ARTICOLI E NOTIZIE RIGUARDO L'APOSTASIA CHE STA ENTRANDO IN TUTTE LE CHIESE CRISTIANE

martedì 15 dicembre 2009

Papa:"Vergogna per preti pedofili"

Papa:"Vergogna per preti pedofili"
11/12/2009

"Massima attenzione per caso Irlanda"
Benedetto XVI si è detto "sconvolto e angosciato" dal contenuto del rapporto sugli abusi su minori compiuti dai preti cattolici in Irlanda. E' quanto si legge in un comunicato della Santa Sede al termine dell'incontro del Pontefice con rappresentanti della Chiesa locale. Il Vaticano continuerà a seguire questa "grave questione" con la "massima attenzione" per capire come siano potuti accadere questi "vergognosi eventi".


Il Papa - afferma la nota della sala stampa - ha ''ascoltato le preoccupazioni'' dei vescovi irlandesi e della Curia romana, e ha discusso con loro degli ''eventi traumatici'' evidenziati dal Rapporto della Commissione investigativa irlandese sull'arcidiocesi di Dublino.

Dopo un ''attento studio'' del rapporto, il papa si è sentito ''profondamente sconvolto e angosciato dal suo contenuto. ''Desidera ancora una volta - aggiunge la nota - esprimere il suo profondo dispiacere per le azioni compiute da alcuni membri del clero che hanno tradito le loro solenni promesse a Dio, oltre che la fiducia loro accordata dalle vittime e dalle loro famiglie, e in generale dalla società''.

''Il Santo Padre - prosegue il comunicato - condivide il senso di oltraggio, tradimento e vergogna sentito da tanti fedeli in Irlanda, e si unisce a loro in preghiera in questo
difficile momento per la vita della Chiesa''. Il Papa chiede perciò ai cattolici irlandesi, ai quali rivolgerà presto una lettera pastorale, e a quelli di tutto il mondo, di unirsi alle preghiere per le vittime, le loro famiglie e chiunque sia stato toccato da questi ''odiosi crimini''.

Promette, intanto, che ''la Chiesa continuerà a seguire questa grave questione con la massima attenzione per capire come questi vergognosi eventi siano potuti accadere e individuare il miglior modo per sviluppare efficaci e sicure strategie per evitare che si ripetano''.

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo468358.shtml

SCULTURA MADONNA BLASFEMA A SEZANO

GRAVE DISSACRAZIONE


A nome del "Centro Culturale Nicolò Stenone" mi unisco all'indignazione espressa dall'artista Marcello Sartori di Verona e da molti altri, per quanto riguarda certa arte contemporanea che viene definita "sacra" quando invece è dissacrante e volgare, e mi riferisco in particolare alla scultura di una donna in bronzo esposta nella cappella di Sezano dei padri Stimatini di Verona che dovrebbe rappresentare la Madonna. Una Madonna tutta nuda e scapigliata, che avanza con passo di danza tenendo una mano dietro e l'altra davanti su un pancione enorme che le cade giù, ebbene questa scultura dovrebbe comunicare, secondo le dichiarazioni degli ultimi esegeti esperti in acrobazie, sentimenti sublimi, quando invece la gente comune sente ripugnanza e disgusto. Se una prostituta si vedesse ritratta in quel modo si sentirebbe offesa nella sua femminilità.


Se "il bello è lo splendore del vero", come diceva Platone supportato poi da S. Tommaso, va da sé che la vera opera d'arte deve innanzitutto parlare di Verità, cioè essere comprensibile all'intelletto suscitando gioia interiore al suo sguardo, e non disgusto da superare con motivazioni assurde.


Non si può definire "sacra" una qualunque composizione artistica per il solo fatto che ha come oggetto personaggi della Sacra Scrittura, anzi, il più delle volte si tratta di opere d'arte dissacranti o blasfeme, come ad esempio quei tanto discussi quadri che raffigurano Gesù Cristo in atteggiamento orgiastico con gli Apostoli, esposti addirittura nel museo diocesano di Vienna. La stessa cosa dicasi per certi film o romanzi di autori notoriamente miscredenti, che non possono essere considerati fonte di verità storica solo perché trattano, spesso in modo offensivo e volutamente manipolato, della vita di Cristo.


Che queste volgarità o dissacrazioni vengano proposte dai nemici di Cristo è cosa ormai risaputa, ma che addirittura certi nostri "Consacrati", frati, suore, sacerdoti, teologi, vogliano giustificare e difendere queste autentiche profanazioni, accettandole nelle loro case, o chiese, o librerie come se si trattasse di "opere d'arte sacra", è un fatto gravissimo che grida vendetta al cospetto di Dio perché è lo stravolgimento della Verità in nome dell'idiozia e della peggiore ignoranza quando non addirittura, della voluta perversione. Tutti noi ci auguriamo che questo periodo della nostra storia, gravemente contrassegnato dalla presenza del "maligno" in tutti i settori della vita: religiosa, civile, politica, ecc. che si manifesta con omicidi, efferatezze, imbrogli, calamità e violenze di ogni genere, e che ha la sua radice principale nel categorico rifiuto della Divina Presenza di Gesù Cristo tra noi, sia come Crocifisso, sia come Bambino inerme nel presepio, ci auguriamo che questo periodo storico possa essere per ciascuno di noi stimolo e sfida per una decisa reazione, per un fedeltà più coraggiosa a Cristo, nostro Redentore, a iniziare dai nostri Pastori costituiti in autorità che rischiano talvolta di giocarsi l'anima per il loro colpevole silenzio.


Christus vincit, Christus regnat! Buon Natale a tutti.


patrizia.ste...@alice.it


http://groups.google.com/group/centro-religione-cristiana?hl=it

martedì 10 novembre 2009

IN SCENA PRESSO L'AUDITORIUM SAN DOMENICO UN OPERA MOLTO BLASFEMA-AMORE GAY VERSO GESU'

IN SCENA PRESSO L'AUDITORIUM SAN DOMENICO UN OPERA MOLTO BLASFEMA-AMORE GAY VERSO GESU'

04 novembre 2009
In scena “Lettera d’amore per uno sconosciuto” di Orazio Panunzio
Convincono Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri

di Corrado Altomare


“Io non so cosa succeda ai sentimenti dopo la morte, ma sono sicuro che il mio amore durerà nell’eternità e brucerà l’alito gelido della morte”, queste sono parole dello scrittore molfettese Orazio Panunzio scritte in una delle sue ultime opere “Lettera d’amore per uno sconosciuto”, in cui si evidenzia la religiosità e l’attaccamento alla sua città natale. L’opera è stata portata in scena da una emergente compagnia teatrale “Fuori scena” presso l'Auditorium San Domenico.

Nell’opera Panunzio parla di un giovane ventenne che nella notte tra il giovedì e il venerdì santo si innamora di Gesù e ripensando, nei giorni successivi a quel volto decide di scrivere una lettera d’amore per uno sconosciuto, perché lui non hai mai visto e né conosce Cristo, ma si è innamorato di quell’uomo che è stato torturato e ha subito ingiustamente una pena capitale.
Per cinquanta anni l’uomo cercherà di scrivere la lettera, senza mai riuscirci, per cinquanta anni l’uomo ogni giovedì santo rivedrà quel volto e ogni anno di Pasqua in Pasqua il suo amore si rafforza, occupando ogni spazio della sua esistenza, priva di qualsiasi altro sogno.

Il tema affrontato da Panunzio nella “Lettera d’amore per uno sconosciuto” non è facile da rappresentare, in quanto si tratta di un opera contrassegnata da passioni e sentimenti molto forti al limite del blasfemo e del sacrilego, comunque i due attori, che hanno rappresentato l’animo dell’innamorato sono riusciti a far comprendere allo spettatore la complessità dell’opera e il profondo sentimento di amore del giovane per uno sconosciuto.

Una scommessa vinta quella del collettivo “Fuori scena” con Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri, che hanno convinto e avvinto il pubblico con la loro performance con un testo come quello di Orazio Panunzio di non facile lettura, che loro hanno portato in scena con estrema bravura e maestria.





http://www.molfettalive.it/news/news.aspx?idnews=10450

IL SITO PARROCCHIA SAN DOMENICO - MOLFETTA
Via San Domenico tel/fax 0803355000



http://www.parrocchiasandomenico.it/new2/





mercoledì 4 novembre 2009

Ti amo, Gesù Morto: il Collettivo Fuori Scena sul palco con un'opera di Orazio Panunzio "Lettera d'amore ad uno Sconosciuto" portata in scena, domenica sera, nell' Auditorium San Domenico
MOLFETTA - E’ una storia d’amore l’opera prima del Collettivo Fuori Scena (Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri).
Un amore sicuramente anticonvenzionale, puro in origine, poi un po’ perso, insozzato, segnato dal tempo e dai tempi, avvertito continuamente, ma convulsamente degenerato. Ma di amore si tratta, e il titolo stesso non fa nulla per nasconderlo: “Lettera d’Amore ad uno Sconosciuto" è un testo inedito, dello scomparso scrittore molfettese Orazio Panunzio, messo a disposizione da parte della famiglia ad un gruppo teatrale giovanissimo, che in quanto tale sembra possedere la scintilla.




La scintilla che fa durare la stasi iniziale solo pochi attimi, che fa scordare la dolcezza del risveglio presi dall’ansia del vivere, che rompe ritmi scenici e vasi in terracotta senza preavviso. E’ la storia di un amore.
Sicuramente anticonvenzionale. Altrettanto sicuramente denso di una poesia e rispondente ad una idea sospesa tra classico e moderno, tra il bianco del candore iniziale e il rosso sangue di un compromesso di sopravvivenza. Un giovane, sembra ormai tanto tempo fa, si innamora, semplicemente ma passionalmente e tutt’altro che platonicamente, della Statua di Cristo Morto, nella notte del venerdì santo, nei vicoli di Molfetta. Il pianoforte che accompagna la nascita di questo amore rende la marcia funebre meno greve ma non meno grave.


E’ un amore puro, incantato, appassionato e pieno. Non durerà questa purezza.



E’ la storia di un amore corrisposto. Perché è anche quel ceppo di legno, trasformato in statua, ad innamorarsi, dall’alto, della città, della gente che vede nella penombra ai suoi piedi. E’ un amore a prima vista, che cresce con il passare degli anni, ammetterà Cristo Morto. Non durerà la purezza, ma durerà, in un modo o nell’altro, questo amore. Un amore da far perdere la testa ad una statua piena di santità, ma che in maniera quasi sacrilega finisce per perdere l’identità, per scordarsi quella santità per vivere l’amore terreno e carnale con l’ uomo. Con l’Uomo.




Durerà, in un modo o nell’altro, questo amore, tra muraglioni stracolmi e vocianti, tra vuoti a perdere abbandonati per le strade, tra l’illuminazione pubblica che, sessant’anni dopo, non vuol saperne di spegnersi quando passa la processione. Lettera d’Amore ad uno Sconosciuto è uno scritto di rara pienezza, e che sconosciuto sia rimasto, ai più, per tanto tempo, è un handicap forse finalmente colmato, per una città amata da Panunzio, che, si dice nella nota introduttiva, “ha trasformato la sua cittadina nel suo personaggio”.



Pieno di rosso-passione, rosso-sangue, rosso-virginale menarca, non c’è solo il giovane, interpretato da Elio Colasanto, innamorato del Gesù Cristo ancora sotto le lenzuola, con le fattezze di Andrea La Forgia. C’è un’intera città: o almeno, è bello poterla pensare così.
Per questo, anche per questo, riportare in scena questo amore (primo amore, e non si scorda mai) magari a ridosso della Settimana Santa, quando ci sarà da far capire ad altri, giovani vergini dei nostri tempi che forse quella notte del venerdì c’è altro, oltre a un’occasione per tirar tardi e bere in compagnia (che l’amore magari cambia, ma non si distrugge) non è un suggerimento. E’ un dovere.

Vincenzo Azzollini


http://www.quindici-molfetta.it/News.aspx?Id_News=17197


Centro Culturale Auditorium - ORAZIO PANUNZIO, UN UOMO, UNA CITTA' UN UNICO AMORE
Fonte: ASSOCIAZIONE 01-NOV-09




Il Centro Culturale Auditorium, sito in Molfetta via San Rocco, prosegue nella rassegna culturale di questo autunno.

