sappia.





2. I FATTI EVINTI: Dalla sunnominata lettera del Consiglio di Chiesa di Cagliari risulta quanto segue:

■ Il Comitato Esecutivo dell’UCEBI deve aver approvato un battista omosessuale al pastorato oppure confermato un pastore battista nel suo ufficio, anche dopo che egli ha ammesso di essere omosessuale. Il nome di tale pastore non viene fatto. Il tutto dev’essere accaduto già nel 2008.

■ La Federazione Battista Europea deve aver mandato uno scritto, in cui disapprova un tale passo del Comitato Esecutivo dell’UCEBI. Il tutto dev’essere accaduto già alla fine del 2008 o all’inizio del 2009. Purtroppo ci sfugge il suo contenuto.

■ Il Comitato Esecutivo dell’UCEBI ha elaborato un documento di difesa il 16 gennaio 2009 e l’ha inviato a tutti i membri dell’EBF. Purtroppo non sappiamo cosa c’è scritto in esso.

■ Segue tale lettera ad Anna Maffei da parte Consiglio di Chiesa di Cagliari. Le posizioni della presidente sulla famiglia tradizionale sono note da tempo (p.es. qui); non meravigliano quindi neppure quelle sull’omosessualità (p.es. qui).





3. CONVINZIONI BATTISTE A CAGLIARI: Nella lettera risulta evidente l’atteggiamento del Consiglio di Chiesa di Cagliari.

■ Esso desiderava «esprimere tutta la nostra solidarietà» al Comitato Esecutivo dell’UCEBI e al suo documento di difesa.

■ Esso esprimeva «la nostra vicinanza e il nostro sostegno al pastore», di cui si parlava.

■ Secondo i componenti di tale consiglio di chiesa, la vita privata e il ministero di tale conduttore sono stati così impropriamente invasi. «Con stupore e sconcerto siamo costretti a notare, ancora una volta, che questioni tanto sensibili, e che riguardano l’autonomia della persona, la sua autoconsapevolezza e responsabilità di fede, siano affrontate con atteggiamento di giudizio e con procedure sommariamente amministrative». Si fa capire che la pratica omosessuale di tale pastore sarebbe una faccenda privata che non deve interessare a nessuno, tanto meno alla Federazione Battista Europea.

■ Per loro la questione del «sentimento profondo e umano d’ascolto e solidarietà», che «chiede il rispetto di chiunque», è evidentemente la cosa principale.

■ Riguardo a tale pastore omosessuale, essi prendono posizione contro il «giudizio di riprovazione» o «giudizio d’esclusione» da parte della Federazione Battista Europea e contro «i passi biblici citati per sostenere» tutto ciò; si esprimono parimenti a favore dell’approvazione da parte dell’UCEBI. Contrariamente a tale ammonizione, essi considerano l’omosessualità non come depravazione dell’umanità, così come risulta dai brani biblici, ma come «condizione d’esistenza, d’affetto e di relazione». Quindi essi scusano e approvano l’omosessualità. Nonostante ciò parlano riguardo agli altri di «posizioni di censura» e fanno intendere che essi abbiano un «ascolto fedele» della Parola di Dio. Ricorre più volte il termine «fraintendimento» riguardo alla lettura della Bibbia, che fanno gli altri (ossia la FBE), che sarebbe «distante dallo spirito evangelico».





4. UNA MORALE UMANISTA BIBLICIZZATA: Le cose che mi hanno meravigliato in tale atteggiamento in tali asserzioni sono le seguenti.

■ Non viene lontanamente posta la questione della base biblica della moralità dei cristiani, quindi riguardo alla volontà di Dio e a ciò che «sta scritto» nella Parola di Dio.

■ Non viene neppure posta la questione riguardo al comportamento dei credenti verso i fornicatori (1 Cor 5,11) e a coloro che vivono in un disordine morale (2 Ts 3,6) e creano così scandali (Rm 16,17). Invece di turbarsi verso i fornicatori (1 Cor 5,1ss), ci si indigna verso coloro che pongono la questione: la Federazione Battista Europea!

■ Non viene neppure lontanamente posta la questione biblica secondo cui un credente dev’essere «irreprensibile» (gr. anepílēmptos «non esposto ad assalto, intangibile, integerrimo, perfetto») prima di essere approvato al ministero di conduttore (1 Tm 3,2; Tt 1,6s; cfr. 1 Tm 6,14). Secondo loro si può vivere secondo la condotta dei pagani, ottenebrati di mente (Rm 1,21; Ef 4,17ss), senza che ci sia un prima e un poi riguardo al mutamento della condotta di vita. È scritto invece: «Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; ad essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità» (Ef 4,22ss). Nel NT viene ribadito che non bisogna illudersi, visto che gli «ingiusti non erediteranno il regno di Dio» e tra di loro vengono menzionati per primi i fornicatori, poi anche gli adulteri, gli effeminati e i sodomiti (1 Cor 6,9s). Poi viene mostrato il necessario cambiamento fra prima e dopo la conversione: «E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo e mediante lo Spirito del Dio nostro» (v. 11).

■ Il cristianesimo viene ridotto a un sentimentalismo umanistico senza interesse per la verità biblica, a un atteggiamento psicologico senza chiedersi quale sia le cose che sono grate a Dio e quali quelle che Dio ha in abominio. «E quando un uomo si giace con un maschio come uno si giace con una donna, entrambi hanno commesso una cosa abominevole. Devono essere messi a morte. Il loro sangue ricadrà su di loro» (Lv 20,13).

■ Si suggerisce che il loro consenso etico contemporaneo, mutuato dalla morale corrente del mondo, sia lo «spirito evangelico». Non interessa quanto quest’ultimo sia distante dall’etica del nuovo patto come risulta da una lettura del NT, basata su un’esegesi contestuale e rigorosa. È il caso di dire riguardo a tale sedicente «spirito evangelico»: «Provate gli spiriti per vedere se provengono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo» (1 Gv 4,1).

■ Come si può concludere tale lettera così: «Orientiamoci tutti e tutte, innanzitutto ed essenzialmente, alla sequela di Gesù Cristo e alla fedeltà a Lui in povertà di spirito»? Seguire Gesù Cristo, significa accettare che le sue parole non passeranno (Mt 24,35). Egli si è espresso anche sulla contaminante fornicazione (Mt 15,19), di cui quella omosessuale è una specie. Il Concilio di Gerusalemme ingiunse di astenersi anche dalla fornicazione (At 15,20.29; 21,25). L’insegnamento degli apostoli era contro ogni specie di fornicazione, anche quella omosessuale. Come si può pretendere di essere fedeli a Cristo, agendo contrariamente all’insegnamento che Lui ha affidato ai suoi apostoli?





5. ASPETTI CONCLUSIVI: La cosa preoccupante è che ciò, che i rappresentanti della chiesa di Cagliari hanno espresso, stia diventando un consenso di non pochi battisti. Più di due decenni fa ci fu una scissione in tale chiesa proprio sul tema dell’omosessualità. Infatti la chiesa battista di Cagliari fu la prima a battezzare un omosessuale dichiarato, non pentito e praticante anche dopo. In seguito a questo vi fu appunto tale scissione. Tutto ciò è raccontato dal gruppo omosessuale militante «Gionata», che è operante fra le chiese della FCEI (federazione di battisti, metodisti e valdesi). Se tale lievito della fornicazione eterosessuale ed omosessuale viene tollerata nelle chiese e diventa consenso, è inevitabile che qui si instaurerà un nuovo modello morale e lì ciò creerà defezioni o spaccature.

Che questo possa portare a quella defezione della fede, chiamata «apostasia» e attesa per la fine dei tempi, mi sembra alquanto probabile. Paolo raccomandava a Timoteo quanto segue: «Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo. Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno insegnanti secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole» (2 Tm 4,2ss).

Sembra che tali battisti italiani, trovandosi già sull’orlo del precipizio, siano intenzionati a fare un ulteriore passo avanti…



Per gli approfondimenti degli aspetti etici dell'omosessualità rimandiamo alla seguente sezione: ► Etica: Omosessualità e particolarmente ai seguenti scritti:

► La fornicazione omosessuale {Veglio Jugovac} (A)

► Martin Luther King: un modello da imitare? {Nicola Martella} (A)

► Omosessualità è fornicazione? Parliamone {Nicola Martella} (T)

► Pastore omosessuale in casa UCEBI: Abominio in luogo sacro? {Nicola Martella} (T)



► URL di origine: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Pastore_omosex_ucebi_EnB.htm

20-04-2009; Aggiornamento:

http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Pastore_omosex_ucebi_EnB.htm

I LUTERANI ITALIANI COME QUELLI SVEDESI

Svezia: nozze in chiesa per coppie omosessuali
Dopo il sì alle unioni civili, il sinodo luterano ammette quelle religiose

In Svezia nozze gay anche in chiesa
di Livia Sansone

COPENAGHEN - In Svezia, a partire dal primo novembre le coppie gay, già
ammesse da alcuni mesi alle unioni civili, potranno sposarsi anche in
chiesa. La decisione é stata presa oggi a larga maggioranza dal Sinodo
generale della Chiesa luterana svedese, la prima delle grandi chiese del
mondo pronte a consentire che le persone dello stesso sesso possano
unirsi in matrimonio con il rito religioso. Il dibattito all'interno e
fuori della chiesa è stato ampio e tormentato a partire dalla primavera
scorsa, quando è entrata in vigore una legge che consente agli
omosessuali il matrimonio civile. Contrasti sono emersi anche oggi nella
riunione del Sinodo che si è tenuta ad Uppsala, ma alla fine la
maggioranza favorevole è stata superiore alle previsioni.

Dei 250 delegati che compongono il Sinodo 176 hanno votato a favore, 62
contro e 11 si sono astenuti. A decidere per il sì è stata dunque una
maggioranza ampia, ma ciò non toglie che nella Chiesa svedese si possa
aprire un periodo di tensioni che porteranno alcuni pastori a rifiutarsi
di celebrare nozze gay. In una conferenza stampa che si è tenuta al
termine dei lavori, il vescovo Esbjorn Hagberg si è detto preoccupato
per i contrasti che ora potranno accrescersi nei rapporti con le grandi
chiese del mondo. Al contrario l'Arcivescono Anders Wejryd non ritiene
che vi saranno profonde fratture. "I cambiamenti - è stato il suo
commento - comportano sempre tensioni e dissidi. Ma non credo che
rimarremo a lungo proprio soli". Wejryd ha aggiunto che questa svolta ha
a che vedere con lo scarso valore che in Svezia hanno le tradizioni in
rapporto ai diritti ed ha ricordato che fin dagli anni 90 i vescovi
della Chiesa di Svezia si erano espressi unanimemente a favore delle
relazioni omosessuali. Del resto nel Paese, prima ancora che per le
persone dello stesso sesso venisse introdotto il matrimonio civile, le
coppie gay venivano riconosciute come coppie di fatto ed avevano
ottenuto il diritto all'adozione. Il pronunciamento del Sinodo
naturalmente viene accolto con entusiasmo dall' organizzazione cristiana
degli omosessuali EKHO, che raggruppa anche i bisessuali e i
transessuali. "La decisione - si legge in suo comunicato stampa - mostra
che quella svedese è una chiesa aperta, e che si guarda con serietà
all'amore fra le persone dello stesso sesso".

