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mercoledì 2 giugno 2010

L’impegno al femminile di Ivone Gebara

L’impegno al femminile di Ivone Gebara
Il volto materno di Dio
by David Lifodi
La Teologia della Liberazione è conosciuta in Italia grazie alle opere e all’impegno di Leonardo Boff, Frei Betto, Dom Thomas Balduino, Monsignor Casaldaliga, solo per citare alcune tra le personalità più note. E ancora: a cavallo tra gli anni 60’ e ’70 fu lo studio approfondito e la conoscenza di una persona come Dom Helder Camara ad ispirare le prime comunità cristiane di base. Il Brasile però non è soltanto uno dei paesi dove maggiormente si è sviluppata l’opzione per i poveri che più ha contribuito alla diffusione della Teologia della Liberazione (al maschile), a cui peraltro hanno dato il loro significativo contributo personalità come Ernesto Cardenal (ministro della Cultura del primo sandinismo in Nicaragua all’inizio degli anni ’80), Monsignor Oscar Romero o il filone messicano capeggiato da Samuel Ruiz, impegnato nella difesa delle comunità indigene chiapaneche.


Ivone Gebara

Esiste anche una corrente femminile, anzi femminista, della Teologia della Liberazione, assai più radicale ed antiautoritaria incarnata dalla figura della brasiliana Ivone Gebara, che ho avuto il piacere di conoscere durante l’incontro intitolato “Il volto materno di Dio – La Teologia della Liberazione al femminile”, tenutosi recentemente a Siena. Durante il suo tour in giro per la Toscana (che ha toccato, tra le altre, la comunità di base fiorentina delle Piagge) Ivone non si è limitata ad indicare il percorso della Teologia della Liberazione in America Latina, ma ha esposto con grande chiarezza le sfumature, le differenze e le difficoltà che ha incontrato e incontra tuttora la Teologia femminista nell’ambito della Teologia della Liberazione stessa.

Fin dalle sue origini, che risalgono al 1980, la Teologia della Liberazione al femminile si caratterizza per l’apertura al confronto e al dialogo, cosa non sempre accettata dall’opzione maschile, tuttora predominante. Ivone ricorda la difficoltà ad ottenere un riconoscimento dalla stessa Teologia della Liberazione maschile, che in più di un’occasione ha esitato a comprendere il discorso portato avanti dalla sua corrente femminista. Lo stesso vale per i gruppi della sinistra impegnati a combattere contro la dittatura militare, che pure hanno faticato e per certi aspetti ignorato le sofferenze patite dalle donne durante gli anni del regime. Non si parla solo di esclusione politico-sociale o di violenza verbale, quanto di sofferenza fisica sul proprio corpo. E’ in questo contesto che matura il cammino autonomo della Teologia femminista, sia dalla Teologia della Liberazione maschile, per quanto progressista sia dalla sinistra impegnata e militante. Collaboratrice di Helder Camara e ai giorni nostri portavoce di spicco dell’opzione per i poveri insieme a Leonardo Boff (con cui condivide la condanna al silenzio imposta dalla Chiesa, sono stata “silenziata”, spiega), Ivone Gebara ha vissuto gran parte della sua vita a San Paolo e, come molte altre donne, si è dedicata al lavoro nei quartieri marginali delle cinture industriali delle grandi città. La Teologia della Liberazione al femminile si è da sempre battuta per vedersi riconosciuta una maggiore inclusione da parte dei suoi interlocutori maschi, ma soprattutto per imprimerla di una più radicale connotazione di genere, oltre che politica.

La violenza sul corpo femminile rappresenta uno degli aspetti fondamentali su cui da sempre ha insistito la Teologia della Liberazione in chiave femminista, quasi a contrastare con gli aspetti più patriarcali della teologia in quanto tale, accettati anche dalla sua declinazione maschile. Una doppia lotta quindi, per il riconoscimento ad opera della Teologia maschile e delle gerarchie ecclesiastiche ufficiali, che mai hanno concesso diritto di cittadinanza alla Teologia della Liberazione in quanto tale, figurarsi a quella femminista. Ivone affronta il tema della violenza simbolica, di cui è fortemente permeata la Chiesa e che identifica la sofferenza del Cristo in croce come l’apice del sacrificio dell’uomo Gesù per tutti gli esseri umani. “La Bibbia”, spiega Gebara, “è stata strumentalizzata per rinforzare il potere maschile”. Al contrario, la prospettiva di riscatto del testo biblico in chiave femminista emerge nella volontà di evidenziare quelle violenze sulle donne raccontate dalla Bibbia stessa, ma passate in secondo piano di fronte alla sofferenza dell’uomo Gesù sulla croce. In questo senso la Teologia femminista si propone di superare la visione maschile secondo la quale Dio è necessariamente Padre: può essere anche Madre, o comunque non apparire come un’immagine fissa, quanto come qualcosa che si può coniugare. In una parola: non basta riflettere sui temi della giustizia sociale, sostiene Ivone, e nemmeno è sufficiente che queste riflessioni siano condotte a livello ecclesiastico, per quanto possano provenire dalla stessa Teologia della Liberazione, come avveniva ai suoi albori negli anni ’70. Spetta all’essere umano in generale, e alla donne vittime delle violenze in particolare, compiere una riflessione approfondita sulle lotte per la giustizia sociale.

Il discorso della Teologia della Liberazione femminista non intende però cancellare la tradizione presente all’interno della Chiesa, come invece le gerarchie vorrebbero far credere ed uno sguardo superficiale su queste tematiche potrebbe far pensare. La Teologia al femminile, precisa Ivone, sta spendendo il suo impegno affinché gli esseri umani ritrovino quella fiducia tra loro persa a causa dello svilupparsi della società capitalista. In questo contesto non aiuta il messaggio ufficiale della Chiesa, ribadisce Ivone, che fa passare la visione di un Cristo solitario morto sulla croce e la presenza di un Dio individuale che non aiuta ad avere una comune percezione sociale della realtà, mentre la Teologia della Liberazione femminile da sempre si batte per eliminare la mancanza di fiducia tra gli esseri umani. “Tutto questo”, conclude Ivone, “all’insegna di un lavoro di alimentazione reciproca, già da tempo sperimentato con i movimenti sociali brasiliani”.

http://www.bibbiablog.com/2010/05/30/il-volto-materno-di-dio/

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