Prossimo appuntamento, domenica 1 novembre 2009 ore 19, presso l'Auditorium S.Domenico

ORAZIO PANUNZIO
"Un uomo, una città, un unico amore"

a cura del Collettivo Fuori Scena

Voci recitanti e regia:
Andrea La forgia e Elio Colasanto

Al Pianoforte:
Francesco Giancaspro


http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pls/cci_dioc_new/bd_edit_app_dioc.edit_appuntamento?p_id=935721





04 novembre 2009
In scena “Lettera d’amore per uno sconosciuto” di Orazio Panunzio
Convincono Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri


di Corrado Altomare


“Io non so cosa succeda ai sentimenti dopo la morte, ma sono sicuro che il mio amore durerà nell’eternità e brucerà l’alito gelido della morte”, queste sono parole dello scrittore molfettese Orazio Panunzio scritte in una delle sue ultime opere “Lettera d’amore per uno sconosciuto”, in cui si evidenzia la religiosità e l’attaccamento alla sua città natale. L’opera è stata portata in scena da una emergente compagnia teatrale “Fuori scena” presso l'Auditorium San Domenico.

Nell’opera Panunzio parla di un giovane ventenne che nella notte tra il giovedì e il venerdì santo si innamora di Gesù e ripensando, nei giorni successivi a quel volto decide di scrivere una lettera d’amore per uno sconosciuto, perché lui non hai mai visto e né conosce Cristo, ma si è innamorato di quell’uomo che è stato torturato e ha subito ingiustamente una pena capitale.
Per cinquanta anni l’uomo cercherà di scrivere la lettera, senza mai riuscirci, per cinquanta anni l’uomo ogni giovedì santo rivedrà quel volto e ogni anno di Pasqua in Pasqua il suo amore si rafforza, occupando ogni spazio della sua esistenza, priva di qualsiasi altro sogno.

Il tema affrontato da Panunzio nella “Lettera d’amore per uno sconosciuto” non è facile da rappresentare, in quanto si tratta di un opera contrassegnata da passioni e sentimenti molto forti al limite del blasfemo e del sacrilego, comunque i due attori, che hanno rappresentato l’animo dell’innamorato sono riusciti a far comprendere allo spettatore la complessità dell’opera e il profondo sentimento di amore del giovane per uno sconosciuto.

Una scommessa vinta quella del collettivo “Fuori scena” con Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri, che hanno convinto e avvinto il pubblico con la loro performance con un testo come quello di Orazio Panunzio di non facile lettura, che loro hanno portato in scena con estrema bravura e maestria.


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http://www.molfettalive.it/news/news.aspx?idnews=10450

sabato 24 ottobre 2009

La religione è uscita completamente dalla vita dei ragazzi

Primo banco
La religione è uscita completamente dalla vita dei ragazzi
di Marco Lodoli
Che le chiese e gli oratori attraggano sempre meno i ragazzi italiani è un dato di fatto: la religione è uscita completamente dalle loro vite, ormai affascinate da altri immaginari, da altre presenze miracolose e salvatrici. Quello che sorprende di più un insegnante di lettere come me, è la scomparsa definitiva nel linguaggio comune di ogni riferimento al Vecchio e al Nuovo Testamento.
Per secoli e secoli tutti hanno saputo chi fosse “il figliol prodigo”, che razza di guai avesse combinato, perché fosse tornato a casa e quale vitello gli imbandì il padre. Tutti avevano letto e assimilato la parabola dei talenti o della pecorella smarrita, e anche chi poi era diventato atei e mangiapreti continuava a usare certi modi di dire, popolarmente condivisi.
Se San Marino incontrava la Germania in una partita di calcio, il titolo “Davide sfida Golia” era chiaro a ogni ragazzo. Se una paga era frutto di un tradimento o di comportamento miserevole, tutti capivano che si trattava di ignobili “trenta denari”. La pazienza di Giobbe, i castighi d’Egitto, il diluvio universale, Sodoma e Gomorra, la valle di Giosafat, settanta volte sette, un Golgota, una Maddalena, un buon Samaritano, un Fariseo, un sepolcro imbiancato, una vergine stolta: infinite erano le frasi idiomatiche e tanti i personaggi emblematici che uscendo dalla Bibbia e dal Vangelo entravano nel nostro linguaggio.
I giovani capivano i vecchi, magari usavano tante parole nuove, ma non smarrivano quelle precedenti, in cui comunque si racchiudeva una saggezza, un mondo e un cielo. Oggi nessuno dei miei alunni sa che cosa voglia dire “muoia Sansone con tutti i Filistei” o chi diavolo sia questo cammello che deve passare per la cruna di un ago, da dove vengono frasi così e in quali occasioni si potrebbero ancora usare.
E’ una tradizione morta e sepolta, una collezione di immagini sotterrate per sempre. L’italiano si è sbarazzato in vent’anni di due millenni di storie e parole. Ora possiamo dire che al fast-food c’era un truzzo cool con una posona che je s’accollava. Possiamo dire tante cose, ma meno di una volta, perché il vocabolario è stato svuotato, perché quelle cose lì, professò, le capisci solo tu e gli amici tuoi, perché a me dei preti nun me ne frega un cavolo e vojo parlà come me pare.

19 ottobre 2009

http://notizie.tiscali.it/articoli/lodoli/09/10/ragazzi-religione-12345.html

PER QUINZIO SARAMAGO NON BESTEMMIA-E' TRADIZIONE !

In questo articolo del 1993 il cattolico-ateo Quinzio Sergio, fa una assurda
affermazione, dice che il romanzo blasfemo di Saramago è tradizione,
ora è solo di recente che si scrivono romanzi blasfemi contro Gesù,
mentre la tradizione sia della chiesa che popolare, ed anche apocrifa e gnostica
esaltano la divinità e purezza e santità di Gesù.

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l' ultimo romanzo dello scrittore portoghese
altro che bestemmia, e' solo tradizione
Jose' Saramago: " il vangelo secondo Gesu' " , Bompiani

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ LIBRI Il Vangelo secondo Saramago TITOLO: Altro che bestemmia, e' solo tradizione - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - "Bestemmia" o "autentica religiosita' "? Sembra questa la domanda che sottosta' alle polemiche suscitate da Il vangelo secondo Gesu' , il romanzo dello scrittore portoghese Jose' Saramago. Non credo che la domanda ammetta risposta, perche' il lungo e un po' ossessivo discorso di Saramago sta al di qua, o se volete magari al di la' , sia della bestemmia che dell' autentica religiosita' . Cercando di riassumere la tesi del romanziere (la vicenda, malgrado pungenti rimaneggiamenti e aggiunte, resta quella narrata dai Vangeli), si puo' dire che sta nella contrapposizione della sublime, proprio perche' umanissima, figura di Gesu' a quella del dispotico Dio Padre che ne esige il sacrificio per affermare ovunque nel mondo il suo crudele potere. E una tesi che viene ripetuta, con variazioni, dal tempo di Marcione, dunque da circa 2000 anni, cioe' da sempre. Dio Padre, nel romanzo di Saramago, riesce bensi' a estendere il suo dominio sul creato, ben oltre i confini di Israele, ma nello stesso tempo, dall' interno, viene svuotato dal nuovo Dio Figlio, un nostro fratello che condivide con noi le stesse umane passioni e angosce. O, che e' la stessa cosa, l' uomo viene divinizzato, viene innalzato al posto di Dio. Anche questa, non e' che la storia degli ultimi venti secoli, che nell' idea dell' uomo Dio manifestano la loro dipendenza dall' idea cristiana. Saramago si dice "un ateo che ricade sempre sul religioso". Questo ne fa uno dei possibili emblemi della nostra attuale condizione, cosi' come la vediamo espressa ormai in innumerevoli fatti, saggi, romanzi, film, persino canzoni festivaliere, che mostrano una diffusa, per quanto superficiale, curiosita' per tutto cio' che comunque riguardi temi ed esperienze religiose. L' uomo contemporaneo non sembra piu' accontentarsi di affermare che non c' e' nessun Dio, e chequindi, poiche' nessun Dio lo sovrasta, e' in qualche modo egli stesso dio. Sarebbe semplice: dimenticare le favole del vecchio Dio. Invece se ne raccontano, e se ne scimmiottano, sempre di nuove. Perche' ? La nostra religiosita' . a conferma del caos in cui viviamo . sfiora la bestemmia, o coincide con essa: per sentirci come Lui dobbiamo tirarlo giu' , ridurlo alla nostra misura. Rileggiamo cosi' in Saramago quello che da tanti secoli e' stato scritto e riscritto: che Gesu' non nacque da una vergine, che sua madre Maria ebbe altri figli, che Gesu' amo' carnalmente Maria Maddalena (la dinastia medievale dei merovingi si vantava gia' discendente dalla coppia). In queste e simili affermazioni quel che si nota di piu' e' il meccanico ribaltamento dei dati della tradizionale narrazione evangelica. Il racconto di Saramago continua a muoversi nel contesto, minuzioso, della devozione tradizionale nella quale l' autore e' stato educato, con i patetismi del caso: ne dipende, non esce dal limite della variazione sul tema, sebbene pretenda d' incarnare la piu' audace ribellione. Per quanto si accentui l' umanita' di Gesu' , e per quanto s' insista nel suo morire sentendosi tradito da Dio, non si va molto oltre il dato scritturale, secondo il quale mangia e beve con i pescatori, e muore sulla croce gridando di sentirsi abbandonato dal Padre ("Dio mio, Dio mio, perche' mi hai abbandonato?"). Cosi' , sia pure a prezzo di confusioni che rivelano nello scrittore la mancanza di un orizzonte storico teologico nel quale comprendere le origini cristiane (si fa dire a Dio, riferito al tempo di Gesu' : "E da quattromila anni che sono il Dio degli ebrei"!), finisce per emergere una consapevolezza drammatica della vicenda vissuta dal Cristo, una consapevolezza che i secoli dell' insegnamento ecclesiastico hanno in parte eluso, sostituendola con una visione edulcorata. Puo' darsi che la bestemmia sia rimasta l' unica forma possibile di sopravvivenza storica di una religiosita' che vorrebbe essere autentica, e che qualche volta perfino ci riesce, affiorando da velleita' contraddittorie. Quanto a risposte adeguate alla situazione, mancano dovunque. JOSE SARAMAGO Il vangelo secondo Gesu' Editore Bompiani Pagine 350, lire 29.000

Quinzio Sergio


Pagina 24
(7 marzo 1993) - Corriere della Sera



http://archiviostorico.corriere.it/1993/marzo/07/altro_che_bestemmia_solo_tradizione_co_0_93030711035.shtml



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Ricordiamo:

Nel romanzo di SARAMAGO Il Vangelo secondo Gesù (Saramago J.)
Tra tante bestemmie ed assurdità, vediamo che Gesù è un grandissimo
peccatore, convive e fa sesso con una prostituta, la solita Maddalena,
il suo amico e maestro è un pastore, il quale in realtà è il demonio in persona.
Questo Gesù si ribbella a Dio, il quale è molto crudele, nonostante questo,
Gesù è figlio di Dio, fa miracoli e muore in croce come vuole il Padre.
Queste sono fantasie da malati di mente, poiché il Santo non può essere
contemporaneamente un dannato, ed il figlio di Dio non può essere nello stesso tempo un
peccatore, e discepolo di Satana.
Di un Gesù così ne facciamo volontariamente a meno, non ci serve, è spazzatura,
comunque questo Gesù è inventato dall'ateo Saramago, e noi possiamo stare tranquilli,
perché il nostro Gesù è solo quello vero del Nuovo Testamento, Santissimo,Purissimo,
Dio incarnato, e Salvatore del mondo.