http://it.narkive.com/2009/10/23/3609375-ansa-viva-gli-sposi.html

Gay/ I luterani italiani benediranno le unioni omosessuali

Gay/ I luterani italiani benediranno le unioni omosessuali
Roma, 22 apr. (Apcom) - La Chiesa cattolica no, e neppure la Corte costituzionale, ma la Chiesa luterana in Italia, piccola minoranza protestante, si prepara a benedire le coppie gay. "Per quanto riguarda la benedizione delle unioni di vita - che non può e non deve essere confusa con una celebrazione nuziale - la Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) intende iniziare un processo di riflessione sulla realtà delle unioni di vita differenti da quelle della famiglia classica", si legge in un comunicato. "L'esperienza pastorale porta quotidianamente a contatto con queste diverse e nuove forme di convivenza, determinando la necessità di accompagnare persone che cercano supporto nel vivere la loro particolare situazione in Italia e sollecitando una comprensione più ampia e profonda da parte della Celi di questo fenomeno". Il comunicato rende noto che da venerdì 30 aprile a lunedì 3 maggio si svolgerà, presso il centro Carraro di Verona, l'assemblea del Sinodo dei luterani italiani, guidato dal 2008 da due donne, la presidente Christiane Groeben e la vicepresidente Caroline von Hohenbuehel. "Al centro dei lavori di quest'anno, ci saranno in particolare l'elezione del Decano e del Vicedecano nonché il dibattito sulla benedizione delle unioni di vita e la presentazione del nuovo innario della Celi". La nota ricorda che la prima comunità luterana in Italia è quella di Venezia, risalente alla Riforma attuata dal monaco agostiniano di Martin Lutero nel 1517. I Luterani presenti in Italia e riuniti nella Celi sono circa 7mila e il loro riconoscimento giuridico avviene il 20 aprile 1993 con la firma dell'Intesa con lo Stato italiano.

http://www.apcom.it/news/rss/20100422_211925_dc0c97_86985.html

GESU' CONDANNA I SODOMITI

GESU' CONDANNA I SODOMITI

GESU' CONDANNA I SODOMITI

Gesù parlando del giudizio e della condanna eterna cita Sodoma Gomorra, anche se subiranno un castigo più mite rispetto agli increduli, saranno sempre condannati !
Matteo 10:14-15
14 E se alcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere da' vostri piedi. 15 In verità io vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.



Matteo 12:23-24
23 E tutte le turbe stupivano e dicevano: Non è costui il figliuol di Davide? 24 Ma i Farisei, udendo ciò, dissero: Costui non caccia i demonî se non per l'aiuto di Beelzebub, principe dei demonî.


Luca 10:10-12
10 Ma in qualunque città sarete entrati, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: 11 Perfino la polvere che dalla vostra città s'è attaccata a' nostri piedi, noi la scotiamo contro a voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio s'è avvicinato a voi. 12 Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città.

I SODOMITI NON ENTRERANNO NL REGNO DEI CIELI


1 Corinzi 6:9-11

6:9 Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v'illudete; né i fornicatori, né gl'idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, 10 né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio. 11 E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito dell'Iddio nostro.


LA LEGGE DI DIO E' CONTRO I SODOMITI

1Timoteo 1:9-10
9 riconoscendo che la legge è fatta non per il giusto, ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empî e i peccatori, per gli scellerati e gl'irreligiosi, per i percuotitori di padre e madre, 10 per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri d'uomini, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina.

CHI SONO I SODOMITI

Romani 1:26-32
1:26 Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami: poiché le loro femmine hanno mutato l'uso naturale in quello che è contro natura, 27 e similmente anche i maschi, lasciando l'uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento. 28 E siccome non si son curati di ritenere la conoscenza di Dio, Iddio li ha abbandonati ad una mente reproba, perché facessero le cose che sono sconvenienti, 29 essendo essi ricolmi d'ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, d'omicidio, di contesa, di frode, di malignità; 30 delatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, inventori di mali, disubbidienti ai genitori, 31 insensati, senza fede nei patti, senza affezione naturale, spietati; 32 i quali, pur conoscendo che secondo il giudizio di Dio quelli che fanno codeste cose son degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette.

2 Pietro: 2:4,8

Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il giudizio;
non risparmiò il mondo antico, ma tuttavia con altri sette salvò Noè, banditore di giustizia, mentre faceva piombare il diluvio su un mondo di empi;

condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente.

Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati.

Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie.

Giuda: 1, 7

Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura,
stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.

LA DISTRUZIONE DI SODOMA E GOMORRA
Genesi: 18, 17-33
Genesi: 19: 1-30

LA LEGGE DI DIO CONDANNA I SODOMITI


Il Levitico 18,22 proibisce l'omosessualità e la sua pratica.
Il Levitico 18,29 indica la punizione per l'omosessualità: la morte.
1 Re 14,24 racconta che Dio aveva scacciato davanti agli Israeliti i prostituti sacri.



Citazioni Bibbia Cei e Luzzi


http://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/

http://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/Home/gesu-condanna-i-sodomiti

mercoledì 14 aprile 2010

LA SACRA BIBBIA VIETA LA PEDOFILIA

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

LA SACRA BIBBIA VIETA LA PEDOFILIA

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Oggi molti giornalisti si improvvisano teologi, ma sensa conoscenza delle Sacre Scritture si commettono gravi errori.

Ecco cosa scrive Miriam Della Croce:
Il peccato della pedofilia nella Bibbia è un peccato inesistente
martedì 13 aprile 2010
di miriam della croce


A seguito della mia lettera qui pubblicata, con titolo: “Evangelico errore di noti scrittori”, e uscita poi su La Repubblica il giorno 7 aprile col titolo: “Quel passo del Vangelo male intepretato”, ho ricevuto dal giornalista Piero Schiavello de’ La Repubblica, la seguente mail:

Gentile Della Croce, dopo aver pubblicato la sua lettera continuano le interpretazioni diverse dalla sua sul passo del Vangelo. Ora anche il nostro editorialista Mancuso, uno studioso specialista come lei. Da non specialista, come molti lettori, non so più cosa pensare.
cordialmente
p.schiavello

Ed ecco la mia risposta, che ho inviato ieri a Piero Schiavello, e per conoscenza ad Augias, a Vito Mancuso, e a qualche lettore ancora non persuaso.

Il peccato della pedofilia nella Bibbia è inesistente
Gentile dott. Piero Schiavello, sono stata alcuni giorni lontano da Roma e dal computer, e per questo rispondo solo oggi alla sua cortese lettera. Non ho letto lo scritto di Vito Mancuso, e quindi non posso dare un parere in merito, però sarebbe grave che il noto teologo avesse commesso l’errore da me rilevato. Immagino che Mancuso abbia parlato degli scandali in genere; perché vede, dott. Schiavello, il fatto è che non c’è un bel nulla da interpretare; basta leggere ciò che i sinottici (Marco, Matteo e Luca) riportano chiaramente. Ma lei deve anche sapere che il peccato della pedofilia nella Bibbia (Antico e Nuovo Testamento) è inesistente. Le trascrivo un passo del Talmud (Sanhedrin 55b, 69a) che, confesso, prendo tale e quale, e quindi con beneficio d’inventario, da internet: “Le bambine portano dura punizione su coloro che hanno rapporti con esse quando sono mestruate”.
Ciò significa che il peccato consisteva solo nel fatto di essersi contaminati col sangue mestruale. E ancora: “Quando un adulto ha rapporto con una bambina, è nulla; perché quando la bambina ha meno di tre anni, ciò è come se uno ficca un dito in un occhio. Le lacrime vanno e vengono; così la verginità torna a una bambina sotto i tre anni” (Ketuboth 11b).
Ma, a parte ciò, vogliamo leggere i sinottici? Matteo (18,6): “Ma se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare”. Ed ecco il commento di P.Rossano: “I piccoli sono i seguaci di Cristo, senza preminenza né appoggi umani, perciò più esposti ai pericoli dello scadalo, per altro inevitabile, data la proclività al male della natura umana” (La Bibbia – Edizioni Paoline 1990). Marco (9,42): “Chi poi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono, sarebbe meglio per lui…”. Luca (17, 1s): “E’ inevitabile che succedano scandali; però guai a colui che li provoca. E’ meglio per lui che gli sia appesa al collo…piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli”. Ed ecco il commento di F. Pasquero: “Lo scandalo è conseguenza della corruzione della natura umana. Qui non si tratta di un cattivo esempio sul piano morale, ma ben più gravemente di una condotta che minaccia di traviare i piccoli, cioè quelli ancora deboli nella fede” (La Bibbia – Edizioni Paoline 1990).
Spero di essere stata esauriente.
Miriam Della Croce

P.S. Preciso che non interpreto i testi sacri. Mi sono limitata a leggere il testo tradotto di diversi vangeli commentati e le note relative al versetto in questione. Affermare che lo scandalo della pedofilia fosse nella mente degli evangelisti, mi sembra uno scandalo storico!



http://www.reset-italia.net/2010/04/13/il-peccato-della-pedofilia-nella-bibbia-e-un-peccato-inesistente/

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Per quanto riguarda il Vecchio Testamento, vieta i rapporti fuori del matrimonio o concubinato, le fornicazioni e gli adulteri;

Esodo: 20,14; Deuteromonio: 5,18.

Anche il Nuovo Testamento vieta i rapporti fuori dal matrimonio;

"Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l'uomo commetta, è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo" (1 Corinzi 6:18).

"Né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari... Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro - che è un idolatra - ha eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Efesini 5:3-5).

"Questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate" (1 Tessalonicesi 4:3-5).

"Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio" (Galati 5:19-21).

"Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte della città! Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna. Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese" (Apocalisse 22:13-15).




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Per quanto riguardo il Nuovo Testamento e la pedofilia ecco un buon articolo:


14 04 2010

Pedofilia e Vangelo

Leggo con sconcerto che su Repubblica del 7 aprile è apparso un commento di Miriam Della Croce dal titolo "Quel passo del Vangelo mal interpretato" (clicca qui). Riporto anzitutto il brano di Matteo (cap. 18, vers. 6): "Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare".
La Della Croce dice che nella Bibbia la pedofilia non è condannata, poiché perfino in questo brano gli studiosi ritengono che il termine greco mikros ("piccolo") non si riferisce ai bambini ma ai credenti in Gesù Cristo, a coloro che hanno fatto i primi passi nel cammino di fede e quindi sono facilmente "scandalizzabili". Voglio far notare anzitutto un piccolo particolare del testo. Gesù poco prima (al v.5) disse che chi accoglie un solo bambino nel suo nome accoglie lui stesso. Poi, all'inizio del v.6, dice: chi invece scandalizza ... In greco "invece" è tradotto con de ed indica il proseguimento logico dello stesso discorso, dicendo ora che contrariamente a chi accoglie un bambino, chi invece lo scandalizza ...

Certamente, vi è anche il riferimento ai nuovi discepoli di Gesù che sono ancora sprovevduti come dei "bambini" e quindi facilmente scandalizzabili, ma non si può certo negare che i "piccoli" siano anche e primariamente i bambini, che più degli adulti accoglievano Gesù festosamente. Della Croce ha poi forse omesso di citare la traduzione di mikros nel più famoso dizionario di Greco del Nuovo Testamento, quello di Walter Bauer (A Greek-English Lexikon of the New Testament and Other Early Christian Literature), il quale alla pag. 521 inserisce Matteo cap. 6, vers. 6 tra i casi dove mikros indica una persona piccola di età, dunque (anche) un bambino.

Perciò, Matteo 6, vers. 6 si riferisce naturalmente ai bambini e metaforicamente anche ai nuovi discepoli di Gesù, sprovveduti e candidi come bambini.

