ARTICOLI E NOTIZIE RIGUARDO L'APOSTASIA CHE STA ENTRANDO IN TUTTE LE CHIESE CRISTIANE

sabato 24 ottobre 2009

La religione è uscita completamente dalla vita dei ragazzi

Primo banco
La religione è uscita completamente dalla vita dei ragazzi
di Marco Lodoli
Che le chiese e gli oratori attraggano sempre meno i ragazzi italiani è un dato di fatto: la religione è uscita completamente dalle loro vite, ormai affascinate da altri immaginari, da altre presenze miracolose e salvatrici. Quello che sorprende di più un insegnante di lettere come me, è la scomparsa definitiva nel linguaggio comune di ogni riferimento al Vecchio e al Nuovo Testamento.
Per secoli e secoli tutti hanno saputo chi fosse “il figliol prodigo”, che razza di guai avesse combinato, perché fosse tornato a casa e quale vitello gli imbandì il padre. Tutti avevano letto e assimilato la parabola dei talenti o della pecorella smarrita, e anche chi poi era diventato atei e mangiapreti continuava a usare certi modi di dire, popolarmente condivisi.
Se San Marino incontrava la Germania in una partita di calcio, il titolo “Davide sfida Golia” era chiaro a ogni ragazzo. Se una paga era frutto di un tradimento o di comportamento miserevole, tutti capivano che si trattava di ignobili “trenta denari”. La pazienza di Giobbe, i castighi d’Egitto, il diluvio universale, Sodoma e Gomorra, la valle di Giosafat, settanta volte sette, un Golgota, una Maddalena, un buon Samaritano, un Fariseo, un sepolcro imbiancato, una vergine stolta: infinite erano le frasi idiomatiche e tanti i personaggi emblematici che uscendo dalla Bibbia e dal Vangelo entravano nel nostro linguaggio.
I giovani capivano i vecchi, magari usavano tante parole nuove, ma non smarrivano quelle precedenti, in cui comunque si racchiudeva una saggezza, un mondo e un cielo. Oggi nessuno dei miei alunni sa che cosa voglia dire “muoia Sansone con tutti i Filistei” o chi diavolo sia questo cammello che deve passare per la cruna di un ago, da dove vengono frasi così e in quali occasioni si potrebbero ancora usare.
E’ una tradizione morta e sepolta, una collezione di immagini sotterrate per sempre. L’italiano si è sbarazzato in vent’anni di due millenni di storie e parole. Ora possiamo dire che al fast-food c’era un truzzo cool con una posona che je s’accollava. Possiamo dire tante cose, ma meno di una volta, perché il vocabolario è stato svuotato, perché quelle cose lì, professò, le capisci solo tu e gli amici tuoi, perché a me dei preti nun me ne frega un cavolo e vojo parlà come me pare.

19 ottobre 2009

http://notizie.tiscali.it/articoli/lodoli/09/10/ragazzi-religione-12345.html

PER QUINZIO SARAMAGO NON BESTEMMIA-E' TRADIZIONE !

In questo articolo del 1993 il cattolico-ateo Quinzio Sergio, fa una assurda
affermazione, dice che il romanzo blasfemo di Saramago è tradizione,
ora è solo di recente che si scrivono romanzi blasfemi contro Gesù,
mentre la tradizione sia della chiesa che popolare, ed anche apocrifa e gnostica
esaltano la divinità e purezza e santità di Gesù.

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l' ultimo romanzo dello scrittore portoghese
altro che bestemmia, e' solo tradizione
Jose' Saramago: " il vangelo secondo Gesu' " , Bompiani