LETTERATURA: SARAMAGO, IL DIO DELLA BIBBIA E' CATTIVO E RANCOROSO

LETTERATURA: SARAMAGO, IL DIO DELLA BIBBIA E' CATTIVO E RANCOROSO

Lisbona, 22 ott. - (Adnkronos) - ''Il Dio della Bibbia e' vendicativo, rancoroso, cattivo e indegno di fiducia''. Cosi' lo scrittore portoghese Jose' Saramago, Premio Nobel della letteratura 1998, ha difeso il suo nuovo romanzo ''Caino'', arrivato nelle librerie portoghesi da un paio di giorni e subito stroncato dalla Chiesa lusitana. I vescovi portoghesi tramite il portavoce della conferenza episcopale nazionale, padre Manuel Morujao, hanno accusato, lunedi' scorso, lo scrittore di offendere milioni di cattolici in tutto il mondo e al tempo stesso hanno denunciato ''un'operazione pubblicitaria'' per promuovere il libro che propone una rilettura ''irriverente se non oltraggiosa'' dell'episodio biblico dell'uccisione di Caino, primogenito di Adamo ed Eva, da parte del fratello Abele. In una conferenza stampa a Lisbona, Jose' Saramago, 86 anni, ha replicato ai vertici della Chiesa accusandoli di suscitare ''nuovi odii'' e di alimentare ''rancori, incomprensioni e resistenze''. ''Nella Bibbia - ha detto tra l'altro lo scrittore portoghese che si dichiara ateo e comunista - si narrano crudelta', incesti, violenze di ogni genere, carneficine. Tutto cio' e' incontestabile, ma e' bastato che lo dicessi io, per suscitare una polemica''. ''La Chiesa - ha aggiunto Saramago - vorrebbe piazzare un teologo dietro ciascun lettore della Bibbia per spiegargli cio' che sta leggendo e sostenere che quello che legge va interpretato in modo simbolico''. Ma ''il diritto di riflettere appartiene a ciascun individuo'', ha dichiarato Saramago, denunciando ''l'intolleranza delle religioni organizzate''. Gli attacchi della Chiesa al Premio Nobel vengono ormai da lontano. Nel 1992, dopo lo scandalo suscitato in Portogallo dall'uscita di ''Il vangelo secondo Gesu' Cristo'', Jose Saramago' lascio' il suo paese per stabilirsi a Lanzarote nell'arcipelago spagnolo delle isole Canarie, dove tuttora risiede. In quel romanzo, Saramago racconta che Gesu' perse la sua verginita' con Maria Maddalena, venendo utilizzato da Dio per dominare il mondo.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/LETTERATURA-SARAMAGO-IL-DIO-DELLA-BIBBIA-E-CATTIVO-E-RANCOROSO_3905173971.html

SARAMAGO-ATEO RAMPANTE

ATEISMO RAMPANTE – da premio Nobel o altro?


di Arai Daniele

Josè Saramago

Questi giorni in Portogallo divampa la polemica su José Saramago, premio Nobel per la Letteratura, che sta pubblicando il suo nuovo lavoro: «Caino». E per anticipare la sua pubblicità, ha voluto lanciare nella grande stampa il «pensiero» cui è giunto: la Bibbia è un manuale di cattivi costumi insegnati da un dio cattivo, invidioso e crudele.

Per controbilanciare tale aringa atea e antibiblica, furono mobilitati dalle TV locali alcuni preti in cravatta e anche rappresentanti della comunità ebraica. Tutti distinguono tra la poca attendibilità in matteria dell’autore del «Quinto Vangelo» e i suoi grandi meriti letterari. E il «mummifico» autore si dichiara stanco di rispondere alle critiche a un libro appena pubblicato e che non è stato ancora letto. Sarebbe pronto, però, a dibattere l’argomento con personalità in buona fede! In verità, le critiche sono proprio alla mala fede di chi si fa pubblicità attraverso un feroce attacco alla Bibbia e a Dio.

Qui, però, l’interesse non va a tale nobel di un rancido ateismo, ma al Libro «criticato», che svela il sublime progetto della grande Famiglia umana secondo l’Amore del Padre, rovinato dai pessimi costumi ribelli cui l’uomo si avviò alienando proprio la Parola di Dio. La Bibbia è il racconto di quanto l’uomo perse e stenta a ricuperare anche dopo che il Verbo di Dio s’incarnò per far vivere il progetto di Dio nella coscienza e nella società degli uomini di buona volontà.

Il Peccato Originale è, infatti, la ribellione ingenerante i pessimi costumi in questione, in cui vanno inclusi tutti gli orrori umani, dal delitto di Caino a quelli di Pol Pot, senza escludere, anzi, mettendo in primo posto i delitti mentali, filosofici, letterari ecc. che deviano moltitudini dal vero e dal bene, causando queste nefandezze. Contro la Verità, quale Nobel può vantare merito oltre il “mistero buffo” del proprio successo in un mondo avviato a una miserevole demenza porno-politeistica e auto-idolatrica?

Intendo, quindi, parlare più di cure divine che di degenerazioni umane, più del Santo Sacrificio che dei barbari massacri mentali e carnali oggi in atto. Questi per la loro estrema iniquità richiamano nel piano religioso i tempi finali della desolazione profetizzata nelle Sacre Scritture e confermate dal Signore stesso.

Si può dire che le Profezie bibliche vanno nel senso e hanno il valore di cure divine?

Sarebbe d’aiuto per il mondo presente la profezia di Daniele legata alla sospensione del Sacrificio perpetuo, corrispondente all’abominio della desolazione nel Luogo santo e che rappresenta un attacco finale alla Fede; alla Verità stessa, confermata dal Signore?

La Chiesa ha sempre insegnato la centralità del Sacrificio di amore del Salvatore, non solo nelle questioni religiose, ma in ogni decisiva questione umana. Poiché la vita umana è generalmente guidata da una mentalità prevalente, se a questa manca il senso del sacrificio personale per amore del vero e del bene, manca tutto quel che conta per giustificare una vita degna d’essere vissuta in un vero ordine terreno. Questa mancanza è legata alle ingiustizie e massacri perpetrati da quanti hanno preso le distanze perfino dal senso del Sacrificio divino. E quando non si sacrifica all’Alto per le proprie colpe, si scende nell’abisso di sacrificare altri per le proprie idee e godurie, ovvero idoli di possesso e di potere. Dalla cecità riguardo alla Vittima divina si passa a fare vittime il prossimo, in nome d’idoli oscuri. Si pensi ai sacrifici umani dei Maia e altri, ma pure nella società presente all’aborto e alle guerre di stermino, trascinante al degrado un numero infinito di coscienze in un turpe mondo moderno.

In quest’oscuro frangente storico siamo davanti a moti abominevoli ma promossi per via legale. Sarà forse una coincidenza che ciò corrisponda nel mondo spirituale a una manipolazione del Santo Sacrificio Eucaristico? In tal caso, le Profezie bibliche non vanno veramente nel senso di avvertimenti piuttosto che di minacce divine?

Non sono forse risposte permanenti per far riconoscere la nostra situazione presente?

A questa giusta risposta arriva solo il fedele che capisce la vitale importanza di quanto profetizzato da Gesù Cristo stesso sul Mistero cui è legata la formazione della retta coscienza delle genti. Ma oggi, in nome della stessa Fede, sembra che l’importante sia proclamare apertamente il diritto alla libertà totale a causa dell’assoluta dignità umana, omologata nella società abortista e canonizzata in termini simili dal Vaticano II; ognuno sarebbe libero e degno comunque scelga d’agire contro la Fede e perciò pure contro Dio.

È l’«idea desolante» che richiama l’apocalittica apertura del pozzo dell’abisso ad ogni libertà, fatto ormai misteriosamente compiuto dopo il calo del «vescovo con la chiave»!

Sorge il grave dubbio: costoro hanno la stessa fede nel DIO unico? La risposta negativa la danno loro stessi dicendo che cristiani, mussulmani ed ebrei hanno lo stesso Dio.

In quest’affermazione vi è un doppio empio inganno. Primo, perché restringe solo ai monoteisti cristiani, mussulmani e ebrei la sovranità di Dio, che è Signore dell’universo intero e perciò di tutto e di tutti, dei credenti d’ogni religione e pure degli atei, gnostici e agnostici; Dio è il Creatore delle stelle come della Terra, dei mari come delle montagne. Poi, perché la vera questione è sapere se si ha la fede in Dio come Egli si è rivelato e perciò Lo si ascolta e ubbidisce. Il contrario è credere in un dio secondo le proprie idee, superstiziosi o vantaggi; come se si fosse «capace» di conoscere Dio da sé, magari dire come deve agire e pensare per non far arrabbiare qualche televisivo don Mazzi o far angosciare un Paolo VI di cupa memoria.

Se un misero mondo clericale è arrivato a fare rimproveri a Dio ad Auschwitz (“dove ti eri nascosto”), figuriamoci se non è pronto anche a operare «ritocchi illuminati» o compromessi desolanti riguardo il Suo antiquato Sacrificio, inintelligibile ormai a una rigogliosa gioventù, resa emancipata perfino dalla propria coscienza!

E tutto ritorna a quella profezia del viaggio senza ritorno dal Cielo in terra per aprire l’abisso delle umane libertà. Chi sono se non quelli che hanno paura solo di perdere il semaforo verde della «nuova coscienza della Chiesa», come la chiamava anche il «Santo subito»; quella nuova coscienza riconciliata e a servizio del «nuovo ordine ecumenista» secondo il mondialismo illuminista?

Veniamo ora alla riflessione sull’abominio posto nel Luogo santo, che si presentava ai fedeli cattolici fino al Vaticano II come un avviso ermetico riguardante l’adulterazione del Santo Sacrificio. Nell’ora attuale non sembra ormai difficile risalire alla natura di questa realtà preannunciata da Gesù, perché corrisponde a qualcosa di storicamente verificatosi: la manipolazione del Sacrificio redentore rappresentato nella Santa Messa Cattolica da uno spirito innovatore. Allora veniamo alle parole di Gesù Cristo nel Suo discorso escatologico, quando cita il libro del Profeta Daniele (9, 27): «Egli stringerà una forte alleanza con molti… farà cessare il sacrificio e l’offerta; sull’ala del tempio porrà l’abominio della desolazione e ciò sarà fino alla fine». Basta pensare a Paolo VI che per inventare il Novus Ordo Missae si accorda ai protestanti negatori del Sacrificio, per capire il fatto enigmaticamente velato di una presenza e attuazione abominevoli.

Il Concilio di Trento interpreta tale versetto riprendendo il tema dell’Anticristo per due volte, nella sessione del 6 agosto 1547 e in quella del 10 dicembre 1551. Due testi che non differiscono perché centrati nel mistero dell’Eucaristia, rifacendosi a Daniele.

Il grande Concilio, riguardo l’introduzione nel Tempio dell’abominio della desolazione, afferma che annuncia l’Anticristo nella Chiesa, quell’«altro» che sorgerà in una fase finale della storia e che sarà ricevuto come ministro (vicario) di Gesù Cristo, esercitando il più sinistro potere pontificale per attuare la persecuzione ai cristiani che celebrano l’unico e vero Sacrificio salvatore; Esso deve essere quello tramandato dalla Croce, a un tempo, propiziatorio, di lode, di ringraziamento, quindi, di supplica, in quanto nel Sacrificio eucaristico, dopo aver riconosciuto e lodato il supremo dominio di Dio, si impetra l’applicazione ai fedeli dei meriti acquistati sulla Croce. La Chiesa e il Papato sono stati istituiti per perpetuarne la celebrazione, secondo l’intenzione divina, mai dei barlumi umanisti o del lugubre relativismo ecumenista.

Nelle parole di Gesù l’abominio della desolazione ha un significato profetico riferito a fatti non ancora accaduti, di cui quello terminale; della fine. Allora, il «Luogo santo» non è più il Tempio di Gerusalemme, ma è la Sua Chiesa. Tale idolo sarà lo spirito d’inganno dell’Anticristo, quello che porta un nuovo vangelo vuoto di soprannaturale ma pieno del senso illuminista e mondialista; quello che induce esterni ritualismi, ma è privo della forza della Parola e suscita la grande indifferenza, preludio dell’apostasia. «Badate che nessuno vi inganni! Poiché molti verranno nel mio Nome dicendo: “Io sono il Cristo”, e molta gente sarà tratta in inganno» … Allora il Cristianesimo non sarà apertamente negato, ma subdolamente invertito da una «nuova coscienza della Chiesa», che conserva una sorta di pietà spiritualmente vuota. È il segnale da leggere nei passi biblici relativi agli inganni finali, più chiari alla luce dei fatti che si svolgono ora nella Chiesa. Ecco l’aiuto profetico: ci siamo; resistete all’inganno con la vostra fede perché è stato levato di mezzo ( II Tes 2, 7) per un tempo il vero Pastore con il suo seguito fedele (Terzo Segreto di Fatima).