Simone Venturini



simoneventurini@iesb.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


http://www.studiobiblico.it/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=533:i-bambini-e-la-bibbia&catid=89:altre-riflessioni&Itemid=206



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Per quanto riguarda il Talmud, davvero non condanna la pedofilia, ma non è la parola di Dio,

ma insegnamenti errati ed umani ecco un articolo:

Il Talmud
uno sguardo alle tradizioni religiose del giudaismo


L'autore del seguente articolo è Irv Spielberg, ebreo, un tempo seguace
del giudaismo, oggi cristiano. Egli scrive:

Questa religione [il giudaismo] ha avuto origine con la comparsa stessa dell'uomo, con Adamo ed Eva. È la religione nata prima di ogni altra forma di culto -- prima dell'Islam (apparso 14 secoli fa), prima dell'Induismo o del Buddismo (apparsi 25 secoli fa), prima dei vari culti pagani della Mesopotamia (60 secoli fa).

In sostanza, i giudei dovevano condursi con giustizia e ubbidienza davanti al loro Dio e Creatore, amandoLo con tutto il loro cuore.
A un certo punto, Dio rivolse ai giudei questo comandamento: "Amate il vostro prossimo - anche lo straniero che abita tra di voi - tanto quanto amate voi stessi". Non passò molto tempo che i giudei cominciarono a ribellarsi contro Dio e a fare di testa loro.
La loro ribellione durò secoli, prima che Dio permettesse la loro sconfitta e deportazione nell'antica Babilonia.

In quel tempo, i capi religiosi cominciarono a formulare delle nuove leggi e idee religiose che, secondo loro, servivano a spiegare e a completare i comandamenti che Dio aveva dato nell'Antico Testamento. Eppure, i loro insegnamenti annullavano quelli che Dio aveva dato loro!

Le nuove leggi inventate da quei rabbini sono conosciute come "il Talmud".
Sebbene i rabbini siano esperti del Talmud, probabilmente neppure un ebreo su mille sa esattamente cos'è il Talmud. Ecco allora alcuni insegnamenti del Talmud (con le relative fonti).



3) IL TALMUD ODIA I BAMBINI:

È giusto per una bambina di tre anni avere rapporti sessuali (Abodah Zarah, 37a; Kethuboth, 11b,39a; Sanhedrin, 55b,69a,b; Yebamoth, 12a,57b,58a,60b).
Quando un uomo ha rapporti omosessuali con un bambino al di sotto dei 9 anni d'età, non è da condannare (Sanhedrin, 54b,55a).
I rapporti sessuali con un bambino al di sotto degli 8 anni d'età sono leciti (Sanhedrin, 69b).

http://camcris.altervista.org/talmud.html

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http://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/

http://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/Home/la-sacra-bibbia-vieta-la-pedofilia

VANGELO E PEDOFILIA

14 04 2010

Pedofilia e Vangelo

Leggo con sconcerto che su Repubblica del 7 aprile è apparso un commento di Miriam Della Croce dal titolo "Quel passo del Vangelo mal interpretato" (clicca qui). Riporto anzitutto il brano di Matteo (cap. 18, vers. 6): "Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare".
La Della Croce dice che nella Bibbia la pedofilia non è condannata, poiché perfino in questo brano gli studiosi ritengono che il termine greco mikros ("piccolo") non si riferisce ai bambini ma ai credenti in Gesù Cristo, a coloro che hanno fatto i primi passi nel cammino di fede e quindi sono facilmente "scandalizzabili". Voglio far notare anzitutto un piccolo particolare del testo. Gesù poco prima (al v.5) disse che chi accoglie un solo bambino nel suo nome accoglie lui stesso. Poi, all'inizio del v.6, dice: chi invece scandalizza ... In greco "invece" è tradotto con de ed indica il proseguimento logico dello stesso discorso, dicendo ora che contrariamente a chi accoglie un bambino, chi invece lo scandalizza ...

Certamente, vi è anche il riferimento ai nuovi discepoli di Gesù che sono ancora sprovevduti come dei "bambini" e quindi facilmente scandalizzabili, ma non si può certo negare che i "piccoli" siano anche e primariamente i bambini, che più degli adulti accoglievano Gesù festosamente. Della Croce ha poi forse omesso di citare la traduzione di mikros nel più famoso dizionario di Greco del Nuovo Testamento, quello di Walter Bauer (A Greek-English Lexikon of the New Testament and Other Early Christian Literature), il quale alla pag. 521 inserisce Matteo cap. 6, vers. 6 tra i casi dove mikros indica una persona piccola di età, dunque (anche) un bambino.

Perciò, Matteo 6, vers. 6 si riferisce naturalmente ai bambini e metaforicamente anche ai nuovi discepoli di Gesù, sprovveduti e candidi come bambini.

Simone Venturini



simoneventurini@iesb.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


http://www.studiobiblico.it/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=533:i-bambini-e-la-bibbia&catid=89:altre-riflessioni&Itemid=206

Chiesa e pedofilia. Lo scandalo parte dai Vangeli. Ovvero dalla loro traduzione.

Chiesa e pedofilia. Lo scandalo parte dai Vangeli. Ovvero dalla loro traduzione.
Pubblicato da Pietro Cambi alle 01:01 in Bugie, Reimparare, Vita quotidiana





Debora, qualche giorno fa, ha scritto un post alquanto "dibattuto" sulla vicenda dei preti pedofili.

Giustamente si scandalizzava del fatto che si parlasse di scandalo e non del male che si fa ai bambini, in particolar modo facendo riferimento al passo del Vangelo secondo San Matteo18:1-10.

[6]Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. [7]Guai al mondo per gli scandali! E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!

Dopo qualche titubanza, perchè quando si tocca la religione si solleva SEMPRE un vespaio, ho deciso di dire, per quel che vale, la mia in merito a questo punto ( ed anche al contorno).

Lo scandalo è, a mio avviso che QUESTA e non altre sia la traduzione RITENUTA CORRETTA dalla Chiesa Cattolica.

Perchè mostra una cosa che NON si può negare in alcun modo, ovvero che queste cose siano successe e siano state, ove possibile, coperte, minimizzate, derubricate a "scandali" da anni, decenni, secoli.

Lo scandalo è nell'usare, nel testo ufficiale riconosciuto dalla CEI, con una lingua ricca di sfumature come l'italiano la parola SCANDALO.


Perchè dico questo?

Perchè altre traduzioni, in altre lingue NON usano affatto questa parola, scandalo, ma quella, molto più chiara, di PECCATO.

Ad esempio in inglese (peccato è SIN, in inglese e to SIN vuol dire peccare):

6But if anyone causes one of these little ones who believe in me to sin, it would be better for him to have a large millstone hung around his neck and to be drowned in the depths of the sea.

7"Woe to the world because of the things that cause people to sin! Such things must come, but woe to the man through whom they come! 8If your hand or your foot causes you to sin, cut it off and throw it away. It is better for you to enter life maimed or crippled than to have two hands or two feet and be thrown into eternal fire. 9And if your eye causes you to sin, gouge it out and throw it away. It is better for you to enter life with one eye than to have two eyes and be thrown into the fire of hell.

Ok. Ma chi ha ragione?

Fatevi una idea voi stessi:

Qui potrete trovare il vangelo nella sua forma originale in greco.

Ὃς δ' ἂν σκανδαλίσῃ ἕνα τῶν μικρῶν....

Il verbo usato, σκανδαλίσῃ deriva da: σκανδαλίζω,v {skan-dal-id'-zo}


riporto i possibili significati, in inglese:

1) to put a stumbling block or impediment in the way, upon which another may trip and fall, metaph. to offend 1a) to entice to sin 1b) to cause a person to begin to distrust and desert one whom he ought to trust and obey 1b1) to cause to fall away 1b2) to be offended in one, i.e. to see in another what I disapprove of and what hinders me from acknowledging his authority 1b3) to cause one to judge unfavourably or unjustly of another 1c) since one who stumbles or whose foot gets entangled feels annoyed 1c1) to cause one displeasure at a thing 1c2) to make indignant 1c3) to be displeased, indignant

Il significato che viene usato nella versione ufficiale, lo vedete da voi, è L'ULTIMO tra quelli normalmente associati al verbo in questione ( ed al relativo sostantivo).

Pochi dubbi, ragazzi: si parla di peccato, di peccare e di indurre al peccato.

Parole, concetti, verbi di cui sono pieni i Vangeli, anche nella traduzione ufficiale.

MENO che in questo passo.

Dove il peccatore è, con ottima probabilità, vista l'insolita durezza usata, che non si riscontra nei confronti di altri peccati e peccatori, anche su tematiche sessuali ( famoso l'episodio dell'adultera) un pedofilo.

Non ditemi che si tratta di un caso.

Niente è lasciato al caso, nei testi ufficiali e sopratutto in quelli dei Vangeli canonici. Ci sono stati scismi, con il contorno consueto di autodafé e guerre di religione varie, per molto meno, anche solo per la presenza o assenza di una semplice congiunzione nella liturgia ( sullo Spirito Santo ad esempio, in merito al fatto che provenisse dal padre E dal figlio o solo dal padre).

Si tratta di un intento ben preciso, dietro cui, senza alcun ombra di dubbio, si nasconde quello che Debora ha cosi ben mostrato nel suo post.

Non ci credete ancora?

Allora cercate pure, quanto volete, nell'esegesi CATTOLICA di quel passo del Vangelo.

Un link per tutti ( ne troverete quante ne vorrete) qui.

Riporto un passaggio:

lo scandalo (18, 6-9). Nel linguaggio biblico lo scandalo si colloca sul piano della fede e non tanto sul piano della morale. Scandalo è tutto ciò che disorienta la fede. Gesù condanna coloro che scandalizzano i “piccoli” che credono in lui. Piccoli non sono più i bambini di cui abbiamo parlato prima, ma i fedeli semplici, incapaci di sopportare le novità e le arditezza dei “maturi”: la loro fede è fragile, forse immatura, scandalizzabile: anche costoro rientrano nel numero dei piccoli che hanno diritto al primo posto nella comunità.

Dove c'era IL PECCATO, subentra lo scandalo. Che, nel disegno del commentatore ( che è in OTTIMA e NUMEROSA compagnia) consisterebbe nel "disorientare i fedeli".

Chissà quanti saranno i passi distorti in questo modo, nelle interpretazioni ufficiali.

Accontentiamoci, per ora, di questo, per le conseguenze dirette ed immediate che ha comportato e comporta. Mi fermo. Stiamo ai fatti.

Dietro questo schermo di parole , dietro il paravento dello "scandalo" si nasconde un disegno, omertoso, autoassolutorio, antimoderno, che con il messaggio cristiano non ha assolutamente niente a che vedere.

Si nasconde da anni, decenni, secoli.

Forse è ora di cambiare.



http://crisis.blogosfere.it/2010/04/chiesa-e-pedofilia-lo-scandalo-parte-dai-vangeli.html

BARBARA ANDERSON: ATTO D'ACCUSA CONTRO I TESTIMONI DI GEOVA

BARBARA ANDERSON: ATTO D'ACCUSA CONTRO I TESTIMONI DI GEOVA

by Roberta Lerici

Le sue parole rilanciate dai network radiofonici e televisivi d'America hanno scosso milioni di statunitensi. Le sue rivelazioni, dirette e circostanziate, l'hanno resa – con ogni probabilità – il nemico numero uno dei Testimoni di Geova accusati di avere coperto per tanto tempo casi di abusi sessuali su minori.