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ LIBRI Il Vangelo secondo Saramago TITOLO: Altro che bestemmia, e' solo tradizione - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - "Bestemmia" o "autentica religiosita' "? Sembra questa la domanda che sottosta' alle polemiche suscitate da Il vangelo secondo Gesu' , il romanzo dello scrittore portoghese Jose' Saramago. Non credo che la domanda ammetta risposta, perche' il lungo e un po' ossessivo discorso di Saramago sta al di qua, o se volete magari al di la' , sia della bestemmia che dell' autentica religiosita' . Cercando di riassumere la tesi del romanziere (la vicenda, malgrado pungenti rimaneggiamenti e aggiunte, resta quella narrata dai Vangeli), si puo' dire che sta nella contrapposizione della sublime, proprio perche' umanissima, figura di Gesu' a quella del dispotico Dio Padre che ne esige il sacrificio per affermare ovunque nel mondo il suo crudele potere. E una tesi che viene ripetuta, con variazioni, dal tempo di Marcione, dunque da circa 2000 anni, cioe' da sempre. Dio Padre, nel romanzo di Saramago, riesce bensi' a estendere il suo dominio sul creato, ben oltre i confini di Israele, ma nello stesso tempo, dall' interno, viene svuotato dal nuovo Dio Figlio, un nostro fratello che condivide con noi le stesse umane passioni e angosce. O, che e' la stessa cosa, l' uomo viene divinizzato, viene innalzato al posto di Dio. Anche questa, non e' che la storia degli ultimi venti secoli, che nell' idea dell' uomo Dio manifestano la loro dipendenza dall' idea cristiana. Saramago si dice "un ateo che ricade sempre sul religioso". Questo ne fa uno dei possibili emblemi della nostra attuale condizione, cosi' come la vediamo espressa ormai in innumerevoli fatti, saggi, romanzi, film, persino canzoni festivaliere, che mostrano una diffusa, per quanto superficiale, curiosita' per tutto cio' che comunque riguardi temi ed esperienze religiose. L' uomo contemporaneo non sembra piu' accontentarsi di affermare che non c' e' nessun Dio, e chequindi, poiche' nessun Dio lo sovrasta, e' in qualche modo egli stesso dio. Sarebbe semplice: dimenticare le favole del vecchio Dio. Invece se ne raccontano, e se ne scimmiottano, sempre di nuove. Perche' ? La nostra religiosita' . a conferma del caos in cui viviamo . sfiora la bestemmia, o coincide con essa: per sentirci come Lui dobbiamo tirarlo giu' , ridurlo alla nostra misura. Rileggiamo cosi' in Saramago quello che da tanti secoli e' stato scritto e riscritto: che Gesu' non nacque da una vergine, che sua madre Maria ebbe altri figli, che Gesu' amo' carnalmente Maria Maddalena (la dinastia medievale dei merovingi si vantava gia' discendente dalla coppia). In queste e simili affermazioni quel che si nota di piu' e' il meccanico ribaltamento dei dati della tradizionale narrazione evangelica. Il racconto di Saramago continua a muoversi nel contesto, minuzioso, della devozione tradizionale nella quale l' autore e' stato educato, con i patetismi del caso: ne dipende, non esce dal limite della variazione sul tema, sebbene pretenda d' incarnare la piu' audace ribellione. Per quanto si accentui l' umanita' di Gesu' , e per quanto s' insista nel suo morire sentendosi tradito da Dio, non si va molto oltre il dato scritturale, secondo il quale mangia e beve con i pescatori, e muore sulla croce gridando di sentirsi abbandonato dal Padre ("Dio mio, Dio mio, perche' mi hai abbandonato?"). Cosi' , sia pure a prezzo di confusioni che rivelano nello scrittore la mancanza di un orizzonte storico teologico nel quale comprendere le origini cristiane (si fa dire a Dio, riferito al tempo di Gesu' : "E da quattromila anni che sono il Dio degli ebrei"!), finisce per emergere una consapevolezza drammatica della vicenda vissuta dal Cristo, una consapevolezza che i secoli dell' insegnamento ecclesiastico hanno in parte eluso, sostituendola con una visione edulcorata. Puo' darsi che la bestemmia sia rimasta l' unica forma possibile di sopravvivenza storica di una religiosita' che vorrebbe essere autentica, e che qualche volta perfino ci riesce, affiorando da velleita' contraddittorie. Quanto a risposte adeguate alla situazione, mancano dovunque. JOSE SARAMAGO Il vangelo secondo Gesu' Editore Bompiani Pagine 350, lire 29.000

Quinzio Sergio


Pagina 24
(7 marzo 1993) - Corriere della Sera



http://archiviostorico.corriere.it/1993/marzo/07/altro_che_bestemmia_solo_tradizione_co_0_93030711035.shtml



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Ricordiamo:

Nel romanzo di SARAMAGO Il Vangelo secondo Gesù (Saramago J.)
Tra tante bestemmie ed assurdità, vediamo che Gesù è un grandissimo
peccatore, convive e fa sesso con una prostituta, la solita Maddalena,
il suo amico e maestro è un pastore, il quale in realtà è il demonio in persona.
Questo Gesù si ribbella a Dio, il quale è molto crudele, nonostante questo,
Gesù è figlio di Dio, fa miracoli e muore in croce come vuole il Padre.
Queste sono fantasie da malati di mente, poiché il Santo non può essere
contemporaneamente un dannato, ed il figlio di Dio non può essere nello stesso tempo un
peccatore, e discepolo di Satana.
Di un Gesù così ne facciamo volontariamente a meno, non ci serve, è spazzatura,
comunque questo Gesù è inventato dall'ateo Saramago, e noi possiamo stare tranquilli,
perché il nostro Gesù è solo quello vero del Nuovo Testamento, Santissimo,Purissimo,
Dio incarnato, e Salvatore del mondo.

LETTERATURA: SARAMAGO, IL DIO DELLA BIBBIA E' CATTIVO E RANCOROSO

LETTERATURA: SARAMAGO, IL DIO DELLA BIBBIA E' CATTIVO E RANCOROSO

Lisbona, 22 ott. - (Adnkronos) - ''Il Dio della Bibbia e' vendicativo, rancoroso, cattivo e indegno di fiducia''. Cosi' lo scrittore portoghese Jose' Saramago, Premio Nobel della letteratura 1998, ha difeso il suo nuovo romanzo ''Caino'', arrivato nelle librerie portoghesi da un paio di giorni e subito stroncato dalla Chiesa lusitana. I vescovi portoghesi tramite il portavoce della conferenza episcopale nazionale, padre Manuel Morujao, hanno accusato, lunedi' scorso, lo scrittore di offendere milioni di cattolici in tutto il mondo e al tempo stesso hanno denunciato ''un'operazione pubblicitaria'' per promuovere il libro che propone una rilettura ''irriverente se non oltraggiosa'' dell'episodio biblico dell'uccisione di Caino, primogenito di Adamo ed Eva, da parte del fratello Abele. In una conferenza stampa a Lisbona, Jose' Saramago, 86 anni, ha replicato ai vertici della Chiesa accusandoli di suscitare ''nuovi odii'' e di alimentare ''rancori, incomprensioni e resistenze''. ''Nella Bibbia - ha detto tra l'altro lo scrittore portoghese che si dichiara ateo e comunista - si narrano crudelta', incesti, violenze di ogni genere, carneficine. Tutto cio' e' incontestabile, ma e' bastato che lo dicessi io, per suscitare una polemica''. ''La Chiesa - ha aggiunto Saramago - vorrebbe piazzare un teologo dietro ciascun lettore della Bibbia per spiegargli cio' che sta leggendo e sostenere che quello che legge va interpretato in modo simbolico''. Ma ''il diritto di riflettere appartiene a ciascun individuo'', ha dichiarato Saramago, denunciando ''l'intolleranza delle religioni organizzate''. Gli attacchi della Chiesa al Premio Nobel vengono ormai da lontano. Nel 1992, dopo lo scandalo suscitato in Portogallo dall'uscita di ''Il vangelo secondo Gesu' Cristo'', Jose Saramago' lascio' il suo paese per stabilirsi a Lanzarote nell'arcipelago spagnolo delle isole Canarie, dove tuttora risiede. In quel romanzo, Saramago racconta che Gesu' perse la sua verginita' con Maria Maddalena, venendo utilizzato da Dio per dominare il mondo.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/LETTERATURA-SARAMAGO-IL-DIO-DELLA-BIBBIA-E-CATTIVO-E-RANCOROSO_3905173971.html

SARAMAGO-ATEO RAMPANTE

ATEISMO RAMPANTE – da premio Nobel o altro?


di Arai Daniele

Josè Saramago

Questi giorni in Portogallo divampa la polemica su José Saramago, premio Nobel per la Letteratura, che sta pubblicando il suo nuovo lavoro: «Caino». E per anticipare la sua pubblicità, ha voluto lanciare nella grande stampa il «pensiero» cui è giunto: la Bibbia è un manuale di cattivi costumi insegnati da un dio cattivo, invidioso e crudele.