L’ora presente è contrassegnata dall’inganno capitale dei falsi cristi, in veste pastorale. Pastori guidati dallo spirito della «stella» crollata dal Cielo in terra e che aprì le porte che contenevano la scelleratezza delle libertà del mondo umano.

A questo punto, vedere l’ateismo che si diffonde nel mondo senza freni, non deve più sorprendere. Da quando lo spirito dell’illuminismo ecumenista ha scalato il Vaticano, ogni attacco a quel che è santo diviene banale roba quotidiana in veste canonica.

Solo nella Bibbia era la vera storia di Caino e di Giuda, che gli atei vorrebbero invertire; nel mondo presente la realtà della sua ripetizione.

Ateismo rampante di umanisti da premio Nobel? Bazzecole! Dei loro appassionati si son dati all’umanesimo ecumenista dopo aver indossato e presto alienato la triplice Corona del potere di Nostro Signore Gesù Cristo. Tutto, per essere graditi allo spirito che può attirare i potenti dal Cielo in terra, premiando la caduta con l’applauso di questo mondo di umanisti stirati e retti dalla bava dei media!

Eppure, c’è ancora quel piccolo mondo di poveri cattolici illusi aggrappati a certe vesti canoniche come paracaduti! Esse non scansano neppure la caduta nel dileggio mondano!

Viviamo l’ora di simulacri e inganni d’ordine terminale che soltanto parole bibliche potevano svelare. Ma esse sono riservate alle coscienze formate nella Fede del Signore. Le maggioranze continueranno a cercare le realtà del mondo nel baccano televisivo e conciliare, che non richiede attenzione e tanto meno sacrifici!

Questo articolo é stato pubblicato 23 ottobre 2009, 13:45 ed é archiviato sotto Arai Daniele.



http://www.gruppoartistico.it:80/public/press/?p=1547

GAY: CHIESE CATTOLICA E ORTODOSSA CONTRO LUTERANI SU MATRIMONI OMOSEX

23-10-09
GAY: CHIESE CATTOLICA E ORTODOSSA CONTRO LUTERANI SU MATRIMONI OMOSEX

(ASCA) - Roma, 23 ott - La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse in Svezia, si rammaricano per la decisione presa ieri dal Sinodo generale della Chiesa luterana svedese di permettere a partire dal primo novembre il matrimonio in Chiesa alle coppie omosessuali. In un comunicato congiunto, p. Fredrik Emanuelson, incaricato per l'ecumenismo della chiesa cattolica svedese e padre Misha Jaksic, rappresentante delle Chiese ortodosse, scrivono di aver appreso ''con tristezza'' la notizia, ed aggiungono: ''Si tratta di un allontanamento non solo dalla tradizione cristiana ma anche dal punto di vista proprio a tutte le religioni sulla natura del matrimonio''. La decisione presa dal Sinodo generale luterano ''esprime una visione radicalmente diversa'' da come la Chiesa e i cristiani concepiscono il matrimonio. La decisione del Sinodo luterano in realta' non ha sorpreso le Chiese cattolica e ortodossa perche' ''e' stata preceduta da un lungo dibattito'' all'interno della Chiesa luterana, cominciato all'inizio di quest'anno quando e' entrata in vigore una legge che consente agli omosessuali il matrimonio civile. ''Nessuno di noi - conclude il comunicato - vuole annullare i colloqui ecumenici con la Chiesa svedese.

Certamente, questa decisione della Chiesa di Svezia contribuisce ad allargare il divario'', ma ''i colloqui sono ora piu' importanti che mai, se si vuole compiere cio' che Cristo ci ha chiesto e cioe' di essere uno, perche' il mondo creda''.

asp/mcc/rob

http://www.asca.it/news-GAY__CHIESE_CATTOLICA_E_ORTODOSSA_CONTRO_LUTERANI_SU_MATRIMONI_OMOSEX-869321-ORA-.html

Svezia: nozze in chiesa per coppie omosessuali

Svezia: nozze in chiesa per coppie omosessuali
Dopo il sì alle unioni civili, il sinodo luterano ammette quelle religiose
22 ottobre, 19:30

di Livia Sansone

COPENAGHEN - In Svezia, a partire dal primo novembre le coppie gay, già ammesse da alcuni mesi alle unioni civili, potranno sposarsi anche in chiesa. La decisione é stata presa oggi a larga maggioranza dal Sinodo generale della Chiesa luterana svedese, la prima delle grandi chiese del mondo pronte a consentire che le persone dello stesso sesso possano unirsi in matrimonio con il rito religioso. Il dibattito all'interno e fuori della chiesa è stato ampio e tormentato a partire dalla primavera scorsa, quando è entrata in vigore una legge che consente agli omosessuali il matrimonio civile. Contrasti sono emersi anche oggi nella riunione del Sinodo che si è tenuta ad Uppsala, ma alla fine la maggioranza favorevole è stata superiore alle previsioni.

Dei 250 delegati che compongono il Sinodo 176 hanno votato a favore, 62 contro e 11 si sono astenuti. A decidere per il sì è stata dunque una maggioranza ampia, ma ciò non toglie che nella Chiesa svedese si possa aprire un periodo di tensioni che porteranno alcuni pastori a rifiutarsi di celebrare nozze gay. In una conferenza stampa che si è tenuta al termine dei lavori, il vescovo Esbjorn Hagberg si è detto preoccupato per i contrasti che ora potranno accrescersi nei rapporti con le grandi chiese del mondo. Al contrario l'Arcivescono Anders Wejryd non ritiene che vi saranno profonde fratture. "I cambiamenti - è stato il suo commento - comportano sempre tensioni e dissidi. Ma non credo che rimarremo a lungo proprio soli". Wejryd ha aggiunto che questa svolta ha a che vedere con lo scarso valore che in Svezia hanno le tradizioni in rapporto ai diritti ed ha ricordato che fin dagli anni 90 i vescovi della Chiesa di Svezia si erano espressi unanimemente a favore delle relazioni omosessuali. Del resto nel Paese, prima ancora che per le persone dello stesso sesso venisse introdotto il matrimonio civile, le coppie gay venivano riconosciute come coppie di fatto ed avevano ottenuto il diritto all'adozione. Il pronunciamento del Sinodo naturalmente viene accolto con entusiasmo dall' organizzazione cristiana degli omosessuali EKHO, che raggruppa anche i bisessuali e i transessuali. "La decisione - si legge in suo comunicato stampa - mostra che quella svedese è una chiesa aperta, e che si guarda con serietà all'amore fra le persone dello stesso sesso".



http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/inbreve/2009/10/22/visualizza_new.html_989650572.html

mercoledì 27 maggio 2009

A Berlino il 26 aprile si deciderà con un referendum il futuro dell'ora di religione a scuola.

Evangelici.net editoriali

In attesa di un mondo perfetto
Inserito il 12/3/2009

A Berlino il 26 aprile si deciderà con un referendum il futuro dell'ora di religione a scuola.

Abolita nel 2006 per fare spazio a una più neutra ora di etica («una sorta di educazione civica - scrive Il Giornale - nella quale trovano spazio anche le storie delle religioni, raccontate però in maniera neutrale e asettica»), l'ora di religione è reclamata a gran voce da un composito gruppo di cristiani - evangelici e cattolici - che chiedono di dare spazio, nell'agenda scolastica, a lezioni che permettano di conoscere la propria confessione.

I sostenitori dell'ora di religione, raggruppati nel comitato Pro-Reli, rilevano che «le lezioni di etica non sembrano aver sviluppato quella tolleranza che i suoi sostenitori si proponevano e la conoscenza delle religioni è rimasta nell'angolo». Non propongono di abolire l'insegnamento, ma solo di «aggiungere la scelta di frequentare vere e proprie lezioni di religione».

Le autorità locali non vedono di buon occhio l'iniziativa referendaria, che grazie alla mobilitazione delle confessioni cristiane ha raccolto 250 mila firme (quando ne sarebbero bastate 170 mila).

«Ci muoviamo evitando ogni tipo di strumentalizzazione politica - spiega Christoph Lehmann, avvocato ideatore del gruppo Pro-Reli - e la nostra proposta non si ferma solo alle confessioni cristiane: vogliamo che ogni studente possa scegliere fra la lezione di etica e una regolare lezione di religione, sia essa cattolica, evangelica, ebraica o musulmana».

Il motivo? «La tolleranza è possibile solo quando si conosce a fondo la propria religione, evitando i fondamentalismi dei cattivi maestri».

Probabilmente da un punto di vista laico non è del tutto corretto che la scuola pubblica offra una tribuna alle religioni. Sul piano pratico, però, va rilevato ancora una volta che il pensiero debole non riesce a garantire la convivenza civile: fare un passo indietro non aiuta, perché ci sarà sempre qualcuno pronto ad approfittare di quel vuoto.

Probabilmente da un punto di vita multiculturale si considera essenziale imparare a conoscere l'altro per capirlo e accettarlo. Ma non è facile comprendere le ragioni dell'altro se non si conoscono le proprie.

Probabilmente da un punto di vista spirituale non è la scuola a dover dare lezioni di moderazione contro l'integralismo, eppure la scuola è uno dei pochi spazi pubblici che possano suggerire una prospettiva diversa, su cui quantomeno riflettere.

Insomma, probabilmente nessuna di queste soluzioni è quella ideale. Sarebbe bello vedere un mondo sereno, dove ognuno vive ed esprime la propria fede senza offendere gli altri e senza vedersi limitare, dove la violenza viene fermata sul nascere dalle autorità e dalla riprovazione popolare, dove la convivenza quotidiana è garantita dalla serenità di una fede solida e appagante.

Sarebbe bello, certo. Fino a quando però dovremo confrontarci con la nostra realtà quotidiana, sarà il caso di non fermarsi ai sogni, ma studiare giorno dopo giorno soluzioni concrete. Sicuramente imperfette, ma quantomeno praticabili.

biblicamente - uno sguardo cristiano sull’attualità


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Pubblicato da evangelici.net



http://www.evangelici.net/editoriali/1236864999.html

Contro l'eresia : ‘Gesù morì spiritualmente e nacque di nuovo all’inferno’

Contro l'eresia

‘Gesù morì spiritualmente e nacque di nuovo all’inferno’
Benny Hinn ha affermato quanto segue: ‘Lo Spirito Santo mi sta mostrando alcune cose. …. Io ti sto dicendo la verità – è, è proprio pesante ora su di me …. Egli (riferendosi a Gesù) è nel mondo sotterraneo ora, Dio non è là, lo Spirito Santo non è là, e la Bibbia dice che egli fu generato. Sapete che cosa significa la parola generato? Significa rinato. Volete un'altra cosa che colpisce? Siete stati generati voi? E così anche lui lo fu. Nessuno vi seduca. Gesù nacque di nuovo. Voi direte: ‘Ma di che cosa stai parlando? ….. Egli nacque di nuovo, Egli dovette nascere di nuovo …. Se egli non fosse nato di nuovo, io non avrei potuto rinascere, io non sarei mai stato rinato. Come posso trovarmi da­vanti a Gesù e dire: Gesù, tu hai passato attraverso tutte le cose che ho passato io, eccetto la nuova nascita?’ (Benny Hinn, La nostra posizione in Cristo, parte 1. Orlando, FL: Orlando Christian Center, 1991, videotape TV-254).