PROVINCIA | 03 luglio 2009 | Ora - dopo oltre 40 anni di permanenza tra le loro fila, tanto da essere incaricata di scrivere la storia ufficiale del movimento religioso – Barbara Anderson gira il mondo per invitare giovani e famiglie a tenersi lontano dai Testimoni di Geova e dai loro “pericoli”.
Questo fine settimana – dopo essere intervenuta, oggi, all’Università di Ginevra per la conferenza annuale dell’Associazione internazionale per lo studio delle sette – farà tappa in Romagna per una serie di appuntamenti organizzati dal Gris. Domani sera a Cervia per parlare della “Pedofilia occultata dai Testimoni di Geova”, domenica sera a Rimini, per soffermarsi sul 'Perchè è rischioso aderire ai Testimoni di Geova”. L'abbiamo raggiunta telefonicamente al suo arrivo in Italia.
“Mi sono avvicinata ai Testimoni di Geova”, che abbandonerà nel 1997, “molto giovane – spiega -. Avevo 14 anni nel 1954 ed era un tempo di grandi incertezze. Era il tempo della bomba atomica, si guardava con preoccupazione al futuro. Io ero una ragazza cattolica e avevo molte domande sulla vita e sulla Bibbia. La Chiesa cattolica – aggiunge – parlava di Dio come di un mistero, non dava risposte alle domande di una ragazzina. I Testimoni di Geova sembrava che dessero risposte, le prendevano direttamente dalle pagine della Bibbia. Mia madre, una cattolica di origini polacche, non fece molta attenzione alla cosa - puntualizza - non avevamo basi teologiche, non conoscevamo bene i fondamenti: direi che si è trattato di ignoranza”.
Dall'ingresso nei testimoni di Geova, nel 1954, inizia una sorta di scalata che porta Barbara Anderson sino alla prestigiosa Watch Tower Library di Brooklyn e al compito di redigere una storia ufficiale del movimento religioso utilizzando i documenti contenuti nella biblioteca newyorchese.
Un compito che le spalancherà, quelli che definisce i "segreti" dei Testimoni di Geova. “Lavorando in quell'ambito, all'interno della Watch Tower – prosegue – ho avuto modo di scoprire tante cose, anche cose negative, tra cui casi di pedofilia. Casi – sottolinea – coperti dalla stessa organizzazione. Anche perchè - precisa - tra i Testimoni di Geova vige una norma, che dicono biblica, secondo cui non si può accusare una persona se non ci sono almeno due testimoni. Di fatto molti segreti sono rimasti a conoscenza degli anziani che non hanno lasciato trapelare gli accadimenti all'esterno: i panni, insomma, si sono lavati in casa”.
Per questo, la Anderson ha preso progressivamente le distanze dal movimento fino a rendere testimonianze sui network televisivi e radiofonici a stelle e strisce. Particolarmente incisiva una sua presenza alla trasmissione 'Dateline', programma di punta della Nbc, da sempreuna delle reti più seguite dell'intero Paese.
“La pedofilia – osserva – non è un peccato, è un crimine. Gli anziani dovevano andare a raccontare tutti alle autorità invece di tenere tutto all'interno dell'organizzazione. C'è stato un caso di un uomo che ha compiuto abusi per venti anni e si è spostato di congregazione in congregazione. Ora è un fuggitivo e tra i principali ricercati dall'Fbi”.
Diversi casi, argomenta, sono finiti in un “aula di Tribunale”, dove è stato tolto il velo a comportamenti ma molti “hanno visto raggiungere delle transazioni” di carattere stragiudiziale. Alcune pure consistenti dal punto di vista economico.
Barbara Anderson e il marito Joe sono da tempo 'dissidenti', fuoriusciti dai Testimoni di Geova. In seguito a questa scelta, il figlio - definito dalla stessa Anderson “radicale” - ha voltato le spalle ai genitori ai quali non lascia vedere il nipotino. "Nostro nipote - ha chiosato al riguardo - cresce in una sorta di isolamento".
(Newsrimini.it)


Posted in Etichette: 4 luglio 2009, Barbara Anderson, Gris, pedofilia occulta, Romagna. Atto d'accusa, Testimoni di Geova |

http://movimentoinfanzialazio.blogspot.com/2009/07/barbara-anderson-in-romagna-atto.html

Vaticano, un documento segreto per coprire i preti pedofili

Vaticano, un documento segreto per coprire i preti pedofili


Tratto dal libro di Cosimo Cellammare: “Al di là dei mulini a vento: crimini compiuti in nome di Dio”
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Il testo, datato 1962, pubblicato dal giornale londinese Observer
Ai prelati venne ordinato di nascondere con ogni mezzo gli abusi

LONDRA - Un documento "confidenziale" scritto oltre 40 anni fa dal Vaticano ordinava ai vescovi di tutto il mondo di coprire con ogni mezzo gli abusi sessuali commessi dai religiosi. Il testo, 69 pagine tradotte in inglese, è stato pubblicato oggi dal giornale londinese Observer.
Secondo quanto riferito dalla testata, il documento proviene dall'archivio segreto del Vaticano. L'avvocato texano Daniel Shea, impegnato in un caso di abusi sessuali all'interno della Chiesa americana, ne avrebbe ottenuto una copia da un prete tedesco. Nel testo, datato 1962, si indicano “le procedure da seguire in caso di crimini di istigazione". Cioè quelli in cui un religioso tende "a sollecitare e provocare il penitente ad atti impuri ed osceni". “Il peggiore dei crimini si legge - è quello costituito da azioni nei confronti di giovani di ambo i sessi".

La Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles ha confermato l'autenticità del documento, che doveva "essere diligentemente conservato negli archivi segreti della Curia, rimanendo rigidamente riservato". Un mese fa, il legale americano che l'ha scoperto ha provveduto a consegnarne una copia alle autorità degli Stati Uniti, dove da molto tempo la chiesa cattolica è al centro di uno scandalo su abusi sessuali commessi nei confronti di adolescenti. Una vicenda che ha coinvolto anche l'arcivescovo di Boston Bemard Law. Costretto a lasciare il seggio per aver trasferito in massima segretezza i religiosi incriminati.
Nel documento segreto, scritto sotto il pontificato di Giovanni XXIII, il Vaticano impone ai vescovi di mantenere la massima segretezza sulle accuse di abusi. Si invita ad "ammonire, correggere e, se il caso lo richiedesse, a sospendere" i sacerdoti messi sotto accusa. "Ma - si legge - tutti i prelati devono gestire questi casi con la massima segretezza e vincolati al silenzio perpetuo". Pena la scomunica.

"Questo prova - dichiara Daniel Shea - che vi era un complotto internazionale da parte della Chiesa per coprire gli abusi sessuali. E un subdolo tentativo di nascondere attività criminali". Secondo un portavoce del Vaticano, però, il testo indica solo “le procedure disciplinari nel caso che un prete sia accusato di aver sollecitato prestazioni sessuali durante la confessione". La segretezza sarebbe dunque tesa "a proteggere gli accusati, come avviene anche nelle procedure penali oggi. Ed è anche subordinata alla speciale natura segreta del sacramento della confessione". In ogni caso, riferisce il giornale, non proibisce alle vittime di presentare accuse civili.

E su questo punto insiste il reverendo Thomas Doyle, un cappellano dell'Air Force statunitense in Germania. Secondo l'esperto di diritto ecclesiastico, il documento non legittima l'ordine di silenzio imposto alle vittime. “Pur confermando la patologica ossessione per la segretezza che affligge la Chiesa cattolica - afferma Doyle - il testo non giustifica le intimidazioni al silenzio subite dalle vittime degli abusi sessuali da parte esponenti della chiesa americana". Per provare questo, conclude il sacerdote, "servono infatti prove concrete".
(www.repubblica.it/2003/h/sezioni/esteri/observer/observer/obscrver.hftffl i (17 agosto 2003)

Riportiamo di seguito alcune delle 69 pagine del documento originale tradotto in inglese dal giornale londinese Observer e alcuni articoli del testo evidenziati dallo stesso giornale (il testo completo è riportato nel sito summenzionato).





http://www.disinformazione.it/vaticano_pedofilia.htm

Arcigay: da Bertone parole irresponsabili

Arcigay: da Bertone parole irresponsabili

Roma, 13-04-2010

"L'equazione omosessualità-pedofilia, falsa, ignobile e anti-scientifica, è un'affermazione disonesta che colpisce la vita e la dignità di milioni di persone gay e lesbiche, confermando il cinismo, la mancanza di scrupoli e la crudeltà di quelle stesse gerarchie vaticane che hanno coperto per anni i crimini sessuali perpetrati in tutto il mondo da esponenti della chiesa contro la vita di migliaia di bambini innocenti": e' la dura reazione di Arcigay alle affermazioni dei segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, ieri in Cile.

"Di quei corpi brutalmente violentati, di quell'infanzia e di quelle vite distrutte - dice il presidente Paolo Patane' - la chiesa porta la piena e vergognosa responsabilità, e non sarà tentando di distogliere l'attenzione dalle sue stridenti contraddizioni e dalle sue omertà interne che potrà sottrarsi ad un giudizio severissimo per reati sessuali denunciati in tutto il mondo contro i preti pedofili". "Siamo davvero indignati per le parole che Bertone ha pronunciato in Cile: non tenti la chiesa di trasferire le sue colpe sulla pelle di altre persone innocenti, e pensi piuttosto ad interrogarsi sulla sua mancanza di umanità" conclude Patane'.

Ieri il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, intervenendo da Santiago del Cile sulla campagna mediatica innescata dagli scandali dei preti pedofili aveva dichiarato:"E' stato dimostrato da molti psicologi e psichiatri - ha detto - che non c'è‚ legame tra celibato e pedofilia", mentre invece "molti" altri studiosi hanno dimostrato un legame "tra omosessualità e pedofilia".

Bertone ha infine ricordato la lettera del Papa ai fedeli d'Irlanda, e i suoi discorsi di condanna della pedofilia pronunciati negli Stati Uniti e in Australia, precisando che la pedofilia non e' un'esclusiva della Chiesa cattolica, ma "riguarda anche le altre religioni".

Il parere del presidente dell'Associazione italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici
Non c'e' nessun legame tra pedofilia e omosessualita': le teorie psichiatriche che ipotizzano un nesso sono "assolutamente prive di fondamento". Lo chiarisce il prof. Tonino Cantelmi, presidente dell'Associazione italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici (Aippc), dopo le parole del Cardinal Bertone secondo il quale invece "c'e' una relazione tra omosessualita' e pedofilia". "E' una tesi senza fondamento
- sottolinea, interpellato dall'AGI, il presidente degli psichiatri cattolici - perche' il pedofilo e' attratto da soggetti pre-puberi, che non hanno sviluppato la sessualita', e quindi la pedofilia e' una perversione che prescinde assolutamente dall'orientamento sessuale". Non a caso, sottolinea Cantelmi, "dei 10.000 pedofili accertati che ci sono in Italia, la maggior parte ha una vita 'normale', con famiglia, e mostrano tendenze eterosessuali. La pedofilia e' una perversione psichiatrica che colpisce narcisisti e antisociali, e nasce prima che si sviluppi la tendenza sessuale, quindi in quanto tale riguarda sia etero che omosessuali".



http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=139861

martedì 13 aprile 2010

Abusi su bimba, prete arrestatoTeramo, è un 40enne indiano

Abusi su bimba, prete arrestato
Teramo, è un 40enne indiano
Un sacerdote quarantenne di origini indiane è stato arrestato nel Teramano per violenza sessuale su una bambina di 10 anni. L'episodio - secondo quanto si è appreso - sarebbe avvenuto nell'abitazione della bambina nei giorni di Natale 2009. Alle indagini ha collaborato la Curia di Teramo. La denuncia è partita dagli stessi genitori dopo aver raccolto una confidenza della figlia.


Il sacerdote esercita da 2-3 anni in una zona vicina al capoluogo. E' finito in manette al rientro dall'India dove era andato per visitare la madre malata.