Per controbilanciare tale aringa atea e antibiblica, furono mobilitati dalle TV locali alcuni preti in cravatta e anche rappresentanti della comunità ebraica. Tutti distinguono tra la poca attendibilità in matteria dell’autore del «Quinto Vangelo» e i suoi grandi meriti letterari. E il «mummifico» autore si dichiara stanco di rispondere alle critiche a un libro appena pubblicato e che non è stato ancora letto. Sarebbe pronto, però, a dibattere l’argomento con personalità in buona fede! In verità, le critiche sono proprio alla mala fede di chi si fa pubblicità attraverso un feroce attacco alla Bibbia e a Dio.

Qui, però, l’interesse non va a tale nobel di un rancido ateismo, ma al Libro «criticato», che svela il sublime progetto della grande Famiglia umana secondo l’Amore del Padre, rovinato dai pessimi costumi ribelli cui l’uomo si avviò alienando proprio la Parola di Dio. La Bibbia è il racconto di quanto l’uomo perse e stenta a ricuperare anche dopo che il Verbo di Dio s’incarnò per far vivere il progetto di Dio nella coscienza e nella società degli uomini di buona volontà.

Il Peccato Originale è, infatti, la ribellione ingenerante i pessimi costumi in questione, in cui vanno inclusi tutti gli orrori umani, dal delitto di Caino a quelli di Pol Pot, senza escludere, anzi, mettendo in primo posto i delitti mentali, filosofici, letterari ecc. che deviano moltitudini dal vero e dal bene, causando queste nefandezze. Contro la Verità, quale Nobel può vantare merito oltre il “mistero buffo” del proprio successo in un mondo avviato a una miserevole demenza porno-politeistica e auto-idolatrica?

Intendo, quindi, parlare più di cure divine che di degenerazioni umane, più del Santo Sacrificio che dei barbari massacri mentali e carnali oggi in atto. Questi per la loro estrema iniquità richiamano nel piano religioso i tempi finali della desolazione profetizzata nelle Sacre Scritture e confermate dal Signore stesso.

Si può dire che le Profezie bibliche vanno nel senso e hanno il valore di cure divine?

Sarebbe d’aiuto per il mondo presente la profezia di Daniele legata alla sospensione del Sacrificio perpetuo, corrispondente all’abominio della desolazione nel Luogo santo e che rappresenta un attacco finale alla Fede; alla Verità stessa, confermata dal Signore?

La Chiesa ha sempre insegnato la centralità del Sacrificio di amore del Salvatore, non solo nelle questioni religiose, ma in ogni decisiva questione umana. Poiché la vita umana è generalmente guidata da una mentalità prevalente, se a questa manca il senso del sacrificio personale per amore del vero e del bene, manca tutto quel che conta per giustificare una vita degna d’essere vissuta in un vero ordine terreno. Questa mancanza è legata alle ingiustizie e massacri perpetrati da quanti hanno preso le distanze perfino dal senso del Sacrificio divino. E quando non si sacrifica all’Alto per le proprie colpe, si scende nell’abisso di sacrificare altri per le proprie idee e godurie, ovvero idoli di possesso e di potere. Dalla cecità riguardo alla Vittima divina si passa a fare vittime il prossimo, in nome d’idoli oscuri. Si pensi ai sacrifici umani dei Maia e altri, ma pure nella società presente all’aborto e alle guerre di stermino, trascinante al degrado un numero infinito di coscienze in un turpe mondo moderno.

In quest’oscuro frangente storico siamo davanti a moti abominevoli ma promossi per via legale. Sarà forse una coincidenza che ciò corrisponda nel mondo spirituale a una manipolazione del Santo Sacrificio Eucaristico? In tal caso, le Profezie bibliche non vanno veramente nel senso di avvertimenti piuttosto che di minacce divine?

Non sono forse risposte permanenti per far riconoscere la nostra situazione presente?