Anche Kenneth Copeland ha affermato che Gesù nacque di nuovo, e Gesù nacque di nuovo all’inferno. Ecco le sue parole: ‘Egli permise al diavolo di trasportarlo nelle profondità dell’inferno come se fosse stato il più malvagio peccatore che fosse mai vissuto …. Tutti i demoni che erano all’inferno vennero giù su di lui per annichilirlo …. (essi) lo torturarono al di là di quanto qualcuno possa immaginare …. In un tuono di forza spirituale, la voce di Dio parlò allo spirito di Gesù che era frustato dalla morte, rotto e punito …..(nel) l’abisso della distruzione, e caricò lo spirito di Gesù con la potenza della resurrezione! Improvvisamente il suo spirito contorto, rovinato dalla morte cominciò a mettere su peso e tornò in vita …. Egli fu fatto letteralmente nascere di nuovo davanti agli occhi del diavolo …. Gesù … fu risuscitato come uomo nato di nuovo … Il giorno che io ho capito che un uomo nato di nuovo aveva sconfitto Satana, l’inferno e la morte, io mi eccitai così tanto ….! (‘Il Prezzo di tutto’, Belie­ver’s Voice of Victory, Settembre 1991, pag. 4).

Kenneth Hagin infine ha affermato anche lui: ‘Perché Gesù ebbe bisogno di essere generato o di nascere? Perché Egli diventò come eravamo noi – separato da Dio. Perché Egli gustò la morte spirituale per ogni uomo. E il Suo spirito e il suo uomo interiore andarono all’inferno al mio posto. Capite? La morte fisica non avrebbe rimosso i vostri peccati. Egli gustò la morte per ogni uomo. Egli sta dicendo che ha gustato la morte spirituale. Gesù è la prima persona che è nata di nuovo. Perché il Suo spirito ebbe bisogno di nascere di nuovo? Perché esso era stato allontanato da Dio’ (Kenneth Hagin, ‘Come Gesù ottenne il Suo Nome’ Cassetta 44-H01).

Questo insegnamento è contrario alla Parola di Dio e quindi è falso. Gesù non nacque mai di nuovo, né mentre era sulla terra e neppure quando si trovò per tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Mentre era sulla terra perché Cristo essendo stato generato dallo Spirito Santo non aveva peccato e perché durante la sua vita non peccò mai; nel caso contrario, sia che fosse nato come tutti gli altri uomini o che avesse peccato, allora sì che sarebbe stato necessario che Gesù Cristo nascesse di nuovo, ma dato che non fu così egli non ebbe bisogno di nascere di nuovo. La nuova nascita è una esperienza che devono e possono fare i peccatori proprio perché essi sono morti nei loro falli ed hanno bisogno di essere vivificati con Cristo per potere entrare nel Regno di Dio. Nel cuore della terra perché Egli non morì mai spiritualmente dopo la sua morte fisica, cioè tra la sua morte e la sua resurrezione fisica.

Parliamo di questa cosiddetta nuova nascita che Gesù avrebbe sperimentato all’inferno tra la sua morte e la sua resurrezione e di cui parla Copeland. Innanzi tutto è del tutto sbagliato dire che il diavolo portò Gesù all’inferno, un simile linguaggio è estraneo alla Scrittura. Come anche sono estranee alla Scrittura espressioni come ‘Tutti i demoni che erano all’inferno vennero giù su di lui per annichilirlo …. (essi) lo torturarono al di là di quanto qualcuno possa immaginare …. In un tuono di forza spirituale, la voce di Dio parlò allo spirito di Gesù che era frustato dalla morte, rotto e punito …..(nel) l’abisso della distruzione’; la Scrittura non ci dice simili cose. L’apostolo Pietro dice che Gesù nello spirito andò a predicare agli spiriti ritenuti in carcere i quali furono ribelli ai giorni di Noè mentre la pazienza di Dio aspettava (1 Pietro 3:19-20), e l’apostolo Paolo dice che egli scese nelle parti più basse della terra e salito in alto ha menato in cattività un gran numero di prigioni (cfr. Efesini 4:8-9). Dunque Gesù tra la sua morte e la sua resurrezione andò a predicare il Vangelo agli spiriti di coloro che ai giorni di Noè furono ribelli (non a tutti i morti quindi dell’antichità e non naturalmente per dargli l’opportunità di essere salvati perché dopo la morte non è mai esistita e mai esisterà la possibilità per i peccatori di essere salvati), e andò a prendere i santi dell’Antico Patto che si trovavano nel seno d’Abramo (che era situato nel cuore della terra ad una certa distanza dal luogo di tormento dove andavano i peccatori) per trasportarli in paradiso perché questo è il significato delle parole di Paolo. Ma di sue sofferenze patite anche nel cuore della terra per opera dei demoni, di torture inflittegli nel cuore della terra, la Scrittura non ne parla. La Scrittura parla invece delle sofferenze di Cristo sulla croce, ed anche di quelle da Lui patite mentre si trovava nel Getsemani, nel Sinedrio, e nella corte del governatore Pilato. Di queste sì ne parla, e di queste dobbiamo parlare, ma di sofferenze di Cristo per opera dei demoni all’inferno – tramite le quali Cristo morì spiritualmente - la Scrittura non ne parla ed io credo che non siano avvenute perché le sofferenze di Cristo necessarie alla nostra salvezza erano quelle sulla croce, cioè quelle che lui doveva patire con il suo corpo, cioè nella sua carne (secondo che è scritto: “Cristo ha sofferto nella carne” 1 Pietro 4:1), sul legno della croce perché è là che Gesù Cristo doveva soffrire e morire per espiare le nostre iniquità con il suo sacrificio, fu sul suo corpo sul legno del Golgota che Cristo si caricò delle nostre iniquità, Ecco perché gli apostoli parlavano spesso di queste sofferenze, della morte di Cristo, della croce di Cristo. Dunque la Scrittura parla delle sofferenze di Cristo fino alla sua morte, ma non di sofferenze da lui patite dopo la morte. State molto attenti fratelli, perché la dottrina della doppia morte di Gesù, cioè della sua morte spirituale e quella fisica, annulla la dottrina dell’espiazione, in quanto dice che la morte fisica patita da Cristo non fu sufficiente per l’espiazione dei nostri peccati. Mentre la Parola di Dio afferma in maniera inequivocabile che fu tramite la sua morte fisica che Gesù compì l’espiazione dei nostri peccati e ci riconciliò con Dio, secondo che è scritto: “E voi, che già eravate estranei e nemici nella vostra mente e nelle vostre opere malvage, ora Iddio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della morte d’esso, per farvi comparire davanti a sé santi e immacolati e irreprensibili” (Colossesi 1:21-22), e distrusse il diavolo, che aveva l’impero della morte, secondo che è scritto: “Poiché dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anch’egli vi ha similmente partecipato, affinché, mediante la morte, distruggesse colui che avea l’impero della morte, cioè il diavolo, e liberasse tutti quelli che per il timor della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù” (Ebrei 2:14-15), ed ancora: “E avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Colossesi 2:15).

Veniamo adesso alla resurrezione di Cristo; essa si compì il terzo giorno, e quando ciò avvenne l’anima del Signore tornò nel suo corpo che era nel sepolcro ma in un corpo trasformato dalla potenza di Dio in un corpo glorioso e immortale. Quel corpo dunque era lo stesso corpo con cui Gesù era morto ma possedeva delle qualità che il precedente non aveva; era immortale e glorioso, e potente. In questo dunque consistette la gloriosa resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, resurrezione e non nuova nascita, perché la resurrezione non è una nuova nascita. Qualcuno dirà: ‘Ma non è forse scritto in relazione alla resurrezione di Cristo che il Padre in quel giorno ha generato il Figliuolo?’ Sì, è scritto quanto segue: “E noi vi rechiamo la buona novella che la promessa fatta ai padri, Iddio l’ha adempiuta per noi, loro figliuoli, risuscitando Gesù, siccome anche è scritto nel salmo secondo: Tu sei il mio Figliuolo, oggi Io ti ho generato” (Atti 13:32-33), ma vi vorrei fare notare che non è scritto ‘rigenerato’ ma ‘generato’, il che è molto diverso. Se si fosse trattato di una nuova nascita certamente ci sarebbe stato scritto ‘rigenerato’, appunto perché era una seconda generazione. Ma è scritto ‘generato’ perché in quel giorno – come spiega Paolo ai Romani – Gesù Cristo fu “dichiarato Figliuol di Dio con potenza secondo lo spirito di santità mediante la sua risurrezione dai morti” (Romani 1:4). In altre parole, in quel giorno il Figliuol di Dio fu con potenza introdotto di nuovo nel mondo in quanto fu fatto tornare a vivere in un corpo potente e immortale.

Qualcun altro potrebbe dire allora a questo punto: ‘Perché allora Gesù è chiamato “il primogenito dai morti” (Colossesi 1:18)?’ Perché Egli è il primo uomo che è stato risuscitato dai morti con un corpo immortale e glorioso. La parola ‘primogenito’ indica la supremazia che Egli ha nella resurrezione dai morti. Un'altra parola usata dalla Scrittura per indicare questa supremazia di Gesù è ‘primizia’ in quanto Paolo, riferendosi alla resurrezione dei morti, chiama Gesù “primizia di quelli che dormono” (1 Corinzi 15:20). Fatemi dire qualcosa d’altro sull’espressione ‘primogenito dai morti’; che questa espressione di Paolo indica la supremazia che Gesù ha nella resurrezione o sopra tutti coloro che saranno risuscitati quando Egli ritornerà, è confermato dal fatto che Paolo chiama Gesù anche “il primogenito di ogni creatura” (Colossesi 1:15), il che non significa che Gesù è la prima creatura di Dio o che Egli è la prima creatura nata di nuovo, ma significa che Gesù ha la supremazia su tutta la creazione.

Dunque, fratelli, state attenti a non dire che Gesù nel cuore della terra morì spiritualmente perché non è vero; se così fosse stato, Gesù avrebbe dovuto morire due volte per compiere l’espiazione dei nostri peccati, la prima volta sulla croce e la seconda nel cuore della terra tra la sua morte e resurrezione, mentre la Scrittura afferma che Gesù morì per i nostri peccati una volta sola, cioè sulla croce; quelle furono le sofferenze del Cristo tramite le quali i nostri peccati sono stati rimossi, quelle sofferenze che Benny Hinn, Copeland e Hagin, con tutti i loro seguaci, dicono che Cristo soffrì tra la sua morte fisica e la sua resurrezione non sono mai avvenute. Come anche dovete stare attenti a non chiamare nuova nascita la resurrezione di Cristo; anche perché se la resurrezione di Cristo fu una nuova nascita, allora si potrebbe essere indotti a dire che pure la nostra resurrezione corporale che avverrà a suo tempo sarà una nuova nascita mentre noi sappiamo che la nuova nascita di cui parla Gesù a Nicodemo non è la resurrezione corporale dei santi, ma una resurrezione spirituale che possono sperimentare i peccatori e che noi abbiamo già sperimentato per opera della Parola di Dio e dello Spirito Santo quando ci siamo ravveduti ed abbiamo creduto in Cristo. Per altro vorrei cogliere l’occasione per mettervi in guardia da questa dottrina ‘resurrezione-nuova nascita’ che viene insegnata dai seguaci di Herbert Armstrong (fondatore della Chiesa Universale, che però da alcuni anni ha abbandonato diverse eresie di questo uomo che comunque vengono ancora seguite da altri gruppetti che sono sorti da questa scissione), costui diceva infatti che i credenti sarebbero nati di nuovo quando sarebbero risorti quindi alla resurrezione che per altro veniva pure negata perché quella di Armstrong non era una resurrezione corporale ma spirituale. Ma poi costui diceva che allora il credente diventerà Dio perché entrerà a fare parte della Divinità che è una famiglia ecc. Ma confuterò le sue eresie in un altro momento. Dunque, attenzione fratelli, a non chiamare ‘nuova nascita’ la resurrezione corporale di Cristo perché da questa infelice espressione possono scaturire strane dottrine.