Ad arrestarlo i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria presso la Procura. Per gli inquirenti il religioso avrebbe commesso molestie sessuali sulla bambina in un solo episodio.



http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo478931.shtml

lunedì 12 aprile 2010

Don Rock prete-papà

Don Rock prete-papà
La Curia di Padova apre un'inchiesta



Don Paolo Spoladore finisce in un fascicolo della Curia vescovile. Al centro, più che la presunta paternità, la sua predicazione così originale ai corsi di meditazione di Santa Maria di Sala. Dopo le accuse di una donna, ecco quelle dei genitori di un giovane cuoco, sposato e con figli
PADOVA. Don Paolo Spoladore nella lente d’ingrandimento della curia vescovile per la sua attività pastorale. La prossima settimana si dovrebbe aprire nei suoi confronti una «indagine previa», ossia esplorativa, prevista dal diritto canonico. L’inchiesta interna dovrebbe riguardare non solo la sua presunta paternità dovuta dalla relazione con l’allora quarantenne Pimpy ma anche il «verbo» fuori dagli schemi da lui predicato nei corsi di meditazione a Santa Maria di Sala, soprattutto in riferimento alla malattia, ai sistemi alternativi per curarla e ai rapporti conflittuali tra figli e genitori inculcati con forza persuasiva agli adepti.

Una dottrina comportamentale che si rifà a Gerlald Jamplsky che nel libro «Lasciar andare la paura» invita a vivere l’amore in tutte le sue manifestazioni. Come del resto suggerisce Spoladore alias «Don Rock» nel suo volume «Non abbiate paura», nato dalla raccolta di foglietti scritti ogni domenica dai suoi fedelissimi discepoli quando, a centinaia, si recavano nella chiesa di San Lazzaro per assistere alla sua messa cantata delle 11. E da quella parrocchia il «Donpa» non venne rimosso per deviazioni sul vangelo bensì spostato ad altri incarichi meno appariscenti, dal momento che a quella comunità servivano riferimenti pastorali più semplici e tradizionali.

Adesso, sotto l’ondata mediatica di questa storia di paternità contrastata, si coglie il disagio delle autorità ecclesiastiche da tempo informate sulle sue «deviazioni» rispetto all’ortodossia ufficiale. «C’è dolore, sorpresa e sconcerto nella Chiesa di Padova per le notizie apparse negli ultimi giorni sulla stampa locale. Notizie che coinvolgono un prete diocesano molto noto: don Paolo Spoladore» esordisce una nota dell’Ufficio stampa diocesano. Seguono le argomentazioni sul punto: «Queste notizie addolorano per la risonanza, ma soprattutto per le conseguenze che comportano tra i presbiteri, i laici, le comunità cristiane. A questo proposito i superiori di don Spoladore assicurano che stanno seguendo con attenzione l’evolversi della vicenda, nella volontà di giungere alla verità dei fatti. In questo tempo di forte Quaresima - tempo di attesa e riflessione - la nostra chiesa locale si sente maggiormente interpellata dallo Spirito anche attraverso questi accadimenti per i quali chiede un supplemento di preghiera al Signore perché possa illuminare i cuori e, nella ricerca della verità, aiutare la maturazione di tutte le persone con le quali, seguendo gli insegnamenti della Gaudium et Spes. La Chiesa si sente di condividere le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze».



Oggi intanto «Donpa» continuerà, in via Leonordo da Vinci 13 di Santa Maria di Sala, il suo consueto corso di meditazione da guru. Ieri si sono presentati al nostro giornale i genitori (abitano in provincia di Treviso) di un insegnante-cuoco della Bassa Padovana accanito seguace del sacerdote cantautore, comunicatore e guaritore. «Don Paolo lo ha plagiato, inculcandogli idee strane. L’h a convinto che la causa dei suoi mali siamo noi. Così possiamo vedere lui, sua moglie e i suoi due bambini solo un paio di volte all’anno. Per non parlare delle idee sulla malattia, sulle abolite medicine e sul parto. Seguendo i consigli del «Donpa», nostra nuora ha partorito il secondo figlio in casa da sola, senza assistenza, senza un’ostetrica, senza nessuno ad aiutarla in caso di necessità. Siamo molto preoccupati da questa brutta china» avverte Oreste, il padre del giovane. E racconta d’aver bussato a tutte le porte. «Il 6 ottobre 2008 mi sono recato in Curia parlando quattr’occhi con don Luciano Barin. Gli ho lasciato i miei dati per essere avvertito in caso di sviluppi. In un anno, nessuna telefonata. Così venerdì 9 gennaio 2009 ho bussato alla porta del vicario vescovile esponendogli la situazione. Ha detto che su don Paolo Spoladore erano al corrente di tutto. Come se non bastasse, ho anche scritto due volte a “Famiglia Cristiana” senza ricevere risposta. E mi sono perfino rivolto all’associazione anti-sette di Ancona, chiedendo un aiuto perché il rapporto con nostro figlio ritornasse quello di un tempo».

Sui metodi curativi proposti da «Donpa» interviene un’altra ex adepta che non solo aveva partecipato ai corsi di meditazione ma che, nel 2003, si era pure prenotata per essere ricevuta in canonica di San Lazzaro da Spoladore nella veste di guaritore, per le visite riservate a casi di malattia gravi. «Ai malati di tumore consigliava di sospendere la chemioterapia. E sapete cosa proponeva alle donne che avevano un aborto? Di sedersi per due ore sulla sabbia calda, così da purificare il feto. Altrimenti in caso di un altro parto, il figlio sarebbe predisposto al suicidio. Colpa della madre. Colpa del padre. Sono loro il male oscuro da evitare».
(05 marzo 2010)

http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/don-rock-prete-papa-la-curia-di-padova-apre-uninchiesta/1878858


Padre Rock è papà? Il caso in tribunale
Un'altra donna: "Più che prete è santone"
Si annuncia una battaglia legale sulla presunta relazione tra l’ex parroco di San Lazzaro, don Paolo Spoladore, e la psicologa Pimpy, che si è già rivolta a un'avvocato. Un'ex seguace del sacerdote lo accusa per i metodi usati con i fedeli
PADOVA. Finita la guerra mediatica su forum di Campiglia.it, momentaneamente chiuso, si preannuncia una battaglia legale altrettanto serrata sulla presunta relazione d’amorosi sensi intercorsa tra l’ex parroco di San Lazzaro, don Paolo Spoladore, noto come Don Rock, e la bella psicologa Pimpy, con la nascita di un bimbo che ora ha circa otto anni. Una storia che a breve finirà in tribunale. La madre del minore, assistita dall’avvocatessa Maria Pia Rizzo, sta già raccogliendo una serie di riscontri probatori.

FALSE GENERALITÀ Per quanto concerne invece il test del Dna che accerterebbe la paternità di don Spoladore, si sono appresi ulteriori particolari. Quella comparazione genetica, pur se esaustiva a livello clinico, non ha valore legale. Da sola non basta a comprovare la paternità in sede giudiziaria, mancando dei requisiti di legge. Rappresenta tuttavia uno degli elementi di prova, dal momento che emerge una circostanza che potrebbe giocare a favore di Pimpy: anche se le generalità fornite dalla persona che si è sottoposta al test risultano false, la data di nascita corrisponde però a quella del «Donpa».

«DONPA» DAL VESCOVO. Intanto martedì pomeriggio la madre del minore, ricevuta da un alto prelato della Curia vescovile, ha esibito la fotocopia del discusso test del Dna a cui si sarebbe sottoposto don Paolo sotto sembianze diverse, nonché alcune foto del bambino che evidenzierebbe tratti somatici simili al padre. Ma «Donpa», convocato dal vescovo Antonio Mattiazzo lunedì scorso, avrebbe negato ogni «congiunzione» con quella donna (ora quarantanovenne) conosciuta durante i corsi di formazione di autostima tenuti dallo stesso sacerdote. Davanti a quel suo diniego totale, le autorità diocesane preferiscono muoversi con cautela, in attesa degli eventi. Però esiste il pericolo che, scavando sui retroscena di questo feuilleton, vengano a galla altre storie sul sacerdote-musicista-scrittore fuori dagli schemi.



PARLA UN’EX ADEPTA. Per capirne di più sulla complessa personalità del sacerdote cantautore che riempiva ogni domenica la chiesa di San Lazzaro con diverse centinaia di fedeli alla messa «cantata» delle 11, abbiamo raccolto la sofferta testimonianza di Marina (nome di fantasia), una sua ex adepta che nel 2003 partecipò al corso di formazione promosso da «Donpa» a Vigonza e la cui iscrizione costa oggi 280 euro. «All’inizio eravamo un centinaio di persone. Fin dall’inizio don Paolo fu perentorio: spiegò che alcuni di noi avrebbero abbandonato il corso anzitempo, mentre altri si sarebbero messi a piangere nel vedersi contestare il loro operato nei confronti dei figli. E così avvenne. Per lui la colpa è sempre dei genitori, anche quando i ragazzi si ammalano. E la medicina resta soltanto l’ultima spiaggia, come ha cercato di far credere a una ragazza di 25 anni affetta da neoplasia. Le disse che per guarire doveva leggere una preghiera dove perdonava i genitori per il male che le avevano procurato. Più che un sacerdote lo reputo un santone».

IN CANONICA. La nostra interlocutrice riferisce d’ aver acquistato tre libri scritti da don Spoladore: «Non abbiate paura», «Tutti ti cercano» e «Come luce che sorge». Ma spiega che gli adepti potevano comprare anche candele o altri gadget in bella mostra all’ingresso della sala-conferenze. E svela un altro retroscena. «Don Paolo non teneva solo corsi di formazione. Su appuntamento, riceveva gli adepti in canonica a San Lazzaro. Erano per lo più suoi seguaci, invasati a tal punto da vederlo come un semidio. Conosco amici ed amiche che si sono talmente assimilati nel personaggio che usano le sue stesse frasi e assumono i suoi atteggiamenti. Un giorno la curia gli vietò quelle pratiche, essendo al corrente di ciò che argomentava e faceva. Allora telefonò alle persone in lista. I rendez vous vennero cancellati». Nel libro «Vita da via», don Spoladore tratteggia il suo religioso sentire. «Se il movimento della vita si ferma per qualsiasi motivo, in qualche modo inizia da qualche parte necrosi e morte. E’ la rabbia che ferma, è il perdono che muove».
(04 marzo 2010)

http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/padre-rock-e-papa-il-caso-in-tribunale-unaltra-donna:-piu-che-prete-e-santone/1878308


Il caso di Padre Rock papà
Il popolo del web difende "Donpa"
E' stato sospeso il forum on-line dove una cinquantenne padovana ha accusato don Paolo Spoladore di essere il padre del suo bambino di otto anni. Molti messaggi nell’ultimo giorno accusavano la donna per i suoi attacchi. E lei vuole rivolgersi ai legali
PADOVA. «Donpa» Spoladore continua a non parlare della sua paternità. Meglio tacere che lasciarsi magari sfuggire qualche parola di troppo. E da ieri non è più attivo il forum di wwwcampiglia.it dove Pimpy, l’ex amata, aveva lanciato le sue prime esternazioni riferendo che il sacerdote rockstar si era sottoposto al test del Dna, risultato compatibile con quello del suo bambino di 7 anni e mezzo. «Per qualche giorno il forum non sarà accessibile. Mi spiace chiudere anche a chi non scrive di don Paolo, ma sono costretto a farlo» puntualizza il webmaster Enrico.