A questa giusta risposta arriva solo il fedele che capisce la vitale importanza di quanto profetizzato da Gesù Cristo stesso sul Mistero cui è legata la formazione della retta coscienza delle genti. Ma oggi, in nome della stessa Fede, sembra che l’importante sia proclamare apertamente il diritto alla libertà totale a causa dell’assoluta dignità umana, omologata nella società abortista e canonizzata in termini simili dal Vaticano II; ognuno sarebbe libero e degno comunque scelga d’agire contro la Fede e perciò pure contro Dio.

È l’«idea desolante» che richiama l’apocalittica apertura del pozzo dell’abisso ad ogni libertà, fatto ormai misteriosamente compiuto dopo il calo del «vescovo con la chiave»!

Sorge il grave dubbio: costoro hanno la stessa fede nel DIO unico? La risposta negativa la danno loro stessi dicendo che cristiani, mussulmani ed ebrei hanno lo stesso Dio.

In quest’affermazione vi è un doppio empio inganno. Primo, perché restringe solo ai monoteisti cristiani, mussulmani e ebrei la sovranità di Dio, che è Signore dell’universo intero e perciò di tutto e di tutti, dei credenti d’ogni religione e pure degli atei, gnostici e agnostici; Dio è il Creatore delle stelle come della Terra, dei mari come delle montagne. Poi, perché la vera questione è sapere se si ha la fede in Dio come Egli si è rivelato e perciò Lo si ascolta e ubbidisce. Il contrario è credere in un dio secondo le proprie idee, superstiziosi o vantaggi; come se si fosse «capace» di conoscere Dio da sé, magari dire come deve agire e pensare per non far arrabbiare qualche televisivo don Mazzi o far angosciare un Paolo VI di cupa memoria.

Se un misero mondo clericale è arrivato a fare rimproveri a Dio ad Auschwitz (“dove ti eri nascosto”), figuriamoci se non è pronto anche a operare «ritocchi illuminati» o compromessi desolanti riguardo il Suo antiquato Sacrificio, inintelligibile ormai a una rigogliosa gioventù, resa emancipata perfino dalla propria coscienza!

E tutto ritorna a quella profezia del viaggio senza ritorno dal Cielo in terra per aprire l’abisso delle umane libertà. Chi sono se non quelli che hanno paura solo di perdere il semaforo verde della «nuova coscienza della Chiesa», come la chiamava anche il «Santo subito»; quella nuova coscienza riconciliata e a servizio del «nuovo ordine ecumenista» secondo il mondialismo illuminista?

Veniamo ora alla riflessione sull’abominio posto nel Luogo santo, che si presentava ai fedeli cattolici fino al Vaticano II come un avviso ermetico riguardante l’adulterazione del Santo Sacrificio. Nell’ora attuale non sembra ormai difficile risalire alla natura di questa realtà preannunciata da Gesù, perché corrisponde a qualcosa di storicamente verificatosi: la manipolazione del Sacrificio redentore rappresentato nella Santa Messa Cattolica da uno spirito innovatore. Allora veniamo alle parole di Gesù Cristo nel Suo discorso escatologico, quando cita il libro del Profeta Daniele (9, 27): «Egli stringerà una forte alleanza con molti… farà cessare il sacrificio e l’offerta; sull’ala del tempio porrà l’abominio della desolazione e ciò sarà fino alla fine». Basta pensare a Paolo VI che per inventare il Novus Ordo Missae si accorda ai protestanti negatori del Sacrificio, per capire il fatto enigmaticamente velato di una presenza e attuazione abominevoli.

Il Concilio di Trento interpreta tale versetto riprendendo il tema dell’Anticristo per due volte, nella sessione del 6 agosto 1547 e in quella del 10 dicembre 1551. Due testi che non differiscono perché centrati nel mistero dell’Eucaristia, rifacendosi a Daniele.

Il grande Concilio, riguardo l’introduzione nel Tempio dell’abominio della desolazione, afferma che annuncia l’Anticristo nella Chiesa, quell’«altro» che sorgerà in una fase finale della storia e che sarà ricevuto come ministro (vicario) di Gesù Cristo, esercitando il più sinistro potere pontificale per attuare la persecuzione ai cristiani che celebrano l’unico e vero Sacrificio salvatore; Esso deve essere quello tramandato dalla Croce, a un tempo, propiziatorio, di lode, di ringraziamento, quindi, di supplica, in quanto nel Sacrificio eucaristico, dopo aver riconosciuto e lodato il supremo dominio di Dio, si impetra l’applicazione ai fedeli dei meriti acquistati sulla Croce. La Chiesa e il Papato sono stati istituiti per perpetuarne la celebrazione, secondo l’intenzione divina, mai dei barlumi umanisti o del lugubre relativismo ecumenista.