Giacinto Butindaro



http://www.lanuovavia.org/confutazioni-gesu-nato-di-nuovo.html

Contro i perversi e vani ragionamenti fatti da alcune Chiese Evangeliche a favore dell’omosessualità

Contro i perversi e vani ragionamenti fatti da alcune Chiese Evangeliche a favore dell’omosessualità


In Italia ci sono pastori, teologi, e chiese evangeliche che approvano l’omosessualità, in quanto affermano che l’omosessualità non è peccato. Quindi, secondo loro, gli omosessuali che professano la loro fede in Cristo devono essere accettati a tutti gli effetti come membri di Chiesa. Non devono essere ripresi per il loro comportamento e neppure esortati a ravvedersi, ma piuttosto devono essere incoraggiati a rimanere omosessuali, perché non c’è alcun male nell’essere omosessuali. Un uomo può essere un gay mentre una donna può essere una lesbica, perché Dio non detesta l’omosessualità. Non solo, costoro esortano a schierarsi apertamente a favore delle coppie omosessuali, e quindi a favore dei loro diritti, tra cui spicca il ‘diritto di sposarsi’. Ecco quanto dissero a chiare lettere alcuni pastori e teologi protestanti diversi anni fa a riguardo delle unioni civili tra omosessuali:

'Apprezziamo ed accogliamo con interesse la raccomandazione del Parlamento di Strasburgo di riconoscere nelle legislazioni nazionali i diritti delle convivenze stabili fra cittadini omosessuali, assimilandole alle convivenze stabili fra eterosessuali, al fine di assicurare alle une e alle altre parità di doveri e di diritti; invitiamo la nostra società a confrontarsi con tale proposta con serenità e spirito di equità, sviluppando una riflessione etica che prenda atto dell'evoluzione del costume in corso nell'ambito delle società occidentali, salvaguardando da un lato il rispetto delle persone coinvolte nella loro specificità umana e nelle loro scelte di vita, e salvaguardando insieme i tempi necessari per una evoluzione e maturazione delle coscienze di fronte ai mutamenti in corso; auspichiamo che su tale questione non si creino fronti rigidi e condanne preconcette, anche in nome di un'etica cristiana che è stata vissuta storicamente in forme diverse, restando al suo centro il rispetto della persona umana, creata a immagine di Dio, amata e riscattata da Dio; proponiamo infine di lasciar cadere, in questo contesto, l'uso del termine 'matrimonio' (che ha creato il senso di una non necessaria provocazione), a favore dei termini più adeguati di 'convivenza stabile' o di 'unione civile' (NEV, 2 Marzo 1994, anno XV, numero 9, pag. 1). Questa dichiarazione fu sottoscritta da 33 pastore e pastori valdesi, 17 battisti, 7 luterani, 7 metodisti e una pastora riformata. Tra i firmatari, compaiono il valdese Giorgio Bouchard (ex Presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia); il metodista Sergio Aquilante, i battisti Franco Scaramuccia e Massimo Aprile; il decano luterano Hans Gerch Philippi; il decano della facoltà valdese di teologia Paolo Ricca con i docenti Bruno Corsani, Daniele Garrone, Ermanno Genre e il docente emerito Giorgio Girardet.

E’ bene però fare questa precisazione: non perchè eminenti teologi o pastori di queste denominazioni evangeliche siano a favore delle convivenze e dei ‘matrimoni’ tra omosessuali, e lo dichiarano apertamente, questo significa che tutti in seno a queste denominazioni la pensino nella stessa maniera, perchè così non è, infatti ci sono alcuni credenti in queste denominazioni che non sono affatto d’accordo con loro e rifiutano di prendere questa loro posizione.

Adesso, affinché vi possiate rendere conto di cosa viene insegnato da questi pastori e teologi a riguardo dell’omosessualità, riporterò alcune affermazioni scritte sul periodico Protestantesimo: ‘L’omosessualità è una realtà documentata in ogni epoca ed in ogni tipo di società umana. Ogni generazione vi si trova confron­tata ed ogni presa di posizione è sempre culturalmente situata. Oggi noi possiamo assumere una posizione di apertura e di rispet­to per gli omosessuali, liberandoci da molti preconcetti che hanno provocato inumane discriminazioni. Le ricerche sull’omoses­sualità hanno ormai superato l’idea che le radici primarie dell’orientamento omosessuale possano essere attribuite a forme di malattia psichica. E pur non essendo oggi dimostrabile scien­tificamente una predisposizione genetica, vi è largo consenso sul fatto che l’omosessualità non sia una scelta, quanto piuttosto una condizione esistenziale che si impone come dato oggettivo ad un dato momento della vita. Il riconoscimento dell’omosessualità come condizione esistenziale mette in questione sia la pretesa terapeutica, sia il concetto di pratica sessuale ‘contro natura’. Da un punto di vista etico ciò rivela l’incoerenza di chi ricono­sce da un lato la tendenza innata dell’omosessualità, e dall’al­tro giudica amorale l’incontro amoroso omosessuale, proponendo la castità come soluzione cristiana al problema. Noi riteniamo di doverci situare oltre questa contraddizione (...) Siamo convinti che numerose forme di emarginazione cui gli omosessuali sono sottopo­sti possano essere superate con una opportuna legislazione che eviti gli aspetti discriminatori ancora esistenti sul piano sociale. Siamo favorevoli ad una regolamentazione legislativa che riconosca la coppia omosessuale e ne garantisca la convivenza stabile. Aspettiamo dal nostro Parlamento, in tempi brevi, questa iniziativa raccomandata dal Parlamento europeo e la incoraggiamo. Non crediamo invece che abbia senso l’estensione del concetto di famiglia alla coppia omosessuale (...) Non siamo però favorevoli ad una legge che istituisca una parità di diritti di adozioni tra coppie omosessuali ed eterosessuali. Così come non crediamo che si debba mantenere o istituire un principio che lo vieti in modo assoluto. Siamo invece favorevoli a valutare queste possibilità caso per caso (...) Sul piano ecclesiale ci dobbiamo liberare dai vecchi stereotipi di una cultura che ha espresso un duro giudizio sull’omosessualità. I testi biblici vanno letti nell’intelligenza della cultura di cui sono figli; noi leggiamo oggi la Bibbia con l’intelligenza dello Spirito, nella situazione culturale moderna, con gli strumenti conoscitivi che sono i nostri e di cui portiamo la responsabilità. Riconoscere la realtà dell’amore omosessuale - fatto indubbiamente perturbante - significa, noi crediamo, pren­dere atto di quella parte di ‘mistero’ inerente al fatto omoses­suale e che le nostre conoscenze umane non sono oggi in grado di spiegare. Non dobbiamo però dimenticare che il criterio di appar­tenenza ad una comunità cristiana è il criterio della fede e non un altro. Siamo anche favorevoli a ‘forme di benedizione’ per le coppie omosessuali cristiane che ne facciano richiesta e al loro inserimento come coppia nella comunità cristiana’ (Protestantesimo, N° 50, 1995, pag. 307, 308, 309).





Confutazione



Adesso mediante le Scritture confuteremo uno per uno i punti principali di questo perverso discorso.



1) Noi oggi possiamo assumere una posizione di rispetto verso gli omosessuali liberandoci da molti preconcetti.

E’ vero che potremmo conformarci al presente secolo come hanno fatto questi uomini ed assumere la loro stessa posizione nei con­fronti degli omosessuali, ma noi credenti in Cristo Gesù rifiu­tiamo di fare ciò perchè la Scrittura dice: “Non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente...” (Romani 12:2); e perciò rifiutiamo categoricamente di assumere questa loro posizione di rispetto verso gli omosessuali. Gli omosessuali vanno rispettati solo come persone, come vanno rispettati gli omicidi, i maghi, i ladri, le meretrici e così via, ma non nel senso in cui vorrebbero farci intendere costoro, cioè rispettando la loro ‘condizione esistenziale’; in altre parole noi credenti siamo chiamati a rispettare anche le persone che vanno dietro a questo vizio contro natura nel senso che non dobbiamo fare loro alcun male, alcun torto, ma non dobbiamo rispettare e neppure incoraggiare la loro scelta. La chiamiamo scelta perchè così va chiamata, checché ne dicano questi teologi che si sono gettati alle spalle la legge dell’Iddio vivente e che non intendono quello che dicono né quello che danno per certo.

Che dobbiamo fare dunque? Dobbiamo esortarli e scongiurarli a ravvedersi dei loro peccati ed a credere in Cristo Gesù al fine di ottenere la remissione dei loro peccati e la liberazione da questo peccato contro natura che li tiene incatenati. E tutto ciò con amore ma anche con ogni franchezza senza lusingarli; ricorda­tevi che gli omosessuali non erederanno il regno di Dio (cfr. 1 Corinzi 6:10) al pari di tutti gli altri peccatori impenitenti. Ma ahimè, da come parlano costoro, parrebbe che coloro che si devono ravvedere non sono gli omosessuali ma coloro che condannano l’omosessualità; notate infatti che secondo loro noi dovremmo liberarci da dei preconcetti (cambiare modo di pensare). Ora, il preconcetto è un’opinione formatasi prima su scarsi fondamenti che in seguito impedisce, al momento opportuno, di esprimere un giudizio sereno; quindi una opinione sbagliata di cui bisogna sbarazzarsi. E se noi ci mettiamo a rispettare gli omosessuali e ad accoglierli saremo liberati dall’opi­nione che essi sono in abominio a Dio ed entreremo finalmente nella libertà!! Ma quale libertà? Quella secondo la carne che mena alla morte. Nessuno di questi cianciatori vi seduca, fratelli; quella che condanna l’omosessualità e la riprova in tutte le sue forme non è un preconcetto, non è un’idea sbagliata, ma un’idea giusta perchè non è fondata su un fondamento variabile e traballante, ma sulla infallibile Parola di Dio, vivente e permanente che non cambia mai. Perciò ritenete fermamente nella vostra mente il pensiero che l’omosessualità è in abominio a Dio e che coloro che vi si danno se non si ravvedono da essa andranno nel fuoco eterno; cingete i fianchi della vostra mente affinché questo pensiero giusto non si diparta da essa. Coloro che devono ravvedersi sono questi teologi e coloro che gli danno retta; perchè essi si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore si è ottenebrato.



2) Gli omosessuali non sono tali perchè scelgono di esserlo ma bensì perchè ad un dato momento della loro vita vi sono costretti dalle circostanze della vita; la loro è una condizione esisten­ziale, non una scelta.

Adesso l’omosessualità è diventata una condizione esistenziale. In sostanza essa non è più una diabolica scelta, ma una condizione di vita venutasi a creare indipendentemente dalla volontà del singo­lo! Ecco perchè si sentono dire a costoro frasi del genere: ‘Ma che colpa ne hanno loro in fondo in fondo? Sono nati così. Non è dipeso mica da loro, ma ci sono stati costretti da tante circo­stanze della vita contro la loro volontà!’. Costoro errano grande­mente; la cosiddetta scienza che studia il comportamento umano è arrivata a errate conclusioni sull’omosessualità e loro ci sono andati dietro.

L’omosessualità secondo la Scrittura è un peccato perchè è la trasgressione della legge di Dio. Che dice la legge? Essa dice: “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna; è cosa abominevole” (Levitico 18:22). Quindi chi trasgredisce questo ordine compie un peccato, un atto in abominio a Dio. E da esso si deve ravvedere se vuole scampare alle fiamme del fuoco eterno; nel caso contrario, cioè se rifiuterà di ravvedersi quello che lo aspetta è l’ardore del fuoco che lo tormenterà per l’eternità.

L’uomo non nasce omosessuale, come non nasce omicida, o come non nasce ladro; esso nasce sì sotto il peccato in virtù della disub­bidienza di Adamo, ma non omosessuale. Omosessuale ci diventa per sua scelta; è vero che tutti dipendono dal tempo e dalle circostan­ze (cfr. Ecclesiaste 9:11), ma questo non annulla mica la libertà di scegliere dell’uomo in un senso o in un altro. Quando Paolo dice ai Romani: “Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami; poiché le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura; e similmente anche i maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento” (Romani 1:26-27) spiega molto bene che si tratta di una scelta di queste persone. Quindi nessuno vi seduca; gli omosessuali ci diventano così per loro scelta.



3) Il riconoscimento degli omosessuali mette in discussione il concetto di relazione carnale contro natura; quindi questo concetto è da rivedere.