Il tam-tam sussurrato nel forum di Campiglia.it in queste settimane sul conto di «Donpa» per via di un suo «figlio clandestino», ha costretto Pimpy ad uscire allo scoperto con alcune rivelazioni decisive su una vicenda che avrebbe invece dovuto rimanere segreta. Essendo un’assidua e attiva visitatrice di questo sito internet, era rimasta esterrefatta nel sentir raccontare una storia distorta su questa sua privatissima vicenda di ragazza-madre. Ha allora deciso di uscire allo scoperto dando la versione esatta dei fatti, soprattutto in riferimento al test genetico e al comportamento di don Spoladore che si sarebbe disinteressato del bambino. Adesso è divenuta furiosa davanti alle dure (e per lei ingiuste) posizioni assunte da numerosi adepti nei suoi confronti. «Pimpy, sei dispiaciuta per tuo figlio, ma accusare suo padre, sputtanandolo non è che migliori lo stato delle cose. Facevi meglio risolvere la questione senza coinvolgere tanta gente. E poi sapevi benissimo che procreare un figlio con un prete (storia comunque secondo me inventata) portava a future difficoltà. Quello che semini, raccoglierai» scrive Vinny sul forum del 25 febbraio. «Bisogna accettare gli eventi e smettere di parlare. Qualsiasi cosa (Donpa) abbia fatto o non fatto, è la sua vita. Non spetta a nessuno di noi giudicare le sue scelte» avverte Elena.

Pimpy non ha gradito questa alzata generale di scudi a favore del presunto padre di suo figlio. Di qui la decisione di rivolgersi all’ avvocatessa Maria Pia Rizzo perché si faccia finalmente chiarezza sull’intera vicenda e che «Donpa» si assuma tutte le responsabilità del caso. Un invito alla chiarezza arriva anche dalla stessa Curia vescovile, inquieta per quel suo sacerdote-imbonitore in grado di fare presa su migliaia di ragazzi e ragazze con la sua «musica del cuore».

(01 marzo 2010)

http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/il-caso-di-padre-rock-papa-il-popolo-del-web-difende-donpa/1874296

Padre Rock è anche papà?
Settimana decisiva tra Pimpy e la Curia
Giorni importanti per capire gli sviluppi del caso della presunta paternità di don Paolo Spoladore, ex parroco di San Lazzaro a Padova. La donna che lo indica come padre di suo figlio sta raccogliendo testimonianze prima di presentare denuncia. E prosegue anche l'inchiesta della Curia vescovile sull'operato del sacerdote

PADOVA. Questa è una settimana decisiva per capire gli sviluppi del caso relativo alla presunta paternità di don Paolo Spoladore, molto noto come Padre Rock per via delle sue canzoni e dell'attività discografica, gran comunicatore ed ex parroco di San Lazzaro.

Secondo Pimpy, la cinquantenne che si presenta come la sua ex compagna e che è madre di un bambino di circa otto anni, sarebbe lui il papà naturale. Lo dimostrerebbe il test del Dna a cui il sacerdote si sarebbe sottoposto sotto falso nome. Quali le prossime mosse di Pimpy, che è assistita dall’avvocatessa Maria Pia Rizzo? Prima di portare la questione in ambito giudiziario, come ha annunciato, la donna sta raccogliendo altre testimonianze.

Intanto la Curia vescovile ha aperto «un’inchiesta previa» per valutare la condotta pastorale di Donpa - altro soprannome con cui è noto il sacerdote al centro del caso - anche in riferimento ai suoi discussi corsi di formazione. Per accedere a quello che si tiene a Santa Maria di Sala, al quale partecipano cento iscritti, si pagano 240 euro.

Da un lato centinaia di fedeli seguaci di Padre Rock ne esaltano il carisma, dall’altro fioccano censure sul suo operato. In particolare sul suo insegnamento in merito ai rapporti tra genitori e figli. E’ arrivato, per esempio, l’appello disperato di un genitore: suo figlio vuole «vendere tutto e andare via per sempre».

(08 marzo 2010)
http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/padre-rock-e-anche-papa-settimana-decisiva-tra-pimpy-e-la-curia/1882145

Padre Rock, un business da 770 mila euro
Corsi super-blindati con cento iscritti
C'è un body-guard all’ingresso dell'aula a Santa Maria di Sala dove don Paolo Spoladore, noto come Padre Rock, il sacerdote che una cinquantenne padovana indica come il padre di suo figlio e altri definiscono "un santone", tiene il suo corso di formazione. “Entrano solo gli iscritti”, dice. Dentro ci sono cento persone che hanno versato 240 euro a testa. Nel 2008 il bilancio della società Usiogope, che gestisce i corsi, ma anche dischi e libri di Padre Rock aveva un bilancio di 900 mila euro, con ricavi per 770

PADOVA. Un body-guard erculeo, vestito casual con jeans, scarpe da tennis e cappotto elegante a fungere da voluto contrasto. Controlla e ricontrolla tutto impettito l’elenco degli iscritti per evitare spiacevoli intrusioni. L’ordine è perentorio: ingresso vietato per i non addetti ai lavori al corso di formazione base indetto da don Paolo Spoladore a Santa Maria di Sala, in via Leonardo da Vinci 13. Una zona decentrata del paese, in una grande sala attigua al negozio «La Bomboniera».

CENTO ISCRITTI. Arriviamo di primo pomeriggio, quando quasi tutti gli adepti sono già entrati in sala, dopo aver riempito i tavoli del bar sottostante per la pausa-pranzo. Ieri hanno ascoltato le meditazioni del «Donpa» dalle 9 alle 12,30. Le lezioni postprandiali durano dalle 14,30 alle 18,30. Chiediamo al body-guard di parlare con don Sploladore. Ci fissa abbozzando un sornionesco sorriso di circostanza. «Mi dispiace, qui entrano solo gli iscritti. E poi don Paolo ha già iniziato il corso...» avverte chiudendoci in faccia la doppia porta blindata della sede di Usiogope, come si legge all’ingresso.

GROSSI INTROITI. Ma ecco un’iscritta ritardataria. Arriva a passo svelto, per recuperare il tempo perduto. Gli chiediamo del corso. «Stamattina don Paolo e il dottor Raffaele Migliorini hanno disquisito sulle funzioni del cervello. Ho trovato queste nozioni interessanti ed esaustive. Poi si vedrà» puntualizza. E alla domanda se il «Donpa» ha accennato al suo caso personale, diventa tagliente: «Non ho pagato 240 euro per ascoltare vicende che non mi riguardano». Questo corso-base dura tre giorni: venerdì, sabato e domenica. Attualmente ci sono un centinaio di iscritti, con un incasso di circa 24 mila euro. E poiché il corso viene ripetuto ai primi di ogni mese, l’introito annuo s’aggira sui 280 mila euro. Senza contare l’indotto di libri, dischi e gadget acquistati dagli adepti. Ma siamo solo al primo scalino iniziatico.



QUATTRO LIVELLI. A chi interessa approfondire il verbo» di «Don Rock» sono pronte altre quattro meditazioni sempre più complesse: realtà e illusione, malattia, meditazione, frequenza madre sul cordone ombelicale. Siamo alla quadratura del cerchio del filosofema esistenzial-religioso di don Spoladore e dei suoi più stretti collaboratori, mutuato dal pensatore americano Gerald Jampolsky ed imperniato su un vissuto dinamico inteso come «liberazione in modo sereno e vitale dei cordoni ombelicali mai interrotti». L’allusione allo strappo dai genitori appare evidente. Non a caso il padre di un discepolo di «Donpa» si è rivolto a noi con accenti accorati. «Ho saputo che mio figlio sta addirittura per vendere la casa. Ma non riesco a trovarlo, a comunicare con lui. Eppure è sposato e padre di due bambini. Gli ha dato di volta il cervello».

Nel 2008 il bilancio della società Usiogope (che gestisce non solo i corsi di formazione ma anche l’attività canora e libraria di don Spladore) risultava di 900 mila euro, con ricavi dell’attività di 770 mila euro. Un fatturato ragguardevole, a riprova della notorietà in ambito veneto raggiunta da questo sacerdote-cantautore e concertista rock ma nel contempo anche scrittore, pensatore e guru.

Torniamo a Santa Maria di Sala alle 18,30, all’uscita dal corso degli adepti. Una constatazione sorge spontanea: molte più donne che uomini. Di ogni età e professione. Alla vista del fotografo, si coprono istintivamente il volto, anche se non hanno niente di cui vergognarsi. Alcune sgattaiolano via a testa bassa sibilando un «non possiamo dire nulla» in odore d’indottrinamento. Non rispondono nemmeno alle domande più banali, come un giudizio generale sul corso. Ad altre riusciamo invece ad estorcere qualche battuta. «Per saperne di più fate come me, iscrivetevi» suggerisce una che si qualifica come giornalista. Un’altra avverte che «i temi trattati sono così complessi e particolari che non si possono raccontare».

TUTTO SUL CERVELLO. Ma una ragazza dal fare disinvolto ha la bontà di spiegarci l’orientamento formativo emerso in questa prima giornata di lezione. «Il dottor Raffaele ha parlato delle funzioni celebrali sotto il profilo fisiologico, mentre don Paolo ha trattato la questione dal versante psicologico» puntualizza. Psiche e tecne, come asserivano gli antichi filosofi greci. Ad un’altra ragazza chiediamo invece cosa l’ha spinta ad avvicinarsi a don Paolo. «Essendo attualmente senza lavoro e incuriosita da questo sacerdote così carismatico, ho raccolto l’i nvito di alcuni amici e mi sono iscritta. Spero che la mia curiosità sia ripagata da un arricchimento interiore». Tentiamo per l’ultima volta di avvicinare il «Donpa». La sua segretaria factotum e il suo angelo custode ci sbarrano il passo. «Non vuole parlare con nessuno, capito?».
(06 marzo 2010)

http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/padre-rock-un-business-da-770-mila-euro-corsi-super-blindati-con-cento-iscritti/1880001

Belluno. «Lascio l'altare e divento papà»

Belluno. «Lascio l'altare e divento papà»
L'ex prete confessa: «Amo un'albanese»
Era parroco del Duomo di Feltre ma da settembre è stato
sospeso dal sacerdozio: «La fede non mi bastava più»

BELLUNO (26 gennaio) - Dal settembre scorso è stato sospeso dal sacerdozio, su sua stessa richiesta, e ora don Giulio Antoniol, ex parroco del Duomo di Feltre, annuncia che diventerà padre a coronamento della sua storia d'amore con una ragazza albanese.

«Semplicemente mi sono innamorato - ha raccontato, indicando di essere in attesa del ritorno allo stato laico chiesto al vescovo e al Papa - e con convinzione abbiamo desiderato un bambino». La nascita è prevista per settembre. «La mia volontà - ha spiegato riguardo alla decisione di lasciare la tonaca - è stata sempre quella divivere la fede in chiesa e in comunità ma con il tempo le cose sono cambiate. Mi rendevo conto che ciò non bastava più».

Dei suoi propositi, nell'estate scorsa, aveva parlato con il vescovo di Belluno - «che da lì in avanti ha sempre avuto con me un rapporto paterno» - e non nasconde gli imbarazzi quando incontra persone che conosce e che gli mancano il Duomo gremito per la messa e i parrocchiani «ma trovo altrettanta gratificazione dalla vita di coppia nella quale lavare i piatti è espressione d'amore».



http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=88963&sez=NORDEST

Gesuiti tedeschi accusati di stupro: nuovo scandalo sessuale nella chiesa conciliare

Gesuiti tedeschi accusati di stupro: nuovo scandalo sessuale nella chiesa conciliare
Nuovo scandalo sessuale nella Chiesa. I gesuiti tedeschi accusati di stupro

Coinvolto uno dei più prestigiosi licei di Berlino. Il rettore: violenza mi ha sconvolto. I precedenti di Irlanda e Stati Uniti

La chiesa finisce nuovamente nel mirino delle polemiche. Un nuovo scandalo a sfondo sessuale, infatti, ha investito il mondo ecclesiale, questa volta in Germania. Sul quotidiano Berliner Morgenpost il rettore di uno dei licei più prestigiosi di Berlino, il Canisius-Kolleg al Tiergarten, gestito dai gesuiti, ha presentato le scuse ufficiali a nome dell’istituto per una serie sistematica di violenze sessuali avvenute negli anni Settanta e Ottanta da parte di due insegnanti. Le testimonianze di alcuni allievi hanno convinto il rettore che non si trattava di casi sporadici o isolati, ma di violenze sistematiche durate oltre un decennio. Almeno due insegnanti sacerdoti sono sospettati di aver compiuto gli abusi sugli studenti; entrambi hanno lasciato l’ordine dei gesuiti negli anni Ottanta e non insegnano più nella scuola.