Nelle parole di Gesù l’abominio della desolazione ha un significato profetico riferito a fatti non ancora accaduti, di cui quello terminale; della fine. Allora, il «Luogo santo» non è più il Tempio di Gerusalemme, ma è la Sua Chiesa. Tale idolo sarà lo spirito d’inganno dell’Anticristo, quello che porta un nuovo vangelo vuoto di soprannaturale ma pieno del senso illuminista e mondialista; quello che induce esterni ritualismi, ma è privo della forza della Parola e suscita la grande indifferenza, preludio dell’apostasia. «Badate che nessuno vi inganni! Poiché molti verranno nel mio Nome dicendo: “Io sono il Cristo”, e molta gente sarà tratta in inganno» … Allora il Cristianesimo non sarà apertamente negato, ma subdolamente invertito da una «nuova coscienza della Chiesa», che conserva una sorta di pietà spiritualmente vuota. È il segnale da leggere nei passi biblici relativi agli inganni finali, più chiari alla luce dei fatti che si svolgono ora nella Chiesa. Ecco l’aiuto profetico: ci siamo; resistete all’inganno con la vostra fede perché è stato levato di mezzo ( II Tes 2, 7) per un tempo il vero Pastore con il suo seguito fedele (Terzo Segreto di Fatima).

L’ora presente è contrassegnata dall’inganno capitale dei falsi cristi, in veste pastorale. Pastori guidati dallo spirito della «stella» crollata dal Cielo in terra e che aprì le porte che contenevano la scelleratezza delle libertà del mondo umano.

A questo punto, vedere l’ateismo che si diffonde nel mondo senza freni, non deve più sorprendere. Da quando lo spirito dell’illuminismo ecumenista ha scalato il Vaticano, ogni attacco a quel che è santo diviene banale roba quotidiana in veste canonica.

Solo nella Bibbia era la vera storia di Caino e di Giuda, che gli atei vorrebbero invertire; nel mondo presente la realtà della sua ripetizione.

Ateismo rampante di umanisti da premio Nobel? Bazzecole! Dei loro appassionati si son dati all’umanesimo ecumenista dopo aver indossato e presto alienato la triplice Corona del potere di Nostro Signore Gesù Cristo. Tutto, per essere graditi allo spirito che può attirare i potenti dal Cielo in terra, premiando la caduta con l’applauso di questo mondo di umanisti stirati e retti dalla bava dei media!

Eppure, c’è ancora quel piccolo mondo di poveri cattolici illusi aggrappati a certe vesti canoniche come paracaduti! Esse non scansano neppure la caduta nel dileggio mondano!

Viviamo l’ora di simulacri e inganni d’ordine terminale che soltanto parole bibliche potevano svelare. Ma esse sono riservate alle coscienze formate nella Fede del Signore. Le maggioranze continueranno a cercare le realtà del mondo nel baccano televisivo e conciliare, che non richiede attenzione e tanto meno sacrifici!

Questo articolo é stato pubblicato 23 ottobre 2009, 13:45 ed é archiviato sotto Arai Daniele.