Non è affatto vero; il riconoscimento, da parte di questi pastori evangelici, degli omosessuali come persone da accettare così come sono in virtù di questa loro ‘condizione esistenziale’, non mette per niente in discussione il concetto di pratica sessuale contro natura. Per noi non è cambiato proprio nulla dal giorno che gli omosessuali sono stati approvati da costoro, proprio nulla. Il concetto di pratica sessuale contro natura rimane in piedi perchè la natura continua ad insegnarci questo concetto in manie­ra eloquente. E non solo la natura ce lo insegna, ma anche la Scrittura; Paolo infatti parla ai Romani delle donne che “hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura” (Romani 1:26) e degli uomini che hanno lasciato “l’uso naturale della donna” (Romani 1:27); e Giuda nella sua epistola parlando degli abitanti di Sodoma e Gomorra dice che andarono dietro a “vizi contro natura” (Giuda 7). Mettere in discussione questo concetto quindi vuole dire mettere in discussione la Parola di Dio e quindi Dio stesso. Lungi da noi questo: “Sia Dio ricono­sciuto verace ma ogni uomo bugiardo” (Romani 3:4).

Ma allora se chi è omosessuale sessualmente non pratica qualcosa contro natura ciò vuole dire che l’uomo sulla terra può sposarsi sia una donna che un uomo!! A lui la scelta dunque! Ma questo significa sovvertire l’ordine di Dio! Ma che fece Iddio quando vide che Adamo era solo ed aveva bisogno di un’aiuto convenevole? Non gli fece forse una donna? E non disse forse Iddio dopo avergliela fatta: “E l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saran­no una stessa carne” (Genesi 2:24)? Quindi, ciò significa che l’uomo deve avere una relazione carnale solo con la propria moglie, e che qualunque altra relazione carnale prima del matrimonio o dopo il matrimonio con una persona (sia dello stesso sesso che del sesso opposto) che non è la propria moglie davanti a Dio è peccato. Ma mentre il rapporto carnale di un uomo con una donna che non è la propria moglie non è contro natura, per la ragione che l’altro partner è del sesso opposto, il rapporto carnale con un uomo è contro natura perchè si oppone all’ordine naturale. Ambedue i comporta­menti sono però da condannare perchè peccato davanti a Dio; e difatti nè i fornicatori, nè gli adulteri e nè gli omosessuali eredi­teranno il regno di Dio. Questa è la ragione per cui come non è ammissibile definire la fornicazione o l’adulterio come qualcosa che non va contro la legge di Dio, così non si può definire un omosessuale una persona che non pratica atti contro natura. Nessuno vi seduca; l’amore tra gli omosessuali è un amore finto, è una perver­sione: i loro atti carnali vanno contro la natura e per questi l’ira di Dio viene su di loro. Essi muoiono colpiti da Dio; quando si sente dire che degli omosessuali muoiono di Aids questo non è altro che il giudizio di Dio, o come lo chiama Paolo, “la condegna mercede del proprio traviamento” (Romani 1:27). E anche quando non muoiono colpiti da Dio con l’Aids o con qualche altra grave malattia, per certo dopo morti ricevono la punizione che meritano, ossia il tormento nelle fiamme dell’Ades in attesa del giorno del giudizio quando saranno giudicati secondo le loro opere e gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo che è la morte seconda.



4) Loro, cioè i pastori che hanno sottoscritto tutto ciò e tutti quelli che sono d’accordo con loro, vogliono che al più presto il Parlamento di questa nazione emani una legge che riconosca le coppie omosessuali e protegga la loro convivenza.

Naturalmente i teologi e i pastori Valdesi favorevoli agli omosessuali possono permettersi di parlare così anche perchè hanno dei membri al Parlamento italiano che si di­chiarano facenti parte della Chiesa valdese italiana, e perciò possono fare direttamente leva su loro affinchè il Parlamento Italiano si adegui alle direttive europee in materia di omoses­suali. Noi dal canto nostro siamo disgustati nel sentirli parlare così perchè in questa maniera questi cosiddetti pastori che si definiscono evangelici non fanno altro che incoraggiare gli omosessuali in questa nazione a continuare a seguire le loro concupiscenze carnali; insomma questa loro presa di posizione anche dal punto di vista politico tende a fortificare le mani di questi peccato­ri che non aspettano altro che essere riconosciuti dal Parlamento Italiano perchè allora avranno pure la legge dalla parte loro. Sì, ma quale legge (nel caso lo Stato italiano approvi questa legge)? Quella dell’uomo ma non quella di Dio. Gli omosessuali infatti non avranno mai dalla loro parte la Legge di Dio, perchè essa va chiaramente contro di essi, e li giudica per quel che sono cioè dei ribelli a Dio. Quindi ci sono persino molti che si dicono Protestanti che fanno pressione sulle autorità affinchè si affrettino a ricono­scere questi peccatori, gli diano il diritto di sposarsi e di vivere assieme riconosciuti dalla legge! A costoro io dico: ‘Vergo­gnatevi, voi che vi vantate di essere Protestanti, ma che invece di protestare contro l’omosessualità che si va diffondendosi sempre più anche in questa nazione, vi siete fatti portavoci degli omosessuali persino a livello politico. Non vi basta averli riconosciuti nell’ambito ecclesiale, adesso volete pure che lo Stato emani delle leggi in loro favore! Volete pure che si sposino tra di loro! Ma non vi rendete conto di esservi allontanati dalla Parola di Dio? Ma non vi rendete conto di aver perso il discernimento? Umiliatevi davanti a Dio o partecipanti alle opere infruttuose delle tenebre e pentitevi della vostra iniquità e Dio avrà pietà di voi.



5) Per quanto riguarda le adozioni di bambini da parte delle coppie omosessuali questi pastori e questi teologi non sono del tutto contrari; bisogna esaminare i casi, dicono loro.

No, non bisogna esaminare caso per caso; gli omosessuali non possono sposarsi e non possono neppure adottare dei figli perchè tutto ciò va contro la legge divina. Quindi costoro che così sfacciata­mente parlano in questa maniera si sono messi contro la Parola di Dio, stanno combattendo contro Dio; ma non vinceranno, saranno confusi, e gli altri lo vedranno.

Gli omosessuali che convivono assieme (come anche quelli che non convivono assieme) vanno esortati a ravvedersi e a fare frutti degni di ravvedimento. Il primo frutto degno di ravvedimento è smettere di darsi all’impurità e a peccati contro natura e perciò smettere di convivere assieme.



6) I passi biblici che condannano l’omosessualità sono figli di una cultura antica; e vanno letti perciò nell’intelligenza di quella cultura. Oggi non si leggono più in quella intelligenza arcaica ma con l’intelligenza dello Spirito perchè i tempi sono moderni ed abbiamo delle conoscenze che gli antichi non avevano al loro tempo; una di queste è appunto quella che l’omosessualità non è una scelta ma una condizione esistenziale.

Come potete vedere questi pastori e teologi hanno lanciato un attacco sfrontato contro la Parola di Dio. Vediamo innanzi tutto quali sono i passi biblici che condannano in una maniera o nell’altra l’omosessualità.

- Nella Genesi è scritto: “Ora la gente di Sodoma era scellerata e oltremodo peccatrice contro l’Eterno” (Genesi 13:13); e che lo fosse ne abbia­mo una prova nel fatto che quando i due angeli arrivarono a casa di Lot “i Sodomiti circondarono la casa; giovani e vecchi, la popolazione intera venuta da ogni lato; e chiamarono Lot e gli dissero: Dove sono quegli uomini che sono venuti da te stanotte? Menaceli fuori, affinchè noi li conosciamo!” (Genesi 19:4-5); qui quel ‘affinchè li conosciamo’ vuole dire: ‘Affinchè abbiamo relazione carnale con loro’. I due angeli di Dio dissero a Lot: “Noi distruggeremo questo luogo, perchè il grido contro i suoi abitanti è grande nel cospetto dell’Eterno, e l’Eterno ci ha mandati a distruggerlo” (Genesi 19:13); e dopo che Lot uscì dalla città “l’Eterno fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell’Eterno; ed egli distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo” (Genesi 19:24-25). Pietro dice che Dio “le condannò alla distruzione perchè servissero d’esempio a quelli che in avvenire vivrebbero empiamente” (2 Pietro 2:6).

Una precisazione va fatta a proposito di Sodoma, Gomorra e le città circonvicine; l’omosessualità era uno dei peccati a cui gli abitanti di queste città si erano dati perchè secondo Ezechiele erano anche senza pietà verso i poveri perchè vivevano nell’ab­bondanza del pane ma non sostenevano la mano dell’afflitto e del povero, erano altezzosi e orgogliosi (cfr. Ezechiele 16:49-50). Ma comunque questo loro peccato era predominante.

- Nel libro dei Giudici è scritto che un vecchio della contrada montuosa di Efraim, che abitava come forestiero in Ghibea, ospitò un Levita e la sua concubina, e “mentre stavano rallegrandosi, ecco gli uomini della città, gente perversa, circondare la casa, picchiare alla porta, e dire al vecchio, padron di casa: ‘Mena fuori quell’uomo ch’è entrato in casa tua chè lo vogliamo conoscere!” (Giudici 19:22). Notate che quegli uomini che volevano avere un rapporto sessuale con quel Levita sono definiti gente perversa.

- Nel libro del Levitico è scritto: “Non avrai con un uomo rela­zioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole” (Levitico 18:22), ed ancora: “Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; dovranno esser messi a morte; il loro sangue ricadrà su loro” (Levitico 20:13). Notate che secondo la legge gli omosessuali erano degni di morte e per loro non vi erano sacrifici di espiazione da potere offrire per essere perdonati.

- Nella lettera ai Romani è scritto: “Perciò Iddio li ha abbando­nati a passioni infami; poichè le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura; e similmente anche i maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento” (Romani 1:26-27). Notate in queste parole di Paolo questi termini eloquenti ‘passioni infami’, ‘cose turpi’, ‘traviamento’ che si riferiscono al comportamento degli omosessuali.

- Nella lettera ai Corinzi è scritto che nè gli effeminati e neppure gli omosessuali “erederanno il regno di Dio” (1 Corinzi 6:10), il che significa che anche gli omosessuali se ne andranno a punizione eterna.

- Nella prima epistola di Paolo a Timoteo è scritto che “la legge è fatta non per il giusto ma...per i sodomiti...” (1 Timoteo 1:9,10), quindi gli omosessuali non sono annoverati fra i giusti, e se non sono dei giusti non possono essere che dei peccatori; sono dati a passioni infami e commettono tra di loro cose turpi, come potrebbero essere definiti dei giusti?

Ora, per gli scrittori di quell’articolo su Protestantesimo i suddetti passi che giudicano gli omosessuali come gente perversa che secondo il giudizio di Dio sono degni di essere fatti morire da Dio e gettati nel fuoco eterno vanno letti ‘nell’intelligenza della cultura di cui sono figli’, il che significa che oggi non hanno più quel significato che avevano per coloro che li leggeva­no allora. E perchè questo? Perchè oggi noi leggiamo la Bibbia con l’intelligenza dello Spirito nella situazione culturale moderna!! In altre parole la Scrittura sugli omosessuali non vuole più dire quello che diceva ai profeti sotto la legge, o a Paolo e agli altri apostoli nel primo secolo dopo Cristo perchè loro la leggevano nell’intelligenza di quella cultura arcaica, mentre adesso la si legge con l’intelligenza dello Spirito! Ma può essere che costoro abbiano ragione nel parlare così? No, nella maniera più assoluta. Costoro per essere giunti alle suddette conclusioni favorevoli agli omosessuali vuole dire che la Bibbia non la leggono per niente o se la leggono non la leggono per niente coll’intelligenza dello Spirito ma con la mente accecata dalle tenebre, impossibilitati quindi a comprenderla. I passi della Bibbia che condannano espressamente l’omosessualità hanno lo stesso significato di allora, nè più nè meno: il cambiamento dei tempi, il progresso scientifico non hanno per nulla influito sul loro significato. La Bibbia è una lampada splendente; ma la loro mente è tenebrosa. Per questo la intendono così diversamente dagli antichi. Essi dicono che la leggono con l’intelligenza dello Spirito! Ma quale intelligenza dello Spirito hanno costoro?! Ma dove è essa? Noi non la vediamo; vediamo solo tracotanza, ignoranza, e follia! Come dice Geremia di costoro: “Ecco, hanno riget­tato la parola dell’Eterno; che sapienza possono essi avere?” (Geremia 8:9). Gli antichi sì che leggevano la Scrittura con l’intelligenza dello Spirito, ma loro che si vantano di essere moderni la leggo­no (quando la leggono) con la follia che è propria di questa generazione storta e perversa; e per questa ragione non la posso­no comprendere così chiaramente come la comprendevano Mosè, i profeti, e gli apostoli. Loro si sono conformati al presente secolo malvagio; come possono dunque intendere la volontà di Dio scritta nella Bibbia? E’ impossibile. Fratelli, nessuno di costoro vi seduca con questi vani ragiona­menti per non cadere nella rete del nemico. Quando leggete i suddetti passi che condannano l’omosessualità credeteli così come li leggete, essi vogliono dire quello che dicono.