IL RETTORE: SONO SCONVOLTO

Dopo che alcune vittime degli abusi si erano rivolte al rettore, padre Klaus Mertes, quest’ultimo ha scritto una lettera a circa 600 ex studenti dell’istituto, molti dei quali oggi occupano posizioni di rilievo nella società, nella politica e nell’economia tedesca. “La violenza dell’accaduto mi ha sconvolto”, ha dichiarato il rettore al Berliner Morgenpost. “Ho assicurato alle vittime tutta la mia discrezione. Adesso loro sono liberi di decidere se rivolgersi all’opinione pubblica o alla polizia”.

BUFERA PRETI PEDOFILI IN IRLANDA

Quanto accaduto in Germania è solo l’ultimo di una serie di scandali sessuali che ha visto protagonista la chiesa cattolica. Dopo la bufera che ha coinvolto alcuni sacerdoti in Nord America, recentemente è stata la chiesa irlandese a finire nella bufera. E’ stata una delle pagine più nere della storia d’Irlanda, e della storia della chiesa cattolica: l’abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi, riformatori e altri istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi. Un dossier con le testimonianze di 2.500 vittime di violenze, avvenute tra gli anni ‘40 e gli anni ‘80, negli istituti gestiti da preti e suore, riporta i racconti atroci, di uomini e donne oggi adulti che ricordano di essere stati picchiati in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente.

LA CONDANNA DEL PAPA

E sul tema è intervenuto duramente anche il Papa che ha convocato tutti i vescovi irlandesi per il 15 e il 16 febbraio a Roma: due giorni di confronto sullo scandalo degli abusi sessuali del clero dell’Isola, durante i quali presumibilmente saranno resi noti ai rappresentanti delle diocesi irlandese i contenuti della lettera che Benedetto XVI ha annunciato avrebbe inviato ai fedeli d’Irlanda per chiedere scusa e per ribadire la contrarietà della chiesa a tali abusi. (è sufficiente?, n.d.r.)

LA COMPAGNIA DI GESU’, IL PIU’ GRANDE ISTITUTO RELIGIOSO

La Compagnia di Gesù, questo il nome ufficiale dei gesuiti, è considerata singolarmente il più grande istituto religioso della Chiesa cattolica. Fu fondata nel 1534 da un gruppo di sei studenti dell’Università di Parigi che erano guidati da Ignazio di Loyola. L’attuale superiore dei gesuiti, storicamente chiamato il Papa Nero, per via del colore della tonaca, per la durata a vita dell’incarico e per il peso dell’ordine nel mondo cattolico, è padre Adolfo Nicolas, eletto il 19 gennaio 2008. Al primo gennaio 2009 i gesuiti erano in totale 18.516, di cui 13.112 sacerdoti (- 193 rispetto al 2008). La provincia più numerosa è quella italiana, con circa 700 membri.





http://www.gruppoartistico.it/public/press/?p=3025

Abusi, "Vaticano ostacola indagini"

Abusi, "Vaticano ostacola indagini"
8/3/2010
Accusa ministro della Giustizia tedesco
Il ministro della Giustizia tedesco, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ha accusato il Vaticano di aver ostacolato le indagini sugli episodi di abusi sessuali commessi nelle scuole cattoliche tedesche. "In numerose scuole e istituti - ha spiegato - c'è stato un muro di silenzio. Fatto in linea con una direttiva del 2001 secondo cui abusi così gravi vengono sottoposti al Papa in modo confidenziale e non devono essere rivelati all'esterno".


"Penso che proprio questo muro di silenzio sia legato certamente nelle scuole cattoliche anche al fatto che, in linea con una direttiva del 2001, abusi così gravi vengono sottoposti al Papa in modo confidenziale e non devono essere rivelati all'esterno della Chiesa", ha spiegato infatti Leutheusser-Schnarrenberger.

Secondo questa direttiva, i casi di sospetti abusi sessuali vengono esaminati internamente alla Chiesa, ha proseguito il ministro, sottolineando che la direttiva non prevede in modo specifico l'intervento immediato della Procura.

Il ministro dell'Istruzione chiede tolleranza zero
Sulla vicenda interviene anche il ministro dell'Istruzione Annette Schavan, che chiede tolleranza zero per i sospetti casi di pedofilia nelle scuole e nei collegi tedeschi. "Gli abusi commessi sugli studenti costituiscono la più grave violazione immaginabile del rapporto di fiducia", ha detto la Schavan, evidenziando che "non ci deve essere alcuna tolleranza in caso di sospetto di abusi sessuali o di violenze verso bambini e adolescenti nelle scuole o nei collegi. Si dovrà fare luce su tutto".

Intanto comunque la Santa Sede, in una nota pubblicata sull'Osservatore Romano, ha annunciato di voler fare "chiarezza" con l'obiettivo principale "di rendere giustizia alle eventuali vittime". Il Vaticano, comunque, nella stessa nota ha auspicato "che altrettanta chiarezza venga fatta anche all'interno di altre istituzioni pubbliche e private, se veramente sta a cuore di tutti il bene dell'infanzia".

Del resto, secondo alcune indiscrezioni, la lettera pastorale che Benedetto XVI sta preparando per i casi di abusi sessuali in Irlanda, potrebbe subire qualche modifica proprio alla luce degli scandali emersi anche in Germania, suo Paese d'origine, rendendo la linea vaticana, che già prometteva rigore, ancor più implacabile. E venerdì prossimo, intanto, è previsto l'atteso faccia a faccia tra il pontefice, che ha visto indirettamente toccato dallo scandalo anche il fratello maggiore, don Georg Ratzinger, come ex direttore del Coro di Ratisbona, e il capo della Chiesa tedesca Robert Zollitsc.



http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo475917.shtml

GERMANIA: CHIESA RISARCISCA VITTIME DI PEDOFILIA

GERMANIA: CHIESA RISARCISCA VITTIME DI PEDOFILIA

(AGI) - Berlino, 9 mar. - La Chiesa tedesca deve indennizzare le vittime di abusi sessuali compiuti negli istituti di istruzione ecclesiastici. Lo chiede oggi dalle colonne del quotidiano 'Sueddeutsche Zeitung' il ministro federale della Giustizia, la liberale Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, secondo la quale "e' necessario un chiaro segnale indirizzato alle vittime, come ad esempio una discussione su risarcimenti volontari nei casi in cui e' avvenuta la prescrizione giudiziaria". Il ministro sottolinea che questo gesto di riparazione materiale significa "rendere in parte giustizia alle vittime, anche se l'ingiustizia sofferta non e' quantizzabile materialmente". Sulla stessa lunghezza d'onda e' anche il segretario del partito socialdemocratico, Andrea Nahles, che estende la richiesta di risarcimento anche agli istituti laici in cui si sono verificati abusi. La signora Nahles spiega alla 'Sueddeutsche' che un risarcimento anche simbolico "sarebbe un'offerta adeguata alle vittime di allora", aggiungendo che "bisogna fare chiarezza ovunque si sono tenuti nascosti per anni abusi sistematici, affinche' essi non si ripetano". Nel frattempo il ministro della Giustizia bavarese, Beate Merk (Csu), chiede sul quotidiano 'Die Welt' di elevare le pene riguardanti gli abusi sessuali, poiche' ogni reato del genere e' "un crimine che deve essere nuovamente bollato allo stesso modo in cui cio' avveniva con la vecchia legislazione e come continua a rimanere nella percezione dei cittadini". In termini concreti la signora Merk chiede che "la pena minima venga aumentata dal minimo attuale di sei mesi ad un anno", poiche' "gli abusi sessuali sono le cose piu' ripugnanti che una persona possa fare all'animo innocente di un bambino".


http://www.agi.it/estero/notizie/201003091046-est-rt10032-germania_ministro_giustizia_chiesa_risarcisca_vittime_pedofilia

Pedofilia,la Chiesa olandese indaga

Pedofilia,la Chiesa olandese indaga
9/3/2010

Inchiesta su abusi in scuole cattoliche
La Conferenza episcopale olandese ha annunciato che sarà avviata un'inchiesta per accertare quanto accaduto in diverse scuole cattoliche dove sono state denunciati casi di abusi nei confronti di bambini. Lo hanno reso noto diversi media olandesi. L'indagine sulle presunte violenze sessuali, spiegano i vescovi, sarà "vasta, esterna e indipendente".


I vescovi olandesi sono "profondamente colpiti" dalle storie sui minori emerse in queste ultime settimane. Il caso è scoppiato una decina di giorni fa. Anche alcune suore, non solo quindi sacerdoti, di scuole cattoliche si sarebbero rese colpevoli, negli anni '50, di abusi. Un giornale olandese riporta la storia di Herman Harends, oggi 63enne, che ricorda i turbamenti subiti quando, 11enne, frequentava un collegio cattolico a Tegelen, cittadina nel sud dei Paesi Bassi.

"Non ne ho parlato prima perché si tratta di accuse difficili da sostenere e provare. Non cerco vendetta o scuse, molte delle suore sono già morte. E non credo - ha aggiunto si trattasse di un caso solato''.

Già l'ordine dei Salesiani aveva annunciato che un'inchiesta sarebbe stata aperta per i presunti abusi sessuali commessi da membri del clero in uno studentato della regione di Arnhem negli anni '60. Da allora, una commissione consultiva episcopale, creata nel 1995 per aiutare le vittime degli abusi sessuali commessi da membri del clero, ha ricevuto 200 testimonianze.

Sugli scandali che hanno colpito la Chiesa in diversi Paesi, dalla Germania all'Irlanda, il Vaticano ha preso una netta posizione. La Chiesa ha "affrontato il manifestarsi del problema con tempestività e decisione", ha dichiarato il portavoce, padre Federico Lombardi. In una nota per la Radio Vaticana, il religioso spiega anche come "concentrare le accuse solo sulla Chiesa porta a falsare la prospettiva".

"Le principali istituzioni ecclesiastiche coinvolte" nella vicenda "hanno affrontato il manifestarsi del problema con tempestività e con decisione. Hanno dato prova di volontà di trasparenza, in certo senso hanno accelerato il manifestarsi del problema invitando le vittime a parlare anche quando si trattava di casi di molto tempo fa". E' quanto rileva padre Lombardi in una lunga nota dedicata al caso degli abusi sessuali commessi dai sacerdoti e alle reazione della Santa Sede.

"Così facendo - ha aggiunto Lombardi - hanno affrontato le questioni con il piede giusto, perché il punto di partenza corretto è il riconoscimento di ciò che è avvenuto, e la preoccupazione per le vittime e le conseguenze degli atti compiuti contro di loro".



http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo476028.shtml

Usa, abusò di 200 bambini. Il Nyt: «Il Papa e Bertone lo coprirono»

Usa, abusò di 200 bambini. Il Nyt: «Il Papa e Bertone lo coprirono»
La salute precaria di padre Murphy e la mancanza di nuove accuse nei suoi confronti sono stati elementi determinanti nella decisione di non punirlo. È quanto ha commentato al New York Times il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, riferendosi al caso di pedofilia, rivelato dallo stesso giornale, che ha coinvolto un prete del Wisconsin e almeno 200 bambini sordi. Un caso che, secondo documenti ottenuti dal New York Times, il cardinale Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, e il cardinale Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato Vaticano, preferirono non rivelare.