http://www.gruppoartistico.it:80/public/press/?p=1547

GAY: CHIESE CATTOLICA E ORTODOSSA CONTRO LUTERANI SU MATRIMONI OMOSEX

23-10-09
GAY: CHIESE CATTOLICA E ORTODOSSA CONTRO LUTERANI SU MATRIMONI OMOSEX

(ASCA) - Roma, 23 ott - La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse in Svezia, si rammaricano per la decisione presa ieri dal Sinodo generale della Chiesa luterana svedese di permettere a partire dal primo novembre il matrimonio in Chiesa alle coppie omosessuali. In un comunicato congiunto, p. Fredrik Emanuelson, incaricato per l'ecumenismo della chiesa cattolica svedese e padre Misha Jaksic, rappresentante delle Chiese ortodosse, scrivono di aver appreso ''con tristezza'' la notizia, ed aggiungono: ''Si tratta di un allontanamento non solo dalla tradizione cristiana ma anche dal punto di vista proprio a tutte le religioni sulla natura del matrimonio''. La decisione presa dal Sinodo generale luterano ''esprime una visione radicalmente diversa'' da come la Chiesa e i cristiani concepiscono il matrimonio. La decisione del Sinodo luterano in realta' non ha sorpreso le Chiese cattolica e ortodossa perche' ''e' stata preceduta da un lungo dibattito'' all'interno della Chiesa luterana, cominciato all'inizio di quest'anno quando e' entrata in vigore una legge che consente agli omosessuali il matrimonio civile. ''Nessuno di noi - conclude il comunicato - vuole annullare i colloqui ecumenici con la Chiesa svedese.

Certamente, questa decisione della Chiesa di Svezia contribuisce ad allargare il divario'', ma ''i colloqui sono ora piu' importanti che mai, se si vuole compiere cio' che Cristo ci ha chiesto e cioe' di essere uno, perche' il mondo creda''.

asp/mcc/rob

http://www.asca.it/news-GAY__CHIESE_CATTOLICA_E_ORTODOSSA_CONTRO_LUTERANI_SU_MATRIMONI_OMOSEX-869321-ORA-.html

Svezia: nozze in chiesa per coppie omosessuali

Svezia: nozze in chiesa per coppie omosessuali
Dopo il sì alle unioni civili, il sinodo luterano ammette quelle religiose
22 ottobre, 19:30

di Livia Sansone

COPENAGHEN - In Svezia, a partire dal primo novembre le coppie gay, già ammesse da alcuni mesi alle unioni civili, potranno sposarsi anche in chiesa. La decisione é stata presa oggi a larga maggioranza dal Sinodo generale della Chiesa luterana svedese, la prima delle grandi chiese del mondo pronte a consentire che le persone dello stesso sesso possano unirsi in matrimonio con il rito religioso. Il dibattito all'interno e fuori della chiesa è stato ampio e tormentato a partire dalla primavera scorsa, quando è entrata in vigore una legge che consente agli omosessuali il matrimonio civile. Contrasti sono emersi anche oggi nella riunione del Sinodo che si è tenuta ad Uppsala, ma alla fine la maggioranza favorevole è stata superiore alle previsioni.

Dei 250 delegati che compongono il Sinodo 176 hanno votato a favore, 62 contro e 11 si sono astenuti. A decidere per il sì è stata dunque una maggioranza ampia, ma ciò non toglie che nella Chiesa svedese si possa aprire un periodo di tensioni che porteranno alcuni pastori a rifiutarsi di celebrare nozze gay. In una conferenza stampa che si è tenuta al termine dei lavori, il vescovo Esbjorn Hagberg si è detto preoccupato per i contrasti che ora potranno accrescersi nei rapporti con le grandi chiese del mondo. Al contrario l'Arcivescono Anders Wejryd non ritiene che vi saranno profonde fratture. "I cambiamenti - è stato il suo commento - comportano sempre tensioni e dissidi. Ma non credo che rimarremo a lungo proprio soli". Wejryd ha aggiunto che questa svolta ha a che vedere con lo scarso valore che in Svezia hanno le tradizioni in rapporto ai diritti ed ha ricordato che fin dagli anni 90 i vescovi della Chiesa di Svezia si erano espressi unanimemente a favore delle relazioni omosessuali. Del resto nel Paese, prima ancora che per le persone dello stesso sesso venisse introdotto il matrimonio civile, le coppie gay venivano riconosciute come coppie di fatto ed avevano ottenuto il diritto all'adozione. Il pronunciamento del Sinodo naturalmente viene accolto con entusiasmo dall' organizzazione cristiana degli omosessuali EKHO, che raggruppa anche i bisessuali e i transessuali. "La decisione - si legge in suo comunicato stampa - mostra che quella svedese è una chiesa aperta, e che si guarda con serietà all'amore fra le persone dello stesso sesso".



http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/inbreve/2009/10/22/visualizza_new.html_989650572.html