7) L’appartenenza ad una comunità cristiana dipende dalla fede del singolo, non dal fatto che sia omosessuale; il che significa che un cristiano può essere pure omosessuale, perchè non è l’omoses­sualità che impedisce ad una persona di entrare a fare parte di una comunità ma la sua mancanza di fede.

Non esistono Cristiani omosessuali, perchè il nome stesso ‘cri­stiano’ lo dice. Esistono invece Cristiani ‘ex-omosessuali’ cioè che prima di convertirsi a Cristo erano dati a peccati contro natura, ma dopo hanno smesso di peccare. Paolo disse ai Corinzi: “Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio. E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito dell’Iddio nostro.” (1 Corinzi 6:9-11) Quel ‘tale eravate alcuni’ significa che non lo erano più, perché ora vivevano in novità di vita, secondo che è scritto: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). Ma se uno si chiama Cristiano e dice di avere creduto in Cristo ma vive peccando contro natura deve essere estromesso dalla comunità perchè è scritto: “Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi” (1 Corinzi 5:12). Quindi il criterio di appartenenza ad una comunità non è solo la fede ma anche la condotta; il luogo di culto deve sì accogliere persone che ancora non sono nate di nuovo e vivono nel peccato affinchè odano l’evangelo della grazia e credano per essere affrancati dal peccato, ma non deve accogliere persone che fanno professione di conoscere Dio ma nello stesso tempo prendono piacere nei vizi contro natura.



8) Questi pastori e teologi sono favorevoli a dare la loro benedizione sulle coppie omosessuali e a farli inserire nella comunità per farli sentire a loro agio e non discriminati.

No, non se ne parla nemmeno di forme di benedizione per le coppie omosessuali cosiddette cristiane. Per loro ci sono solo parole di esortazione e di riprensione. Devono ravvedersi, convertirsi dalle loro vie malvage. Che ci mettiamo a fare adesso? A compiacerli e a benedirli nel nome del Signore come se si trattasse di una vera coppia di sposi? Lungi da noi simili aberranti comportamenti. Gesù benediceva i piccoli fanciulli quando gli venivano presen­tati, ma i peccatori li esortava a ravvedersi. Ma pensate voi che se si fossero presentati a Gesù due omosessuali del tempo che dicevano di amarsi e che stavano bene assieme per ricevere da lui una benedizione Egli gliela avrebbe accordata? Giudicate voi da persone intelligenti quello che dico. Questi cosiddetti pastori in questa maniera stanno invogliando gli omosessuali a recarsi nei loro locali di culto; per loro infatti non avranno parole di esortazione a ravvedersi, come si converrebbe, ma parole dolci, lusinghevoli, benedizioni in nome di Dio. Assomigliano a quei falsi profeti che al tempo di Geremia con i loro discorsi forti­ficavano le mani dei malfattori; ecco infatti cosa Dio dice di loro: “Dicono del continuo a quei che mi sprezzano: L’Eterno ha detto: Avrete pace; e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore; ‘Nessun male v’incoglierà” (Geremia 23:17). Guai a loro! Porteranno la pena della loro ribellione.



Conclusione



Alcune ultime considerazioni a proposito di questo argomento così importante; siamo negli ultimi termini dei tempi ed avvertiamo chiaramente il tentativo da parte del diavolo di fare passare l’omosessualità per qualcosa di buono, per qualcosa che si può fare senza paura d’incorrere nel giudizio di Dio. Non c’è da meravigliarsi di questo perchè sin dal giardino dell’Eden il diavolo ha cercato di presentare la trasgressione della Parola di Dio come qualcosa che si può benissimo fare; egli disse infatti ad Eva: “No, non morrete affatto” (Genesi 3:4). Mentre Dio aveva avvertito chiara­mente Adamo dicendogli che nel giorno che avrebbe mangiato di quello specifico frutto (dell’albero della conoscenza del bene e del male) sarebbe di certo morto. Che faremo dunque fratelli? Daremo retta alla voce del Serpente antico, del sedut­tore di tutto il mondo? Così non sia. Anzi dobbiamo con forza opporci a questo suo tentativo vivendo una vita santa, esemplare in questo mondo di tenebre, affinchè la dottrina di Dio sia confermata dalle nostre opere; e nello stesso tempo riprovando l’omosessualità. Le opere delle tenebre infatti vanno riprovate, dice Paolo agli Efesini (5:11). L’omosessualità è peccato, quindi male e tenebre, e non possiamo metterci a chiamarla una cosa buona. Per chi lo fa c’è una maledizione: “Guai a quelli che chiamano bene il male (...) che mutano le tenebre in luce (...) che mutano l’amaro in dolce” (Isaia 5:20), dice infatti Isaia. A noi non deve importare proprio nulla come gli eminenti teologi sostenitori dell’omosessualità chiamano questo nostro atteggiamento nei confronti dell’omoses­sualità; la Scrittura dichiara che stiamo facendo ciò che è giusto agli occhi di Dio, il loro giudizio quindi - dato che si oppone alla Parola di Dio - non vale proprio nulla.

Satana sta cercando tramite diversi cosiddetti pastori e teologi evangelici in Italia di inserire degli uomini pervertiti in mezzo alle Chiese; anzi li ha già pienamente inseriti dobbiamo dire. Le parole ed i fatti di costoro lo stanno a dimostrare abbondan­temente. Parlano di omosessuali cristiani, di coppie omosessuali cristiane; e li appoggiano pure, come se niente fosse. Si legge infatti in un articolo giornalistico del 1994 che da anni ‘gay e Protestanti collaborano proficuamente, tanto che la comunità Valdese ospita ogni anno a Plati, in Piemonte, il Convegno degli omosessuali credenti...’ (Il Manifesto, 25 Febbraio 1994, pag. 6). Tutto rientra nella norma quindi; non c’è niente da scandalizzar­si per costoro; niente da riprovare!! C’è stata una evoluzione dei costumi nella società, essi dicono; quindi bisogna adeguarsi per abbattere quegli steccati che la Chiesa ha eretto nei confronti degli omosessuali nel corso del tempo. Quindi il motto è diventa­to questo: ‘Dobbiamo cambiare modo di pensare noi, gli omosessuali possono invece continuare a pensare come sempre hanno fatto; siamo noi che abbiamo sbagliato fino ad ora, non sono loro’.

Diletti, badate che nessuno di questi cosiddetti omosessuali cristiani che vogliono essere accettati così come sono, cioè con tutta la loro perversione, si insinui fra voi; perchè “un pò di lievito fa lievitare tutta la pasta” (1 Corinzi 5:6). Se essi vogliono essere accetta­ti devono prima mostrare i frutti degni del ravvedimento, ma se non mostrano questi frutti schivateli. Non vi paia un’ingiustizia questa, perchè ciò non contrasta la Parola di Dio. Certamente, il tutto deve essere fatto con carità e pietà, ma deve essere fatto.

I conduttori delle Chiese predichino l’Evangelo con forza e con ogni franchezza; esso è la potenza di Dio che libera anche gli omosessuali se essi credono in esso. E tutti preghino Dio con ardore e con fede per queste anime perdute che il diavolo tiene incate­nate affinchè Dio le liberi dalla schiavitù del peccato.


Giacinto Butindaro


http://www.lanuovavia.org/confutazioni-evangelici-omosessualita.html

L'APOSTASIA NELLA CHIESA SCOZZESE

RELIGIONE, RIFORMATI SCOZZESI. Nella Chiesa di Scozia e' gia' iniziata la rivoluzione sessuale
EUROPA, 14:13:00


2009-05-21 Redazione

Nella chiesa di Scozia cresce il numero di persone single mentre diminuisce quello dei matrimoni. Aumenta pure il tasso dei divorzi e delle separazioni. Intanto sta cambiando l'atteggiamento verso il sesso. L'85% dei giovani compresi tra i 16 ed 19 anni considera i rapporti sessuali prima del matrimonio "raramente/affatto sbagliati". E così la chiesa di Scozia reagisce invitando i suoi membri a rivedere il proprio insegnamento su "sesso al di fuori del matrimonio". L'Assemblea Generale che si riunisce oggi ascolterà la relazione di un gruppo di pastori sui ministri gay (se ne parlerà sabato sera) e sulla questione de "i single ed il sesso".

Un gruppo di "evangelici" (leggi "conservatori") sta facendo di tutto per bloccare la nomina del pastore Scott Rennie, gay dichiarato che convive con il suo partner, alla guida della chiesa di Aberdeen. C'è anche un tentativo di costringere la Kirk (il nome scozzese per Chiesa di Scozia) a non accettare come ministro chiunque abbia una relazione eterosessuale fuori dal matrimonio.

Di questo si parlerà comunque la settimana prossima, dedicata interamente alla questione "single" (non sposati).

Nella relazione che sarà presentata all'assemblea, si ricorda che per la chiesa "sesso è più del sesso - è l'unione di due persone". Separarlo dal matrimonio è fondamentalmente sbagliato. Fin qui la parte descrittiva della questione e le precisazioni di rito. Adesso comincia la parte "revisionista". "Un'etica cristiana revisionista del sesso porrebbe l'enfasi sull'aspetto consensuale del rapporto, con adeguato uso di contraccettivi, prenderebbe in considerazione l'aspetto dell'intimità piuttosto che la semplice emozione fisica, l'aspetto del donarsi, scevra comunque dall'infedeltà da un pre-esistente rapporto di fiducia e di responsabilità".

Secondo il rapporto che sarà presentato nei prossimi giorni all'Assemblea della Chiesa di Scozia, alcune chiese hanno accettato l'idea dell'attività sessuale in rapporti a lungo termine.

http://www.icn-news.com//?do=news&id=6639

Scozia, nominato un reverendo gay


Scozia, nominato un reverendo gay
Il religioso convive con un uomo
La Chiesa protestante scozzese ha confermato la nomina, che non mancherà di sollevare polemiche, di un reverendo gay ad Aberdeen. La decisione è arrivata al termine di una riunione durata diverse ore dopo le proteste dei parrocchiani. Con 326 voti a favore e 267 contrari, Scott Rennie, 37 anni, divorziato, padre di un bambino e per sua stessa ammissione convivente con un uomo, è stato designato a capo della parrocchia di Queen's Cross.



http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo450536.shtml
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RELIGIONE, CHIESA DI SCOZIA. Il rev. Scott Rennie, gay, è pastore della Queen's Church di Aberdeen
EUROPA, 10:22:00


2009-05-24 Redazione

Il caso è chiuso: venerdì sera, l'Assemblea Generale della Chiesa di Scozia (Kirk) ha nominato pastore di una chiesa riformata di Aberdeen il Rev. Scott Rennie, già sposato ed ora dichiaratamente gay e convivente con il suo compagno. I suoi sostenitori tirano un sospiro di sollievo: "Si può porre la parola fine su una campagna di odio e fanatismo".

Rennie, già pastore a Brechin Cathedral, è stato accolto con grande entusiasmo dalla stragrande maggioranza della sua parrocchia, la Queen's Cross Church. La sua nomina era stata osteggiata da una minoranza di riformati conservatori attivisti anti-gay.

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http://www.icn-news.com/?do=news&id=6668