Padre Murphy, è detto in un comunicato di Padre Lombardi citato dal New York Times, ha certamente abusato di bambini «particolarmente vulnerabili» e violato la legge. Si tratta di «un caso tragico», ha aggiunto.

Lombardi ha però sottolineato che il Vaticano è stato messo a conoscenza del caso solo nel 1996, anni dopo la fine delle indagini. Sui motivi per i quali padre Murphy non sia mai stato punito riducendolo allo stato laicale, il portavoce ha risposto che «il diritto canonico non prevede punizioni automatiche».

Ha quindi aggiunto che la precaria salute di padre Murphy e la mancanza di nuove accuse nei suoi confronti sono stati elementi determinanti nella decisione. Padre Murphy è morto nel 1998, due anni dopo che il Vaticano venne a conoscenza del caso.

25 marzo 2010

http://www.unita.it/news/mondo/96613/usa_abus_di_bambini_il_nyt_il_papa_e_bertone_lo_coprirono

Nyt:"Papa sapeva di prete pedofilo"

Nyt:"Papa sapeva di prete pedofilo"
Nuove accuse su scandalo tedesco
Il futuro Papa Benedetto XVI sapeva del caso del prete tedesco, riconosciuto colpevole di abusi su minori e reintegrato nelle sue cariche pastorali, mentre Joseph Ratzinger era arcivescovo di Monaco. La nuova accusa sulla massima carica della Chiesa cattolica arriva ancora una volta dal "New York Times", che si riferisce a Peter Hullermann e parla di un documento che avrebbe informato il futuro papa della vicenda.


Il quotidiano americano ricorda che proprio quel sacerdote tornò alle sue funzioni pastorali pur essendo stato riconosciuto colpevole di pedofilia. Il caso era venuto alla luce qualche settimana fa. Ma in quell'occasione l'allora vice di Ratzinger, Gerhard Gruber, aveva detto di avere lui tutte le responsabilità per i mancati interventi nei confronti del prete.

In pratica, si dice invece che il futuro papa Benedetto XVI fu tenuto strettamente aggiornato a proposito di quel caso, molto più di quanto lasciato trasparire dalla Chiesa. Una circostanza che accresce gli interrogativi sulla gestione dello scandalo da parte di Ratzinger prima della sua ascesa al Vaticano. Da quanto riferisce il New York Times, sembra che, con l'approvazione dell'allora arcivescovo, Peter Hullermann aveva iniziato una terapia negli anni Ottanta in seguito ai suoi abusi, ma sarebbe tornato alla sua attività pastorale pochi giorni dopo l'inizio della cura psicologica. E lo stesso prete fu successivamente condannato per molestie ai danni di bambini.

Il quotidiano statunitense spiega che esiste una nota riguardante il caso di Hullermann che fu consegnata all'allora arcivescovo di Monaco informandolo del reintegro del prete. Insomma, secondo il New York Times, Ratzinger avrebbe avuto le informazioni che gli permettevano di intervenire su quel prete, o almeno evitare che venisse di nuovo in contatto con minori.

La gerarchia ecclesiastica è subito intervenuta in difesa di Benedetto XVI, continua il quotidiano, dicendo che quel "memo" è pura routine e che è quindi "improbabile che quel documento sia arrivato sulla scrivania dell'arcivescovo", secondo quanto dice il reverendo Lorenz Wolf, vicario giudiziario dell'arcidiocesi di Monaco. Ma lo stesso Wolfa avrebbe anche precisato che non potrebbe escludere che il cardinale Ratzinger abbia letto quel documento. "L'esistenza del documento è confermata da due fonti ecclesiastiche", riferisce il Nyt, "e dimostra che Ratzinger non solo presiedette un incontro il 15 gennaio 1980, con il quale si approvava il trasferimento del prete, ma fu anche informato della nuova dislocazione del sacerdote".

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo477509.shtml

"Sei anni di abusi da un prete"

"Sei anni di abusi da un prete"
di Mariagrazia Gerinatutti gli articoli dell'autore
Girotondi neocatecumenali, chitarre che scandiscono «Venite a me...», ragazzi che sciamano dietro ai cartelli della vergine Maria. Fatalità, c’è il raduno della Giornata mondiale della gioventù e piazza San Pietro è invasa da adolescenti che attendono di incontrare il Pontefice. Loro, gli accusatori del Papa, quattro signori di mezza età, restano un metro al di qua delle transenne. In una mano stringono la foto del cardinale Ratzinger, nell’altra quella di quando erano loro stessi «bambini abusati da preti».

Adesso sono i responsabili della Survivors Network of those Abused by Priests, associazione dei bambini abusati dai preti. Sapevano di padre Murphy prima di leggerlo sui giornali, lo hanno saputo dalle vittime, molti anni fa, e quando sono venuti in possesso del carteggio tra la diocesi di Milwakee e il Vaticano hanno deciso di portarlo a Roma, a San Pietro, come atto d’accusa: «La Chiesa sta cercando di riscrivere la storia, dicendo noi non sapevamo, questo documento dimostra che sapevano e non hanno fatto niente», denunciano, prima che la polizia arrivi a portarli via, in commissariato per due ore, sequestrando tutto. Il carteggio. Una stampa con l’immagine dell’attuale Pontefice Benedetto XVI in abiti cardinalizi. Un’altra con il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone.

La foto di padre Murphy circondato dalla squadra di basket di una scuola americana. Foto di bambini a mezzo busto. Cartoncini con su scritto: «Verità» e «Proteggi i bambini». Qualche foto sono riusciti a salvarla. In una c’è una bambina vestita di bianco: «Sono io, avevo sei anni, lo zio del mio migliore amico era un prete, chiese se potevo aiutarlo in chiesa, mia madre mi disse di mettere il mio vestito migliore e delle scarpe nere, che non mi piacevano: di nascosto me le sono cambiate, uscendo poi sul retro. Quando arrivai dal prete, lui disse che ero una bambina cattiva e che Dio lo aveva mandato per salvarmi. Abusò di me e io pensai che lui sapeva che mi ero cambiata le scarpe di nascosto disubbedendo alla mamma e quella era la punizione. Siamo andati avanti così per sette anni: ogni volta pensavo che non avevo fatto i compiti o ero stata cattiva con il mio fratellino. E non a mia madre non dissi nulla, lei era orgogliosa che il prete mi considerasse speciale e non volevo che sapesse quanto ero cattiva», racconta tutto d’un fiato la sua storia Barbara Dorris di Saint Louis, una signora dai capelli bianchi che lotta perché «ad altri bambini non accada quello che è successo a me».

«L’abuso subito non si cancella mai, resta per tutta la vita», spiega Peter Isely, 49 anni, che adesso lavora come psicoterapeuta e ha in cura anche alcune delle vittime di padre Murphy. «Chi ha raccontato questa storia è un eroe, alcuni non ce l’hanno fatta a sopportare il peso e si sono suicidati». Lui stesso è un bambino abusato: «Avevo tredici anni, andavo a scuola dai frati per diventare sacerdote, l'uomo che abusò di me era il rettore del seminario, ora è morto, non è mai stato allontanato dalla Chiesa».

«La mia famiglia era devota, io frequentavo scuole cattoliche», racconta Barbara Blain. Aveva tredici anni quando è stata abusata dal suo parroco. «Il prete mi diceva “smetti di tremare, non voglio farti niente di male”... Più tardi seppi che altre ragazze nel ‘69 avevano denunciato di essere state violentate, ma la Chiesa lo allontanò dal suo incarico solo nel 1992 quando andai in tv a raccontare quello che mi aveva fatto». Non che la chiesa non sapesse. «Sapeva benissimo, organizzarono anche un incontro con lui, un suo superiore e lo psicologo: lui mi disse, Barbara, sei una persona migliore di me, dimenticati di questa vicenda, fai calare una tenda...». E invece no: «Sono loro che non devono dimenticare, bogliamo che rendano pubbliche le decine di carte tenute segrete in Vaticano sui casi di pedofilia e che i vescovi rimuovano i preti pedofili dal sacerdozio».

26 marzo 2010

http://www.unita.it/news/italia/96671/sei_anni_di_abusi_da_un_prete

«Pedofilia, in gioco la credibilità della Chiesa»

«Pedofilia, in gioco
la credibilità della Chiesa»
28 marzo 2010 | Francesco Peloso

LA CHIESA si gioca la sua credibilità sulla questione “cruciale” dello scandalo degli abusi sessuali da parte dei preti: tutto dipende dal tipo di risposta che saprà dare. Il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, torna a commentare le polemiche che infuriano sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, questa volta non per urlare al complotto contro la Santa Sede, ma per dire che la Chiesa deve andare fino in fondo nell’opera di pulizia. Poi spiega che da parte dei media c’è un interesse naturale verso la vicenda, anche se alcuni mezzi di informazione hanno davvero attaccato il Papa. Ancora si rileva che la linea dura, a cominciare da quella messa in campo dalla Chiesa degli Stati Uniti che per prima ha affrontato lo scandalo, ha dato i suoi buoni frutti. La strada da seguire è dunque già tracciata - spiega il gesuita - ed è la stessa indicata dal Pontefice nella sua lettera ai cattolici irlandesi.


La lunga nota di padre Lombardi è in equilibrio, ma i toni non sono più quelli della crociata. Il fatto che «la questione degli abusi sessuali su minori da parte di membri del clero cattolico ha continuato ad essere largamente presente sui media di molti Paesi - ha detto Lombardi - non è una sorpresa. L’argomento è di natura tale da attirare di per sé l’attenzione dei media, e il modo in cui la Chiesa lo affronta è cruciale per la sua credibilità morale».

Molti casi sono vecchi, ha spiegato il portavoce vaticano, e tuttavia «riconoscerli e farne ammenda nei confronti delle vittime è il prezzo del ristabilimento della giustizia e di quella “purificazione della memoria” che permette di guardare con rinnovato impegno, e insieme con umiltà e fiducia al futuro». Poi c’è il riferimento alla Chiesa degli States che, con linea intransigente, è riuscita a ridurre, nell’ultimo anno, del 30% le denunce di abusi sessuali. Un buon segno che non deve far «indulgere a compiacimenti fuori luogo», e tuttavia si dimostra che la strada seguita è efficace. Infine si rileva che gli attacchi più recenti al Papa non lo indeboliscono, anzi la sua autorità esce rafforzata nel perseguire la via del «rinnovamento e della riparazione».



In Irlanda è in gioco il futuro del cardinale Sean Brady, primate della Chiesa cattolica del suo Paese, del quale l’opinione pubblica chiede a gran voce le dimissioni per aver taciuto del suo coinvolgimento nella copertura di abusi sessuali ai danni di bambini. Il cardinale che ha nascosto le proprie responsabilità anche agli altri vescovi e al Pontefice, sarebbe vicino alle dimissioni. In Vaticano si auspica che il porporato abbia il buon senso di lasciare il suo posto per evitare un braccio di ferro con Roma, ma se un cardinale fosse costretto alle dimissioni, il fatto avrebbe connotati clamorosi.

L’Osservatore romano, infine, ha pubblicato un intervento dell’arcivescovo di Westminster, mons. Vincent Nichols, nel quale il prelato dice che di fronte a notizie di abusi sessuali da parte di preti, i vescovi devono rivolgersi alla polizia; non vi è alcun impedimento nella legge canonica - rileva Nichols - in questo senso. Anzi l’arcivescovo si spinge oltre e chiede che il processo penale anticipi quello canonico, capovolgendo tutta l’impostazione data fin qui al tema dalle alte gerarchie ecclesiastiche.



http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/mondo/2010/03/28/AMwRxuXD-pedofilia_credibilita_chiesa.shtml